di Maura Cossutta

Quattro ministri, Fabio Mussi, Paolo Ferrero, Alfonso Pecoraro Scanio e Alessandro Bianchi, hanno preso carta e penna e hanno scritto a Prodi. Hanno scritto una lettera perché, mentre giovedì prossimo Prodi dovrebbe presentare al Consiglio dei Ministri il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (DPEF), nessuno di loro è mai stato coinvolto, sentito, ascoltato. Altri ministri sì, sono stati ricevuti e con loro si sono formulate proposte, si sono definite cifre. Una lettera, quindi, che rappresenta innanzitutto una esplicita e dura critica di metodo, di mancanza di collegialità e che è già questione di merito. Un governo che non si presenta insieme all’appuntamento del DPEF dimostra infatti di avere seri e gravi problemi politici al suo interno; un Presidente del Consiglio che procede senza coinvolgere nemmeno i suoi ministri dimostra di essere schiacciato da questa debolezza e per questo destinato soltanto ad essere condizionato da chi è più forte. Dini in questo senso si è già fatto subito sentire, ponendo il suo diktat, e dietro di lui quel pezzo dei poteri economici e di forze politiche che stanno aspettando il tempo del cambio della guardia, dell’espulsione dalla maggioranza delle forze della sinistra”radicale” per aprire a un governo istituzionale. E contro Dini la stampa che conta non ha lanciato strali, anzi; contro i quattro ministri, viceversa, sta partendo un fuoco incrociato: i soliti irresponsabili, ideologici, irriducibili.

di Cinzia Frassi

Approvato lo scorso gennaio ed entrato in vigore il successivo 9 febbraio, il regolamento targato Formigoni sulle attività cimiteriali vede la ribalta della carta stampata, anche se forse non abbastanza per le aspettative di qualcuno. "Per la prima volta in Italia si riconosce al feto il rispetto che merita" commentava il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Niente meno. Peccato che risalga al '90 il decreto del Presidente della Repubblica n. 285 con il quale all'art. 7 c. 3 si prevedeva che "a richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti con la stessa procedura anche prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane." Nessuna novità se non l'introduzione di una procedura di informazione in odore di speculazione in stile moralizzatore quanto rampante. Il regolamento stabilisce infatti che tutti i feti, in caso di interruzione volontaria di gravidanza entro le 20 settimane, hanno diritto a sepoltura e che le spese saranno a carico della famiglia (quando c’é ndr,) oppure della struttura sanitaria dove è avvenuta l'interruzione volontaria di gravidanza. Inoltre, in mancanza di richieste in questo senso si dovrà provvedere "in analogia a quanto disposto per le parti anatomiche riconoscibili". Prima del regolamento i feti sotto le 20 settimane seguivano il destino dei rifiuti ospedalieri.

di Alessandro Iacuelli

Si ritorna a parlare di conferenza nazionale sull'Energia, in Italia, ma non ancora di un nuovo Piano Energetico Nazionale. Certamente è importante la costruzione di una conferenza nazionale, della quale c’è bisogno da almeno un quinquennio; ma c'è da notare che la procedura istituzionale per arrivare all'appuntamento è iniziata solo dopo la bocciatura, da parte dell'UE, del piano nazionale sulle emissioni presentato dall'Italia. A questo si aggiunga che la conferenza mondiale sull'energia, la World Energy Conference, si terrà nel prossimo mese di novembre, dall'11 al 15, proprio a Roma. Così, il nostro governo ha deciso di organizzare finalmente la conferenza nazionale sull'Energia e l'ambiente. La data definitiva non c'è ancora, è tutta da costruire. Quel che per ora è certo, è il decreto congiunto presentato da Bersani e Peroraro Scanio, che prepara il terreno all'attuazione della conferenza. L'evento difficilmente sarà prima dell'estate, poiché i tempi non sono precisamente brevi ed il lavoro da fare è molto. Il comitato nominato dai due ministri deve lavorare molto ed in fretta, per riuscire a tenere la conferenza subito prima del WEC di Roma.

di Fabrizio Casari

Il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha avuto un lungo colloquio con George W. Bush. Un colloquio amichevole e cordiale, come precisa l’Ufficio Stampa di Palazzo Chigi. E fin qui niente di nuovo. Ma Prodi ha anche tenuto a precisare che non c’erano da affrontare problemi nei rapporti bilaterali, dal momento che, problemi, non ve ne sono. Siamo alleati ed amici, ha detto il professore, dunque nessun contenzioso. E invece no, le cose non stanno così. O meglio, stanno forse così per Prodi, ma non per l’Italia. Che di problemi nell’ambito delle relazioni bilaterali con gli Stati Uniti ne ha, eccome se ne ha. A cominciare dalla mancata estradizione del militare Usa Lozano, l’assassino di Nicola Calipari, passando per l’ampliamento della base dell’Us Army di Vicenza, Dal Molin, per finire con la scomposta, gravissima ingerenza dell’ambasciatore statunitense a Roma nei temi che riguardano la politica nazionale ed estera dell’Italia.

di Fabrizio Casari

Con occhiali neri, abiti scuri e auricolari bianchi sono entrati in centocinquanta e hanno occupato un intero palazzo in Via Nazionale, nel pieno centro di Roma. Sono agenti del Servizio Segreto statunitense, deputati alla scorta del Presidente Bush, scesi da quarantadue automobili blindate. A costoro si aggiungono i tiratori scelti, gli aerei da combattimento F-16 e da ricognizione, gli elicotteri di scorta del 15° stormo per garantire un volo sereno all’Air Force One e Air Force Two. Sotto, la città è blindata: persone, strade, parchi e cassonetti sono ispezionati alla ricerca della qualunque. Sembra di assistere ad un reality dal titolo incerto, tra sospetti, fastidi, polemiche e minacce. Quelli scesi a Via Nazionale sono insomma solo l’avanguardia di un esercito di diecimila uomini, tra americani e italiani, a cui si aggiungono cinquecento vigili urbani. Neanche fosse Baghdad. Sorveglieranno passeggiate, incontri e sorrisi di circostanza del mandarino statunitense in viaggio nella colonia d’oltreoceano. O forse della ex-colonia, a stare attenti ai temi previsti dall’agenda dei colloqui che il presidente texano avrà nella città eterna.


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