di Roberta Folatti

Un ping pong di affetti nel nuovo film di Ozpetek. E’ di nuovo una famiglia particolare quella messa sotto i riflettori da Ferzan Ozpetek, una famiglia dove i legami non sono di sangue ma di amicizia, comunanza, amore, solidarietà affettuosa.

di Roberta Folatti

Di primo acchito lo si può scambiare per uno dei tanti film ambientati nei bassifondi di una metropoli, tra teppistelli di origini latine sempre pronti ad azzuffarsi tra loro. Ma Guida per riconoscere i tuoi santi è un prodotto originale sia nella sceneggiatura che nell’approccio registico. Non per niente è stato premiato al Sundance Film Festival 2006, vetrina principe per i film indipendenti. Basata sulla convinzione che è necessario riconciliarsi col proprio passato anziché sfuggirlo e che, per quanto traumatico esso sia, ha sempre qualcosa da insegnarci, la pellicola di Dito Montiel – scrittore dai molteplici talenti al suo esordio alla regia – ripercorre gli avvenimenti di una torrida estate degli anni ’80.

di Roberta Folatti

Nelle immagini in cui incita un gruppo di bambini a mimare il testo di una sua canzone, si avverte l’immediatezza e la naturalezza del suo rapporto con l’infanzia. Roberto Piumini , a detta anche delle persone intervistate nel video - amici, colleghi, critici letterari e gli stessi bambini che mettono in scena i suoi spettacoli – è dotato di una fantasia sfrenata, di un irresistibile impulso creativo. Non per niente è autore di quasi duemila canzoni, di moltissimi libri per l’infanzia, di poesie e romanzi per adulti, oltre che di testi teatrali e di programmi radiofonici e televisivi (tra cui il mitico “Albero Azzurro”).

di Roberta Folatti

Il percorso è lo stesso di sessant’anni fa ma la tregua si è nuovamente rotta. Siamo sulle tracce di Primo Levi, che descrive in un famoso libro il viaggio compiuto dopo la liberazione da Auschwitz, seimila chilometri in dieci mesi a seguito di un gruppo di ex prigionieri sotto la scorta dell’esercito russo. Una peregrinazione durata dal gennaio all’ottobre del 1945 che per lo scrittore rappresentò un benefico tempo di sospensione dopo l’orrore, una pausa prima di tornare a Torino alla vita “normale”.

di Roberta Folatti

Il viaggio compiuto dal protagonista di questo film è un avvicinamento al nucleo compresso delle proprie emozioni, una riconquista della capacità di sentire, anestetizzata da anni di isolamento.


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