La cronaca entra nel cinema con il film firmato da Claudio Bonivento, A mano disarmata. Una pellicola che mette a nudo uno spaccato d'Italia drammatica, dove la malavita continua a minacciare il lavoro giornalistico.

 

Da cronista dell’edizione romana di un grande quotidiano nazionale, la Repubblica, Federica Angeli, interpretata da una insolita Claudia Gerini, prende in mano la sua vita e decide di usarla, senza risparmio, in una causa civile: la lotta ai clan mafiosi che infestano una parte della Capitale, Ostia, dove lei stessa vive.

 

La sua arma è e sarà sempre la penna. Il film racconta le tappe di una vera e propria sfida alla criminalità, iniziata nel 2013 e non ancora finita. In un susseguirsi di colpi di scena, il regista fa vivere insieme alla giornalista le sue paure, a tratti la sua disperazione, i momenti di solitudine e la straordinaria solidarietà ricevuta dal web, dagli studenti, da alcuni magistrati, dalla parte onesta della politica e dai carabinieri della sua scorta.

 

Una testimonianza puntuale, incalzante, senza respiro, che non dimentica mai la sua dimensione di donna, di madre e di moglie contesa alla serenità famigliare.

 

“É una sensazione strana quella che si prova a vedere la propria storia trasformarsi in un film. L’idea di trasformare il mio libro e la mia storia in un film è stata del mio collega Paolo Butturini. Conosceva il regista che si è subito appassionato e si è impegnato perché questa storia venisse raccontata”, afferma la Angeli.

 

Il ruolo pubblico e quello privato di mischiano, si alternano, si confondono, ma non si perdono mai. Quello che emerge è una donna forte, in lotta contro un sistema sbagliato, con un forte amore per la sua professione e per la giustizia.

 

Il maxi processo per mafia contro i clan di Ostia inizia il 6 giugno 2018. Un anno dopo il film al cinema.

 

A mano disarmata (Italia 2019)

REGIA: Claudio Bonivento

SCENEGGIATURA: Domitilla Shaula Di Pietro, Federica Angeli

FOTOGRAFIA: Maurizio Dell'Orco

PRODUZIONE: Laser Digital Film in collaborazione con Rai Cinema

Luis Ortega firma una pellicola nera che convince fin da subito, sia per la costruzione dei personaggi che per la contrapposizione tra anima e corpo. Siamo a Buenos Aires, nel 1971. Giovane, spavaldo, coi riccioli biondi e la faccia d'angelo, Carlos entra nelle case della gente ricca e ruba tutto ciò che gli piace. L'incontro a scuola con Ramón, coetaneo dal quale è attratto, segna il suo ingresso in una banda di criminali, con la quale compie altri furti e soprattutto il suo primo omicidio, di fronte al quale rimane assolutamente impassibile.

Il crimine organizzato è al centro del bel film di Marco Bellocchio, Il Traditore, con Pierfrancesco Favino che veste i panni del boss Tommaso Buscetta. Nei primi anni '80 è in corso una vera e propria guerra tra i capi della mafia siciliana per il controllo sul traffico della droga. Tommaso Buscetta, conosciuto come il “Boss dei due mondi”, fugge per nascondersi in Brasile e da lontano, assiste impotente all’uccisione di due suoi figli e del fratello a Palermo; ora lui potrebbe essere il prossimo.

 

Arrestato ed estradato in Italia dalla polizia brasiliana, Buscetta prende una decisione che cambierà tutto per la mafia: decide di incontrare il giudice Giovanni Falcone e tradire l'eterno voto fatto a Cosa Nostra. Sarà proprio Falcone (Fausto Russo Alesi) ad offrirgli un'alternativa: diventare collaboratore di giustizia. Insomma un vero e proprio tradimento nel codice mafioso. Saranno le sue rivelazioni il motore per far partire il maxi-processo che vede alla sbarra ben 475 imputati.

 

Le sentenze scaturite dal processo riescono far cadere molte teste all'interno della mafia, ma Totò Riina resta ancora latitante. Da qui nascerà la decisione dell'attentato a Falcone e alla sua scorta.

 

Da allora per la storia politica italiana non sarà più la stessa cosa, dato che molti nomi illustri entreranno nel processo, chiamati in causa proprio da Buscetta.

 

Bellocchio costruisce un personaggio con luci ed ombre, tragico, dai tratti teatrali, che non si svela mai fino in fondo. Questo lascia nello spettatore un senso di attesa, alla ricerca di risposte che forse non si avranno mai.  Sullo sfondo un'Italia fatta a pezzi, sconfitta nella sua moralità e che cerca una redenzione, nonostante tutto.

 

Il traditore (Italia 2019)

REGIA: Marco Bellocchio

ATTORI: Pierfrancesco Favino, Maria Fernanda Cândido, Fabrizio Ferracane, Luigi Lo Cascio, Fausto Russo Alesi,

DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

Primo film in lingua ingelse per il regista Jacques Audiard, che ne I fratelli Sisters dirige John C. Reilly, Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal e Riz Ahmed in un western d'impatto e originale. Adattamento cinematografico del romanzo del 2011 Arrivano i Sister scritto da Patrick deWitt, la pellicola racconta le gesta di due fratelli, Charlie ed Eli.

 

Siamo in Oregon e i due protagonisti hanno caratteristiche molto diverse. Il primo è impulsivo, scontroso, amante di vino e donne, il secondo è più riflessivo e sensibile. Si trovano a lavorare insieme, ma a causa dei caratteri divergenti, non vanno sempre d'accordo, così battibecchi ed incomprensioni sono all'ordine del giorno.

Una Taranto fosca, con le ciminiere fumose dell'Ilva, fa da sfondo al nuovo film di Sergio Rubini, Il grande spirito. In un quartiere di periferia, durante una rapina, uno dei tre complici, un cinquantenne dall'aria malmessa, Tonino (Sergio Rubini) approfittando della distrazione degli altri due, ruba tutto il malloppo e scappa. Il suo è un gesto di riscatto nei confronti di chi non ha più rispetto del suo lungo e onorato curriculum delinquenziale, macchiato da un fatale errore, che gli è valso l'ignominioso appellativo di Barboncino.

 

La corsa di Tonino, inseguito dai suoi complici sempre più infuriati, procede verso l'alto, di tetto in tetto fino a raggiungere la terrazza più elevata, oltre la quale c'è lo strapiombo, che lo costringe a cercare rifugio in un vecchio lavatoio. Lì trova uno strano individuo (Rocco Papaleo) dall'aspetto eccentrico: porta una piuma d'uccello dietro l'orecchio, sostiene di chiamarsi Cervo Nero, di appartenere alla tribù dei Sioux e aggiunge che il Grande Spirito in persona gli aveva preannunciato l'arrivo dell'Uomo del destino!

 

Tonino si trova sotto assedio: il quartiere è presidiato dai suoi inseguitori e gli angoli delle strade controllate. In una immobilità forzata dovuta ad una caduta da un'impalcatura, con il bottino finito sepolto sotto una montagna di pietrisco in un vicino cantiere, falliscono i suoi tentativi velleitari di recuperare la refurtiva e di organizzare una fuga con l'ex-compagna Milena (Bianca Guaccero).

 

Tonino è completamente solo. Non gli rimane che un'unica disperata alternativa: allearsi con quello squilibrato che si comporta come un pellerossa e che, proprio perché guarda il mondo da un'altra prospettiva, potrà forse fornirgli la chiave per uscire dal vicolo cieco in cui è finito.

 

Una storia di rivincita degli emarginati, quella che Rubini racconta, in lotta con un mostro d'acciaio (l'Ilva) e in difesa dell'ambiente circostante. Un mix di generi che rende questo film piacevole, portando anche a riflettere sull'attualità di una Regione, ma anche di un Paese più in generale.

 

Il grande spirito (Italia 2019)

Regia: Sergio Rubini

Cast: Sergio Rubini, Rocco Papaleo, Ivana Lotito, Bianca Guaccero, Geno Diana, Alessandro Giallocosta

Distribuzione: 01 Distribution


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