Un thriller tutto italiano quello firmato da Andrea Zaccariello, Non sono un assassino, che vede per protagonista un bravo Riccardo Scamarcio. Il vice questore Francesco Prencipe (Scamarcio) esce di casa per raggiungere il suo migliore amico, il giudice Giovanni Mastropaolo (Alessio Boni), che non vede da quasi due anni.

 

Due ore di macchina per un colloquio di poche parole. Una domanda. Una risposta. Quella stessa mattina il giudice viene trovato morto, freddato da un colpo di pistola alla testa.

Francesco è l’ultimo ad averlo visto. Solo sue le impronte nella casa. Solo suo il tempo per uccidere. A interrogarlo e accusarlo una Pm (Claudia Gerini) che conosce il suo passato, a difenderlo l’avvocato amico di una vita (Edoardo Pesce).

 

Nell’attesa che lo separa dal processo, le immagini del passato di Francesco si accavallano incoerenti nel disperato tentativo di arrivare al vero assassino. E alla verità di una vita intera.

 

Il film gioca molto su diversi piani temporali, mostrando i protagonisti in tre diversi momenti della loro vita. Questo lo rende interessante dal punto di vista stilistico, ma non mancano sbavature e, soprattutto, non è facile mantenere alta la suspense per due ore di film.

 

Non sono un assassino (Italia 2019)

REGIA: Andrea Zaccariello

ATTORI: Riccardo Scamarcio, Alessio Boni, Edoardo Pesce, Claudia Gerini, Sarah Felberbaum, Barbara Ronchi, Caterina Shulha, Vincenzo De Michele, Elisa Visari, Flavia Gatti, Pasqualina Sanna, Silvia D'amico

DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

Uno dei geni indiscussi dell’arte raccontato sul grande schermo nel film Il Giovane Picasso diretto Phil Grabsky, prossimo appuntamento de la Grande Arte al Cinema di Nexo Digital. Ma chi era prima di diventare l’artista conosciuto in tutto il pianeta? Nasce da questo interrogativo la pellicola in programma nelle sale solo per tre giorni, il 6, 7 e 8 maggio. 

L'uomo fedele, secondo lavoro da regista per il bravo attore Louis Garrel, coglie nel segno. E' una commedia dolce amara quella messa in scena da Garrel e condivisa con il quasi novantenne Jean-Claude Carrière, dove la nouvelle vague va a mixarsi con un genere più attuale e che strizza l'occhio ad un certo cinema americano.

 

Marianne e Abel si amano e vivono insieme, almeno fino a quando Marianne non lascia Abel perché aspetta un figlio da Paul, il miglior amico di Abel. Marianne lo sposerà presto e lui deve andarsene, in fretta.

Duecento anni dalla fondazione del museo del Prado di Madrid, sede di capolavori d'arte assoluti. Per celebrare questo evento arriva al cinema, dal 15 al 17 aprile, Il Museo del Prado. La corte delle meraviglie, nuovo docu-film scritto da Sabina Fedeli e diretto da Valeria Parisi, una produzione 3D Produzioni e Nexo Digital.

 

Quadri e opere stupende che stanno a raccontare la storia della Spagna e di un intero continente. Lo spettatore è accompagnato con mano in un luogo di memoria e uno specchio del presente con 1700 opere esposte e un tesoro di altre 7000 conservate. Una collezione che racconta le vicende di re, regine, dinastie, guerre, sconfitte, vittorie.

Il Prado di Madrid venne fondato il 19 novembre 1819, quando per la prima volta si parlò di Museo Real de Pinturas. Un film che vuole percorrere non solo questi ultimi 200 anni, ma almeno sei secoli di storia, perché la vita della collezione del Prado ha inizio con la nascita della Spagna come nazione e con il matrimonio tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia. Un’unione che sancisce l’avvio del grande impero spagnolo.

 

Eppure, per molto tempo nel corso dei secoli, la pittura è stata una lingua universale, che non ha conosciuto frontiere. E se c’è un museo dove si rende evidente che la pittura non è stata toccata dai nazionalismi, questo è proprio il Prado, con le sue collezioni eclettiche e sfaccettate capaci di raccontare come l’arte non abbia passaporti limitanti, ma sia al contrario un viatico universale in grado di comprendere e raccontare i pensieri e i sentimenti degli esseri umani.

 

A guidare gli spettatori verso la scoperta della bellezza è il Premio Oscar Jeremy Irons, partendo dal Salon de Reinos, un’architettura volutamente spoglia che si anima di vita, luci, proiezioni, riportando il visitatore al glorioso  passato della monarchia spagnola e al Siglo de Oro quando alle pareti erano appesi molti dei capolavori oggi esposti al Prado.

Al centro non solo i quadri, ma anche i temi in essi trattati, parti di una società, coi suoi ideali, i suoi pregiudizi, i vizi, le nuove concezioni, le scoperte scientifiche, la psicologia umana, le mode.

 

Un patrimonio universale che comprende non soltanto le opere di Vélazquez, Rubens, Tiziano, Mantegna, Bosch, Goya, El Greco conservate al Prado, ma anche l’Escorial, Pantheon dei reali, il Palazzo Reale di Madrid, il Convento de Las Descalzas Reales, il Salon de Reinos. Un affresco che contrappone interni ed esterni, quadri e palazzi, pennellate e giardini.

 

La narrazione d’arte si intreccia con lo studio dell’architettura e l’analisi di preziosi materiali d’archivio e verrà scandita dalle testimonianze dei vari esperti del Museo intervistati.

 

Il Museo del Prado. La corte delle meraviglie (2019)

ANNO: 2019

REGIA: Valeria Parisi

ATTORI: Jeremy Irons

DISTRIBUZIONE: Nexo Digital

Il mondo delle fiabe ispira ancora una volta il visionario autore Tim Burton, il quale dopo Alice in Wonderland si cimenta ora con un classico Disney come Dumbo. Una nuova avventura live-action, rivisitazione della classica storia dell'elefantino dalle orecchie giganti.

 

Max Medici (Danny DeVito), proprietario di un circo, assume l’ex star Holt Farrier (un bravo Colin Farrell) insieme ai figli Milly (Nico Parker) e Joe (Finley Hobbins) chiedendo loro di occuparsi di un elefante appena nato dalle orecchie sproporzionate, che è diventato lo zimbello di un circo già in difficoltà.


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