di Sara Nicoli

L'eutanasia ha fatto il suo ingresso in una campagna elettorale che, fino ad ora, si era caratterizzata solo per lo squallore dilagante.
E' impopolare parlare di eutanasia? Certo, ma è essenziale parlarne. Perchè è un dibattito che ne supera tanti altri, considerati in questo momento di maggiore urgenza solo perchè la politica ne ha fatto una bandiera da far sventolare nell'imminenza del voto e che, invece, investe molto più di altri il dibattito etico intorno alla vita e alla sua dignità.
L'eutanasia, dunque, una vecchia battaglia radicale che si ripresenta oggi sotto l'egida della "Rosa nel pugno", che ha presentato una proposta che suona come un elettrochoc delle coscienze: estendere la possibilità della "bella morte" anche ai minori, a quei bambini o adolescenti che, per colpa di malattie incurabili o per destino avverso, si trovano in coma vegetativo da anni. Con i genitori che spesso implorano la fine dell'inutile agonia, ma che la legge di uno Stato laico inchioda comunque al rispetto del dettato divino, unico padrone nel dare e nel togliere la vita.

di mazzetta

La brigata Pozzuolo del Friuli Una decina di giorni fa, a seguito di una segnalazione anonima, la Procura di Padova ha rinvenuto un vero e proprio arsenale illegale nella caserma Berghinz di Udine, sede del Terzo reggimento guastatori della Brigata di cavalleria "Pozzuolo del Friuli". Gli inquirenti hanno inoltre trovato a casa di un militare numerosi reperti archeologici provenienti dall'Iraq.
L'esistenza delle armi era nota a molti; i militari le avevano messe in un container con bolle di accompagnamento in bianco e spedite in caserma, senza subire i controlli della MSU (l'unità della polizia militare che dovrebbe esercitare i controlli). A tutti i militari indicati dalla Procura è stato contestato il peculato militare. A tre di loro anche l'introduzione clandestina nel territorio nazionale di armi da guerra. Ad uno la detenzione abusiva di armi da guerra. Reati gravi che prevedono pene pesanti.

di Giovanna Pavani

Settembre 1975 Oggi le donne scendono in piazza a Milano per difendere la legge 194.
A sfilare dalla Stazione Centrale fino a piazza del Duomo, si rivedranno i volti ammorbiditi dagli anni di tante "pasionarie" che negli anni '70 questa legge l'hanno fortemente voluta e duramente conquistata. Al loro fianco, forse, ci saranno figlie e nipoti, più avvezze di loro, oggi, a giocare con la vita senza sentirsi addosso il fardello delle inattese - e a volte sgradite - conseguenze dell'amore. Ma si vedranno senz'altro anche le donne immigrate, quelle che in questi anni hanno fatto maggiore ricorso alla legge e che, anche se non hanno affrontato il passo serenamente, senza dubbio sono state contente di aver comunque potuto operare una scelta.

di Giovanna Pavani

Una volta erano solo i topi. Poi sono arrivate anche le zecche, ma di questi tempi un normale viaggiatore di Trenitalia accetterebbe forse la compagnia di qualche scarafaggio tra i sedili e e anche dei bagni otturati, in cambio della certezza di non giungere a destinazione il giorno dopo quello previsto. Preferibilmente vivo, s'intende.
Anche ieri le ex Ferrovie dello Stato, oggi Trenitalia Spa, hanno dato grande prova di essere in grado di "sviluppare - si legge nella presentazione dell'azienda - un grande progetto di mobilità ed efficienza".

di Raffaele Matteotti

L'attuale ministro dell'istruzione, l'ineffabile Letizia Brichetto Moratti "De mon", ha sentito il bisogno di scrivere una piccata lettera ai giornali per ribattere all'uscita dell'annuale rapporto OCSE, che dipinge il panorama dell'istruzione italiana come quello più aderente ad un paese del quarto mondo, che a quello di una potenza industriale occidentale. Moratti si è appoggiata ai risultati dei test INVALSI per smentire le conclusioni dell'OCSE, nonostante i test siano stati rifiutati da gran parte della comunità docente perché completamente privi di scientificità. Il rapporto OCSE è una pietra tombale sull'operato dlla signora Moratti: il nostro paese ha gli investimenti per l'istruzione più bassi della UE, il più basso tasso di diplomati e laureati, il maggior numero di professori per alunno, ma pagati decisamente al di sotto della media europea.


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