Il Campionato italiano non interessa più davvero a nessuno. Di sicuro non a Napoli, Milan e Inter, che - in attesa del ritorno dei quarti di finale di Champions League - portano a casa una magra figura in Serie A. La più indolore, come ovvio, è quella del Napoli, che in casa contro il Verona non riesce a trovare la via del gol e chiude la gara con un magro 0-0. Da segnalare solo un exploit di Osimeh, che entra, gioca 20 minuti e colpisce (con forza) una traversa.

Davanti c’è il Napoli, che continua a vincere (venerdì 1-2 sul campo del Lecce) ed è ormai a 4 successi dalla certezza matematica dello scudetto. Dietro, intanto, succede di tutto.

La Lazio consolida il secondo posto battendo 2-1 all’Olimpico la Juventus. Nel primo tempo i biancocelesti passano in vantaggio con Milinkovic Savic, ma vengono raggiunti pochi minuti dopo dagli ospiti con Rabiot, abile a buttare dentro un pallone incornato da Bremer su Romagnoli. Nella ripresa, i padroni di casa passano di nuovo con Zaccagni, che insacca un assist di tacco da stropicciarsi gli occhi di Luis Alberto. Da lì in avanti la Signora cerca furiosamente il pareggio, anche grazie all’ingresso di Chiesa, che crea scompiglio sulla destra. Ma il risultato non cambia più.

Non è per la sconfitta in sé: un calo di tensione, dopo tanto correre, ci sta. E non è nemmeno per le conseguenze pratiche sulla classifica: ormai, a meno di cataclismi fantascientifici, il Campionato è vinto. A far preoccupare il Napoli è l’entità della sconfitta rimediata contro il Milan: 4-0. E per di più al Maradona, con i rossoneri che avevano perso 4 delle ultime 6 trasferte. Un risultato così clamoroso mette pepe ai quarti di finale di Champions League, che vedranno contrapposti ancora una volta Napoli e Milan.

I due derby di giornata si concludono con due vittorie di misura che rimescolano le carte della lotta Champions. La Lazio si impone sulla Roma come all’andata (1-0): il gol partita è di Zaccagni, abile a piazzare sul palo lungo con un colpo da biliardo un pallone servito in modo geniale da Felipe Anderson. L’attaccante esterno della Lazio, però, condivide la palma di giocatore più decisivo con Ibanez, che dopo aver già causato due sconfitte dei giallorossi in altrettanti derby del passato, decide di passare alla storia chiudendo la tripletta: stavolta collezione due gialli in poco più di mezz’ora e di fatto impedisce ai suoi compagni di giocare la partita in modo competitivo.

La Lazio è ora seconda in solitaria a 52 punti, perché nel derby d’Italia l’Inter viene sconfitta per 1-0 dalla Juventus. Sulla rete decisiva di Kostic, però, i nerazzurri protestano (a ragione): i replay mostrano un fallo di mano piuttosto evidente di Rabiot, ma il Var finge di avere dei dubbi sull’esistenza del contatto fra braccio e pallone e non annulla un gol che andava evidentemente cancellato. Rimane comunque un evidente errore difensivo dell’Inter, immobile e poco reattiva in occasione del gol juventino. La squadra di Inzaghi perde così la terza partita nelle ultime cinque, dopo i ko contro Spezia e Bologna.

Il Napoli torna alla vittoria dopo la sconfitta interna contro la Lazio e si riporta a +18 sulla seconda in classifica, l’Inter. L’ultima vittima degli uomini di Spalletti è l’Atalanta, superata 2-0 a Bergamo con i gol di Kvara e Rrahmani. Dea a secco per la terza gara consecutiva: non le accadeva dall'ottobre 2018.

L’Inter, invece, inciampa di nuovo lontana da San Siro. A La Spezia finisce 2-1 per i liguri, con Lautaro che si fa parare un rigore sullo 0-0. L’unico gol su azione è quello di Maldini (figlio di Paolo). Gli altri due arrivano da altri due penalty: uno trasformato da Lukaku, l’altro da Nzola.

La Lazio aveva l’opportunità di scavalcare i nerazzurri e portarsi da sola al secondo posto, ma l’ha sprecata, rimanendo una lunghezza sotto la squadra di Inzaghi. A Bologna, infatti, i biancocelesti non vanno oltre lo 0-0.

A sua volta, la Roma aveva l’occasione di superare i cugini e portarsi così in terza posizione, ma all’Olimpico contro il Sassuolo va in scena uno psicodramma che si conclude 3-4. Succede di tutto: Laurienté segna una doppietta in 18 minuti, poi Zalewski accorcia le distanze. Nel recupero del primo tempo, però, Kumbulla dà un calcio folle Berardi: rosso e rigore, che l’azzurro trasforma. Nella ripresa alla magia di Dybala risponde Pinamonti. Infine, gol di Wijnaldum nel recupero.

La Juventus ha ragione di una Sampdoria gagliarda con un gol che produrrà un buon numero di polemiche. I blucechiati, sotto di due gol, in due minuti pareggiano e vanno all'intervallo con una Juve stordita. Nella ripresa cambia la musica: c'è un rigore sbagliato da Vlahovic che viene concesso con generosità per un presunto contatto falloso su Cuadrado, che non smentisce la sua fama di cascatore compulsivo. Alla fine i bianconeri si impongono per 4 a 2 e portano a casa i 3 punti ma l'assenza di Di Maria conferma che la Juventus senza il fuoriclasse argentino va in affanno.

Il Torino vince 2-0 in casa del Lecce e supera il Bologna in classifica, piazzandosi all’ottava posizione. Decisive in Salento le reti di Singo e Sanabria. La squadra di Juric chiude la pratica in 3 minuti: a segno al 20’ e 23’ del primo tempo, poi nessun rischio per la porta di Milinkovic.

Vittoria in trasferta anche per l’Udinese, che passa di misura sul campo dell’Empoli. I friulani tornano così al successo dopo oltre un mese e mezzo. Sul gol di Becao c’è una deviazione di Luperto. Toscani sottotono. Incredibile errore di Caputo.

Terza vittoria di fila per la Fiorentina, che passa 2-0 in casa della Cremonese. Nel primo tempo segna Mandragora, quindi a inizio ripresa Cabral. Con questa sconfitta salvezza sempre più lontana per la squadra di Ballardini.

Chiude il quadro della domenica di calcio il pareggio per 1-1 tra Verona e Monza: Sensi risponde a Verdi. Il pareggio interno allontana ulteriormente i gialloblù dalla zona salvezza. Annullato il gol dell'1-2 a Caprari per millimetrico fuorigioco di Petagna a inizio azione.


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