di Luca Mazzucato

Lo scoop sul discorso di Barack Obama al Cairo è lanciato dalla CNN: nessuno gli ha tirato una scarpa! Si potrebbe riassumere così la reazione araba e iraniana, ed è un notevole risultato, pensando alla scia interminabile di guerra, morte e distruzione che il suo predecessore ha lasciato in Medioriente. Obama ridisegna la politica americana nella zona più calda del pianeta. Una scarpa questa volta gliel'avrebbe tirata volentieri il premier israeliano Netanyahu, se fosse stato presente, a nome del suo governo di coloni: mai come ora le posizioni di Israele e Stati Uniti sono state così divergenti su tutti i fronti interni ed esterni. Presto i nodi degli insediamenti e dell'embargo su Gaza verranno al pettine e metteranno alla prova dei fatti i buoni propositi della nuova amministrazione american. Nel suo lungo e denso discorso all'Università Al-Azhar al Cairo, Obama ha per la prima volta enunciato chiaramente la nuova posizione americana su tutte le questioni calde della politica mediorientale. Si tratta di un’inversione di rotta a centottanta gradi su quasi tutto, eccetto l'occupazione in Afghanistan. Cerchiamo di capire di cosa si tratta, con particolare attenzione alle questioni riguardanti il rapporto tra Stati Uniti e Israele.

di Michele Paris

Alla vigilia dell’inizio di un processo che minacciava di rivelare al mondo le proprie attività nel delta del Niger, la multinazionale Royal Dutch Shell ha acconsentito a versare la somma di 15,5 milioni di dollari per chiudere una battaglia legale intorno all’esecuzione del leader ambientalista nigeriano Ken Saro-Wiwa nel novembre 1995. La multinazionale anglo-olandese, pur continuando a dichiararsi estranea ai fatti, ha finito per patteggiare una somma enorme, nonostante nessuna compagnia sia stata finora condannata per violazione dei diritti umani secondo la legge americana che aveva permesso l’istruzione del processo di fronte ad una corte di New York. Accusato ingiustamente di omicidio, Saro-Wiwa venne impiccato dal regime militare allora al potere in Nigeria in seguito a pressioni esercitate dai dirigenti della Shell, infastiditi dalle continue proteste messe in atto dal suo Movimento per la Sopravvivenza del Popolo Ogoni (MOSOP).

di Elena Ferrara

La notizia viene dalla lontana Kalaallit Nunaat - la “Terra dell'Uomo” o Groenlandia - dove gli eschimesi hanno portato alla vittoria la sinistra indipendentista. Del fatto (tenendo conto che si parla di un paese con circa 60mila abitanti con un corpo elettorale di appena 30.000) parlano solo varie agenzie che trasmettono i loro servizi dalla capitale Nuuk insieme a corrispondenti curiosi. Ma sulla notizia, in Italia, piomba il sito dei Ds che sotto l’occhiello-slogan “Più forti noi, più forte tu”, rilancia il risultato della Groenlandia. Una bella consolazione che, comunque, va registrata. I socialdemocratici, che erano al potere da trent’anni (con il partito “Siumut” (Avanti!), sono stati battuti dalla formazione “Inuit Ataqatigiit” (Comunità dell'Uomo) che raggruppa una notevole parte di eschimesi. E precisamente tutti coloro che da anni si battono per accelerare il processo d'indipendenza dalla Danimarca.

di Carlo Benedetti

In Russia l’immagine generale del nostro premier - a parte le rievocazioni ufficiali degli incontri con Putin e Medvedev - non è delle migliori. Anzi. Andiamo a leggere (dal momento che dall’Italia lo possono fare tutti grazie ad una incursione sul motore Yandex) alcuni titoli del lungo menù (47 schermate) che ci viene offerto dopo aver cliccato “??????? ??????????” rigorosamente in caratteri cirillici. E cosa apprendiamo in prima battuta? C’è un ampio servizio sulle sue ville e sulle sue proprietà all’estero. Segue a ruota un estratto dal sito “Verymportantpersons.ru” dove si fa riferimento a catene di negozi che appartengono al premier, a canali televisivi che fanno parte della sua società, alle case editrici da lui influenzate, a riviste e quotidiani che fanno parte della sua cordata… Tutta una sequela di notizie che dimostrano al popolo russo che questi Putin e Medvedev che tutti ritengono ricconi e potenti, al cospetto del presidente italiano non sono altro che dei poveri arricchiti…

di Alessandro Iacuelli

Si apre la polemica negli Stati Uniti per la pubblicazione in rete di un documento riservato, contenente la lista dei siti nucleari sparsi su tutto il territorio nazionale. Il documento è stato rimosso dalla Rete, ma è comunque rimasto consultabile, e scaricabile per un'intera giornata sul sito web del governo. Una "svista" abbastanza grave, giacché la lista contiene descrizioni relative anche agli impianti dove è stoccato l’uranio arricchito ed altri materiali utilizzati per la costruzioni di armi nucleari. Secondo il governo USA si è trattato proprio di una svista: il documento era riservato e destinato all’Agenzia Onu per l'energia atomica (Aiea). Ed ora? In molti, oltreoceano, denunciano il rischio che le informazioni contenute siano state acquisite da terroristi pronti a colpire gli Stati Uniti. Un pericolo che gli esperti nucleari hanno prontamente minimizzato, sostenendo che è comunque possibile conoscere la localizzazione esatta dei siti nucleari attraverso altre fonti.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy