di redazione

Lazio ai preliminari di Champions, Napoli addirittura quinto, scavalcato dalla Fiorentina. Ma al San Paolo è successo di tutto, molto più di quanto non dica il 4-2 finale in favore dei biancocelesti, cui bastava il pari per strappare il biglietto che dà accesso all'Europa delle grandi. Il primo tempo si chiude con la squadra di Pioli in vantaggio per 2-0: dopo un'occasione clamorosa mancata da Callejon per i partenopei, una botta deviata di Parolo e un contropiede di Candreva sembrano chiudere la partita già nel primo tempo. Ma ancora non era successo nulla.

La tattica salta completamente e nella ripresa contano solo talento e polmoni: in 20 minuti il Napoli la rimette in piedi con due perle di Higuaìn. Dopo pochi minuti proprio l'attaccante argentino, il protagonista più atteso, ha sul piede l'occasione più clamorosa. L'arbitro concede agli azzurri un rigore molto dubbio, ma il Pipita - pur essendo un campione - non è un rigorista. Il pallone finisce alto, e non di poco.

Manca ancora un quarto d'ora alla fine e il Napoli può ancora sperare di completare la rimonta, ma la luce si spegne all'improvviso. A decidere l'incontro in favore della Lazio sono i due protagonisti meno attesi, di solito seduti uno accanto all'altro in panchina. Ledesma conduce il contropiede e subisce il tackle di Maggio, che incredibilmente si trasforma in un passaggio filtrante perfetto al millimetro per Onazi, abile a infilarsi fra i centrali partenopei e a battere il portiere in uscita. Il quarto gol biancoceleste arriva nel recupero, quando ormai non conta più, e porta la firma di Klose.

Per la Lazio è un riscatto in extremis dopo le delusioni della finale di Coppa Italia persa contro la Juve e della sconfitta nel derby contro la Roma. Il Napoli invece non poteva dare un addio più amaro a Rafa Benitez, visto che nel frattempo la Fiorentina passeggia 3-0 sul Chievo (apre Ilicic, raddoppia Bernardeschi che segna il primo gol in viola, chiude Badelj) e si porta a 64 punti, scavalcando di una lunghezza proprio gli azzurri.

Quanto all'ultimo posto buono per l'Europa League, c'è ancora un giallo da risolvere. La classifica dice che spetterebbe al Genoa (arrivato sesto nonostante la sconfitta per 3-1 subita ieri per mano del Sassuolo, con un Zaza in serata di grazia), ma i rossoblù accederanno alla Coppa soltanto se sarà accolto il ricorso contro la revoca della licenza Uefa. In caso contrario, l'Europa spetterà ai cugini della Sampdoria, che chiude il campionato facendosi fermare sul 2-2 in casa dal Parma (gol di Romagnoli, Palladino, De Silvestri e Varela), ma conservando comunque il settimo posto.

Ad appena una lunghezza dai blucerchiati, in ottava posizione, chiude l'Inter, ieri vittoriosa a San Siro sull'Empoli al termine di un rocambolesco 4-3. La notizia più lieta per la squadra di Mancini è la doppietta di Icardi, che raggiunge Toni a 22 gol e chiude in vetta alla classifica marcatori. Tra i nerazzurri a segno anche Palacio e Brozovic. Per la squadra di Sarri doppietta di Mchedlidze e gol di Pucciarelli.

Quanto agli altri risultati, si sente ormai l'aria delle ferie estive, soprattutto nei risultati delle prime della classe: Verona-Juventus 2-2 e Roma-Palermo 1-2. Tardivo scatto di orgoglio da parte di Torino e Milan, che chiudono rispettivamente al nono e decimo posto battendo 5-0 il Cesena e 3-1 l'Atalanta. Fuochi d'artificio anche nel 4-3 con cui il già retrocesso Cagliari ha battuto l'Udinese.

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La Fiorentina è in Europa League. Questa l'unica nuova certezza scritta dall'ultima domenica di Campionato. L'ultimo posto buono per la Coppa, in teoria, lo avrebbe guadagnato matematicamente il Genoa, ma se al grifone venisse negata la licenza Uefa tornerebbero clamorosamente i cugini della Sampdoria, arrivati con le pile scariche allo sprint finale della stagione. Il Torino, invece, dice addio definitivamente al sogno di bissare il piazzamento europeo.

A proposito di stracittadine, il derby della Capitale potrebbe dare oggi almeno un verdetto definitivo sulla zona Champions: la Roma è seconda un punto sopra la Lazio, che a sua volta stacca di tre lunghezze il Napoli. Gli azzurri hanno già giocato la loro penultima partita, perdendo sabato 3-1 contro la Juventus, ma all'atto finale ospiteranno al San Paolo proprio la Lazio. Per questo la squadra di Benitez oggi non può che tifare Roma.

Finito il valzer degli incroci europei, veniamo al calcio giocato e iniziamo con l'unica squadra ad essere certa di aver centrato l'obiettivo. Parliamo della Fiorentina, che battendo 3-2 fuori casa il Palermo sale a 61 punti staccando di ben 6 lunghezze la Sampdoria, che invece non riesce ad andare oltre l'1-1 contro l'Empoli. Per i viola golazo dell'ex di Ilicic, zampata di rapina di Gilardino e gol vittoria di Alonso. I blucerchiati, invece, trovano il pari grazie al secondo gol in questo campionato di Eto'o, autore di una splendida girata dal limite dell'area.  

In mezzo a Fiorentina e Samp, a 59 punti, c'è il Genoa, che sabato batte in casa l'Inter 3-2 al termine di una partita surreale, in cui il minimo comun denominatore è la pochezza delle difese. I nerazzurri vanno in vantaggio due volte, ma due volte si fanno recuperare, la seconda grazie all'ennesimo colpo di scena della premiata ditta Handanovic-Ranocchia, che offrono a Lestienne un pallone da spingere nella porta vuota. Nel finale decide un colpo di testa di Kucka. Da segnalare due gol annullati nel primo tempo a Icardi, di cui uno regolare, e i due pali colpiti dall'Inter a distanza di pochi secondi con Hernanes e Brozovic.

Icardi comunque un gol lo segna e pareggia il conto con Tevez a quota 20 gol in campionato. In classifica marcatori, però, c'è un senatore italiano che beffa entrambi: si tratta di Luca Toni, che con la doppietta messa a segno contro il Parma (2-2) sale a quota 21 centri in stagione e porta il Verona a 45 punti.

Quanto al posticipo, lo scontro di mezza classifica fra Milan e Torino vede trionfare i rossoneri, vittoriosi per 3-0 grazie alla doppietta del redivivo El Shaarawy, al rientro da titolare dopo 4 mesi, e al centesimo gol in serie A di Pazzini, che segna su rigore. La squadra d'Inzaghi rimane comunque due punti sotto i granata, 49 a 51.

Nelle altre (e ormai inutili) partite di giornata, il Sassuolo (46 punti) batte fuori casa l'Udinese (41 pt) grazie a un gol di Magnanelli e il Cagliari sconfigge il Cesena all'ultimo secondo grazie a una rete di Sau. Entrambe le squadre, rispettivamente a 31 e 24 punti, erano già certe della retrocessione. Finisce invece 1-1 fra Chievo e Atalanta (43 e 27 punti), con Pellissier che risponde a Gomez.


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La Roma risponde alla Lazio e, in attesa del derby della settimana prossima, si riporta davanti ai cugini di un punto, riprendendosi la seconda posizione buona per l'accesso diretto alla Champions League. I giallorossi superano l'Udinese all'Olimpico in rimonta: alla rete iniziale di Perica rispondono Nainggolan alla fine del primo tempo e Torosidis nella ripresa.

"Non solo penso che il risultato finale dovesse essere 5-2 più che 2-1 - ha commentato Rudi Garcia -, abbiamo trovato un portiere di grande qualità oltre i pali. Abbiamo preso i rischi che dovevamo prendere in una squadra del genere con un pressing alto e un attacco manovrato. Abbiamo regalato un gol come spesso abbiamo fatto in questa stagione, nel futuro prossimo sarebbe interessante non regalare più gol. La Lazio? Non giocheremo per il pareggio, un derby si vince".

La squadra di Garcia si porta così a 67 punti, ri-scavalcando di una lunghezza i biancocelesti che nell'anticipo serale di sabato avevano superato 1-0 fuori casa la Sampdoria grazia a un clamoroso gol su ginocchio da calcio d'angolo di Gentiletti, che proprio a Marassi (contro il Genoa, nel girone di andata) si era rotto il crociato a inizio stagione. Molti i rimpianti dei blucerchiati, che devono cercare di digerire gli incredibili errori sottoporta di Soriano, Obiang ed Eto'o.

Le due partite di questa sera completano il quadro europeo: Fiorentina Parma (alle 19) e Napoli-Cesena (alle 21).

Intanto, aspettando la finale di Coppa Italia contro la Lazio e soprattutto quella di Champions contro il Barcellona, la Juve - già campione d'Italia - vince anche il derby d'Italia contro l'Inter (52 punti), e lo fa in rimonta. Alla botta vincente dalla distanza di Brozovic risponde Marchisio su rigore (decretato per un fallo plateale di Vidic su Matri) e l'incapacità di Handanovic-saponetta, che si fa scavalcare da un tiro di Morata in un modo che neanche l'attaccante spagnolo sembra ritenere possibile. Le prodezze di Storari nel finale fanno le differenza.

A metà classifica, fa rumore l'ennesima sconfitta del Milan, travolto 3-2 dal Sassuolo al Mapei Stadium. Come l'anno scorso, ancora una volta il mattatore della serata è Berardi, autore di una doppietta (contro il poker dell'anno scorso). Inutili le reti di Bonaventua e Alez, che fanno solo illudere i tifosi rossoneri sulla possibilità di una rimonta. Finisce 3-1 per i padroni di casa: Milan a 46 punti, Sassuolo a 43.

Cinque lunghezze sopra il Milan si rivede il Torino, che dopo due sconfitte consecutive si rianima e torna alla vittoria in casa con una doppietta di Maxi Lopez ai danni del Chievo Verona (42 punti). Bene anche il Palermo (46 punti), che batte di misura il Cagliari (28 punti) fuori casa con una rete di Vasquez. Ancora meglio il Genoa (56 punti), che travolge 4-1 l'Atalanta (36 punti) rimontando il rigore iniziale di Pinilla con le reti di Pavoletti, Bertolacci e la doppietta di Iago Falque.


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Dopo la débacle romanista a San Siro contro il Milan, è toccato alla Lazio cadere all’Olimpico sotto i colpi dell’Inter. Come con Biava contro l’Atalanta, ancora una volta è fatale ai biancocelesti il gol dell’ex. Anzi, in questo caso la doppietta. Hernanes sceglie proprio la sua ex squadra per rilanciarsi alla grande nelle gerarchie di Mancini, e con una punizione e una rete a 6 minuti dal termine (assist splendido di Palacio) ribalta il gol iniziale di Candreva. La squadra di Pioli chiude in 9 per le espulsioni di Mauricio (sullo 0-0) e Marchetti (sull'1-1). Inutile il rigore parato da Berisha a Icardi: la Lazio resta terzo a -1 dai cugini.

Nel più atteso degli anticipi di sabato la Roma viene sconfitta 2-0 a San Siro dal Milan e rimane a 64 punti. Ancora più sorprendente del risultato è la differenza di determinazione: i rossoneri (ora decimi a quota 46) non hanno più nulla da chiedere a questo Campionato sciagurato, ma per una sera "tornano quelli di dicembre" - per dirla con Inzaghi - e mettono sotto gli avversari dall'inizio alla fine; i giallorossi, al contrario, sembrano aver dimenticato che si stanno giocando la qualificazione Champions, tale è l'abulia in campo.

E nel tabellino dei marcatori c'è la beffa suprema per gli 11 di Garcia: dopo il primo gol in Serie A di Van Ginkel, il raddoppio porta la firma di Destro, che esulta dopo aver lasciato Roma a gennaio fra le polemiche. Inutile il rigore di Totti, brutto ma vincente. Il rendimento e il peso ingombrante del Capitano, che quest'anno ha fatto solo 3 gol su azione, sembrano il problema numero uno dei giallorossi, a cui probabilmente nel girone di ritorno una punta come Destro avrebbe fatto comodo.

La sconfitta della Roma dà una grande occasione al Napoli, che però domenica la spreca, non riuscendo a superare il Parma al Tardini e salendo a soli 60 punti. Apre le marcature Palladino, che sfrutta un errore in uscita di Andujar e un rimpallo fortunato. Gli azzurri pareggiano con un sinistro di Gabbiadini, ma dopo 5 minuti Andujar commette un altro errore sulla punizione di Jorquera. Entrano dalla panchina Callejon (che prende un palo) e Higuain, tenuti fuori inizialmente in vista del ritorno col Dnipro nella semifinale di Europa League, ma il pareggio è siglato da Mertens. Nel finale, Mirante para anche l'imparabile e dopo il triplice fischio è al centro di un parapiglia poco onorevole per gli azzurri.

Di tutt'altro segno le prestazioni di Sampdoria e Fiorentina (rispettivamente a 54 e 55 punti), in corsa per l'ultimo posto in Europa. I blucerchiati travolgono 4-1 l'Udinese con la doppietta di Soriano e le reti di Aquah e Duncan (inutile il rigore trasformato da Di Natale). I viola rispondono vincendo fuori casa il derby toscano contro l'Empoli. Gli uomini di Montella s'impongono 3-2 grazie a una grande prestazione dello sloveno Ilicic, autore di una doppietta e di un assist per Salah. La squadra di Sarri dimostra però grande orgoglio, trovando un momentaneo pareggio con Saponara, accorciando le distanze nel finale con Michedlidze e sfiorando il pari definitivo in pieno recupero con una punizione di Valdifiori, parata miracolosamente da Neto.

Un altro derby spettacolare è quello andato in scena a Verona fra Chievo e Hellas (42 e 41 punti). Succede tutto nel primo tempo: i padroni di casa vanno in vantaggio con Paloschi, vengono raggiunti e superati dai cugini con una zuccata di Juanito Gomez e la solita zampata di Toni, poi trovano il nuovo e definitivo pareggio con un rigore di Pellissier. Nella ripresa il Chievo ha almeno altre due occasioni per ribaltare nuovamente la partita, ma il risultato non cambia più.

In chiave salvezza, l'1-1 del Cagliari allo Juventus Stadium (rete di Pogba al rientro, pareggio di Rossettini, clamoroso errore di Sau nel finale) e la contemporanea vittoria dell'Atalanta sul Palermo hanno il sapore di una sentenza definitiva per i sardi, ora a -5 dalla zona salvezza con sole due partite ancora da giocare. La squadra di Reja vince in trasferta con un 3-2 in cui si vede di tutto: dall'autogol del rosanero Andelkovic al rigore sbagliato da Belotti dopo una follia di Avramov, che dribbla Vasquez e poi si addormenta, dando il tempo all'avversario di rialzarsi, tornare indietro e soffiargli il pallone. Il portiere serbo completa quindi il capolavoro con un fallo da espulsione.  

Dice addio a ogni velleità di salvezza anche il Cesena, condannato dal 3-2 subìto in rimonta per mano del Sassuolo, che invece è ormai certo di rimanere in A. Meraviglioso ma inutile il momentaneo 2-0 dei padroni di Casa: a una velocità incredibilmente inferiore, ma la dinamica dell'azione ricorda quella del secondo gol di Messi contro il Bayern. Stavolta però la palle era tra i piedi di Ciccio Brienza.





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Più del quarto scudetto consecutivo conquistato dalla Juventus, ormai scontato da mesi, a fare notizia nella 34esima giornata di Campionato è il controsorpasso al secondo posto operato dalla Roma ai danni dei cugini laziali. Da un punto sotto, i giallorossi sono tornati un punto sopra (64 a 63) in virtù del 2-0 rifilato al Genoa nella partita di mezzogiorno e del successivo 1-1 dei biancocelesti in casa dell'Atalanta.

All'Olimpico la squadra di Garcia si ripete con due dei marcatori già andati a segno mercoledì contro il Sassuolo: l'ivoriano Doumbia e Florenzi, forse i protagonisti più sorprendenti in questo sprint finale del Campionato. Stupisce in particolare il centrocampista di Ostaia, che chiude la partita allo scadere e ancora una volta con un colpo d'autore, ovvero un destro imparabile dopo un coast to coast di 60 metri. Buona la resistenza del Genoa, capace di mettere sotto gli avversari per lunghi tratti nella ripresa, ma alla fine non basta: i rossoblu rimangono a 50 punti.

Ha più fortuna l'Atalanta, che per almeno un'ora riesce a non far giocare la Lazio sfoderando una forma fisica decisamente superiore. Con Denis squalificato, i bergamaschi passano a inizio ripresa grazie a un colpo di testa di Biava (l'ex della partita, uno degli eroi del 26 maggio laziale). La squadra di Pioli concede molto (almeno due i miracoli di Marchetti), ma costruisce anche, se non fosse che il giovane Keita spreca almeno tre gol già fatti. Il pareggio arriva con una girata di Parolo su calcio d'angolo. L'impressione è comunque che gli infortuni di De Vrij e Biglia abbiano determinato la fine della parabola ascendente della Lazio. 

Guadagna terreno sulla Lazio anche il Napoli, che si porta a -4 battendo in casa il Milan. I rossoneri restano subito in dieci per l'espulsione di De Sciglio, ma resistono fino al 70' anche grazia al rigore parato da Diego Lopez a Higuain. Poi crollano subendo tre reti in sei minuti da Hamsik, Higuain e Gabbiadini. 

Un altro sorpasso importante in chiave europea è quello operato dalla Fiorentina ai danni della Sampdoria (rispettivamente a 52 e 51 punti). Dopo lo 0-1 incassato sabato dai blucerchiati per mano della Juventus, la Fiorentina risponde domenica tornando alla vittoria dopo quattro sconfitte consecutive. Grande protagonista della giornata è lo sloveno Ilicic, autore di una doppietta nel 3-1 finale contro il Cesena, ormai a un passo dalla B insieme al Cagliari (entrambe le squadre sono a 24 punti, ora a -9 dalla quartultima Atalanta).

L'Inter (49 pt) perde invece l'occasione di riguadagnare posizioni in classifica, non riuscendo ad andare oltre lo 0-0 in casa contro il Chievo (41 pt). Poco conta il 75% di possesso palla interista. I clivensi difendono in dieci uomini e l'unica possibilità per l'Inter sarebbe quella del tiro da fuori, ma sia Hernanes che Guarin erano altrove. Icardi colpisce un palo nel primo tempo, mentre nella ripresa Paloschi e l'ex interista Biraghi vanno vicini al gol. Fischi a fine gara per la squadra di Mancini, incapace di dare seguito agli ultimi due successi contro Roma e Udinese.

Reti inviolate anche fra Sassuolo e Palermo, che salgono rispettivamente a 37 e 43 punti. Le uniche due occasioni arrivano nella ripresa sui piedi dei due protagonisti più attesi, Zaza e Dybala, ma entrambi sprecano.

In attesa di Cagliari-Parma e di Torino-Empoli, chiude il quadro della giornata l'1-0 dell'Udinese in casa del Verona, che determina anche il sorpasso in classifica, con i friulani che arrivano a quota 41, staccando di una lunghezza i veneti. L'uomo della partita per i bianconeri è tanto per cambiare Totò Di Natale, che a 37 anni supera Baggio al sesto posto nella classifica storica dei marcatori di Serie A. E per farlo sceglie di segnare con un colpo di tacco.


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