L’esponenziale crescita del territorio romano urbanizzato ha fatto sì che i quartieri di Roma siano oggi solcati dal Tevere e dall’Aniene. La causa? L'aumento delle costruzioni, a dismisura nell’arco di un secolo e mezzo. Costruzioni che, forse, sono state la causa di fenomeni franosi in diversi quartieri della Capitale: fra quelli più a rischio, collina di Monte Mario, viale Tiziano, Monteverde Vecchio e Balduina.

 

Zone che non reggono nemmeno un acquazzone per l’inefficienza del sistema fognario, compromesso, oltre che dalla scarsa manutenzione dei tombini anche per la scomparsa - dovuta a sversamenti di rifiuti, vegetazione spontanea (e costruzioni selvagge) - di settecento chilometri di indispensabili vie d’acqua.

Diminuiscono i consumatori, soprattutto quelli giornalieri, e aumentano quelli occasionali e chi beve fuori pasto. Stando a quanto riportato nella Relazione annuale sugli interventi sul consumo di bevande alcoliche, trasmessa dal ministero della Salute al Parlamento, il 21 marzo scorso, il fenomeno ha assunto un profilo nuovo rispetto agli ultimi decenni.

 

Lo ha fatto in tutte le fasce d’età ma in maniera differenziata: tra gli adolescenti si nota un calo generalizzato; tra i giovani, una diminuzione di consumo alcolico giornaliero; tra gli adulti, un aumento del numero dei casi di consumatori occasionali e tra le donne, del numero di quelle che bevono fuori pasto.

Non chiamatele “pensioni anticipate”. Con un ritardo notevole sulla tabella di marcia (dovevano partire lo scorso maggio), da quest’anno sono a disposizione dei contribuenti italiani due novità: l’anticipo pensionistico volontario (Ape) e la rendita integrativa temporanea anticipata (Rita). Si tratta di due strumenti concepiti per ammorbidire le rigidità della legge Fornero aumentando la flessibilità in uscita, ma la loro convenienza è quantomeno dubbia.

Nonostante il tentativo italiano di razionalizzare il sistema di accoglienza dei migranti, ancora lontano da una gestione con standard uniformi sull’intero territorio, la rete SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti asilo e Rifugiati), nel 2017, è riuscita a coprire solo il 15 per cento dei circa duecento posti disponibili. E il passaggio dalla prima accoglienza (quella dei Centri di Accoglienza Straordinaria-CAS) alla seconda - dello SPAR, appunto - è avvenuta con forte ritardo e per un numero ancora troppo esiguo di persone.

Ogni anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) promuove in tutto il  mondo la “Giornata mondiale della Salute”. La data è il 7 aprile, per ricordare che il 7 aprile del 1948  è stata fondata l’OMS. Ogni anno viene scelto  un tema, su cui promuovere l’attenzione e l’azione dei governi. Quest’anno il tema è la “Copertura sanitaria universale: per tutti e dovunque”.

 

Un obiettivo “alto”: garantire cioè a ciascuno e in ogni luogo servizi sanitari di buona qualità e senza barriere economiche, che costringono le persone alla scelta forzata tra assistenza sanitaria e altri bisogni primari, e che dovrebbe essere raggiunto entro il 2030, in linea con i Sustainable Development Goals (2015).


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