di Carlo Benedetti

In Russia si è al regime. Il vertice del paese - che è tutto nelle mani del duo Putin-Medvedev - occupa ora l’ultimo spazio che era ancora libero nelle bande televisive. Nasce un nuovo colosso dei media che sarà a libro-paga della presidenza. Si chiamerà “NMG - Mediagroup nazionale” e comprenderà una rete impressionante di stazioni russe: 864, per la precisione, che diffondono attualmente i loro programmi (informativi soprattutto) in Russia, nelle nazioni della Csi e nei paesi del Baltico (Lettonia, Lituania, Estonia). Nella nascente holding ci sarà posto anche per il quotidiano Izvestija che, ormai da anni, è la voce ufficiale del padrone (Putin) e che avrà un ruolo notevole nella gestione economica della NMG. Ma è anche chiaro che tutti i giornalisti del quotidiano (compresi quelli all’estero) saranno a disposizione dell’emittente. Si arriva, in pratica, ad una “piovra” che non ha eguali in altri paesi. A dirigere l’intero complesso il Cremlino ha chiamato Jurij Kovalcuk, un amico fidato di Putin che è anche proprietario della banca “Rossija” che è un istituto di credito di dimensione nazionale, con un capitale che nel 2006 ha raggiunto 3689,5 milioni di rubli (pari a 157,070 milioni di dollari).

di Giuseppe Zaccagni

Da Accra, capitale del Ghana, l’Onu si sveglia - sotto l’incubo di uno tsunami silenzioso - e scopre la fame nel mondo (per 100 milioni di persone) provocata anche da quei continui rincari dei prezzi agricoli, imposti dalle economie “forti”, che seminano il panico provocando le attuali catastrofi umanitarie. L’allarme è lanciato dallo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite, ??n Ki-moon, impegnato ad aprire l? dodicesima conferenza mondiale sul commercio ? sullo sviluppo. Ed è lui che si rivolge ai “potenti della terra” annunciando la pericolosità di una “crisi a cascata” in tutto il mondo, se l? questione dei prezzi elevati dei prodotti alimentari non sarà gestita correttamente. Il Segretario generale delle Nazioni Unite spiega poi che tutto questo si ripercuoterà “sulla crescita ???nomica, il progresso sociale ? l? stessa sicurezza politica mondiale”. “Non si può più aspettare - dice ancora - e di conseguenza la comunità internazionale deve avviare azioni urgenti per evitare conseguenze ?n??r? più gravi”.

di Michele Paris

Come era ampiamente nelle previsioni, Hillary Clinton è uscita vincitrice dalle primarie democratiche in Pennsylvania di martedì scorso. La Senatrice di New York ha conquistato un successo che le consente indubbiamente di rimanere in corsa per la nomination del proprio Partito almeno per qualche altra settimana, ma che molto difficilmente potrà cambiare l’esito di un confronto che la vede tuttora inseguire Barack Obama sia nel numero dei delegati conquistati sia in quello dei voti espressi. In un momento particolarmente delicato della prolungata battaglia in casa democratica, caratterizzata da un inasprimento dei torni da parte di entrambi i candidati, una serie di recenti sondaggi sfornati da svariati organi di informazione d’oltreoceano per misurare i rapporti di forza nel paese tra i due contendenti dimostra inoltre come l’aggressiva campagna elettorale messa in atto dallo staff della ex First Lady non stia dando i frutti sperati ma, anzi, stia compromettendo non poco la sua immagine nell’opinione degli elettori democratici ed indipendenti. E il rischio concreto è quello di servire un clamoroso e inaspettato assist al candidato repubblicano John McCain in vista delle elezioni di novembre.

di Cinzia Frassi

Nell'ultimo Consiglio dei Ministri, l'uscente Presidente Romano Prodi accorda un sostanzioso prestito alla compagnia aerea di bandiera, gettando sostanzialmente alle ortiche ben 300 milioni di euro. Staremo a vedere le reazioni conseguenti di Bruxelles, che potrebbe dire no ad un prestito che in realtà concretizza un aiuto di Stato, anche se la fantasia tutta italiana prova a giustificarlo in nome “dell’ordine pubblico”. Alitalia brucia 1 milione di Euro al giorno, con un bilancio che pare un incubo: come si può immaginare che possa restituire 300? Ma ciò che appare paradossale, anche se in perfetto stile bipartisan, sono le dichiarazioni di Prodi: "L’onorevole Berlusconi ha chiesto di provvedere ad un prestito ponte più sostanzioso di quel che avevamo prospettato". Infatti pare che inizialmente Prodi e l'uscente ministro dell'Economia Padoa-Schioppa limitassero il "prestito" a circa 150 milioni. Poi deve essere arrivata la telefonata del Cavaliere.

di Eugenio Roscini Vitali

Fino ad oggi in Darfur il conflitto ha colpito quattro milioni di civili di cui un milione e ottocentomila di età inferiore ai 18 anni; i profughi sono due milioni e trecentomila, la metà dei quali non sono ancora ragazzi. Tra loro c’è chi lo scorso febbraio ha compiuto cinque anni, figli di un conflitto brutale quanto assurdo, nati e vissuti senza mai aver conosciuto la pace e con pochissime speranze di sopravvivere alla guerra. Negli ultimi due anni i combattimenti hanno provocato 120 mila nuovi “giovani” esuli; nello scorso febbraio gli attacchi messi in atto dai Janjawid, le milizie arabe sostenute dal governo di Khartoum, hanno causato 800 nuovi profughi la cui età varia tra i 12 e i 18 anni. Per la comunità internazionale aprile segna anche un quinquennio di insuccessi, la fallimentare risposta all’escalation di una crisi troppo spesso dimenticata, dove gli scontri etnico-culturali e la politica di arabizzazione di un regime senza scrupoli si sposano perfettamente con gli interessi legati al petrolio e al commercio delle armi.


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