di redazione

È stata una domenica di follia per Mauro Icardi. E il pallone, purtroppo, c’entra poco. Il giovane attaccante nerazzurro è finito al centro di una bufera societaria per un passaggio della sua autobiografia in cui dipinge i tifosi interisti come una banda d’ingrati violenti che lui, da vero duro, non ha paura di affrontare. Anzi, sarebbe pronto a chiamare “100 criminali dall’Argentina per farli ammazzare tutti”.

Di fronte a una simile idiozia letteraria è abbastanza inutile chiedersi come mai a un ragazzo di 23 anni venga in mente di scrivere un’autobiografia. Il motivo è ovvio: qualcuno gliel’ha chiesta perché conta di venderla e di ricavarne profitto. Avrebbe più senso interrogarsi su chi siano questi committenti, che peraltro si identificano certamente anche con gli autori dell’opera. Senza nulla togliere alla vena autoriale di Maurito, questi libri vengono scritti da editor e ghost writer, non certo dai calciatori. E chissà se l’Inter si rende conto dello straordinario marketing editoriale che sta fornendo gratis a questi signori.

Il risultato sul campo è che, a San Siro contro il Cagliari, Icardi viene fischiato dai suoi tifosi e sbaglia un rigore sullo 0-0. Poco male, pensano nella curva nerazzurra quando nella ripresa Joao Mario mette dentro il suo primo gol interista. Sennonché gli ospiti riescono prima a pareggiare con Melchiorri, poi addirittura a ribaltare il risultato con un cross dello stesso Melchiorri che finisce in porta dopo una deviazione su cui Handanovic non fa una bella figura. Avere il 66% di controllo palla, vincere il 70% dei contrasti e tirare in porta 14 volte serve a poco se non si riesce a metterla dentro e giocare gli ultimi 20 minuti con 6 giocatori offensivi é un buon modo per farsi castigare.

L’Inter rimane così a 11 punti e scivola al decimo posto, mentre i cugini del Milan si guadagnano la seconda posizione portando a casa 3-1 il posticipo sul campo del Chievoverona, quinto a 13 punti (in rete Kucka, Niang e Bacca, inutile il gol di Birsa). I rossoneri salgono a quota 16 e riagganciano la Roma, vittoriosa sabato sempre per 3-1 in casa del Napoli, ora quarto a 14 punti. Festeggia la Juventus, che con il 2-1 di sabato in rimonta sull’Udinese (firmato da una doppietta di Dybala) sale a 21 punti ed ha già cinque lunghezze di vantaggio sulle inseguitrici più vicine.

Ma le brutte notizie per il Napoli non finiscono qui: gli azzurri vengono anche raggiunti in classifica dalla Lazio, che all’Olimpico fa 1-1 contro il Bologna. Peraltro, dopo il vantaggio emiliano firmato da Helander al decimo del primo tempo, i biancocelesti agguantano il pareggio solo al 97esimo grazie a un rigore molto dubbio su Wallace che Immobile trasforma con freddezza.

Recupera terreno il Sassuolo, che supera in casa il Crotone (sempre più ultimo con un solo punto) ribaltando nella ripresa il gol iniziale di Falcinelli con le reti di Sensi e Iemmello. I neroverdi salgono così a quota 12 e raggiungono il Genoa, fermato sullo 0-0 a Marassi dall’Empoli. Finisce a reti inviolate anche fra Fiorentina e Atalanta, che arrivano rispettivamente a 9 e 10 punti, senza riuscire a imprimere quell’accelerazione che ancora manca alla loro stagione.

In attesa del posticipo di questa sera fra Palermo e Torino, chiude il quadro della giornata l’1-1 nell’altro anticipo fra Pescara e Sampdoria, che arrivano a 7 e 8 punti in classifica. Fa tutto Campagnaro: prima l’autogol per il vantaggio degli ospiti nel primo tempo, poi la nella ripresa la rete del pareggio per gli abruzzesi.

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L’1-1 contro la Spagna e il 3-2 contro la Macedonia sono stati davvero due miracoli all’italiana. La Nazionale azzurra archivia la seconda e la terza giornata del girone di qualificazione ai Mondiali con due incontri per certi versi simili, anche se contro avversari distanti fra loro anni luce.

Le analogie sono principalmente tre: la formazione iniziale più che discutibile, lo svantaggio causato da incredibili errori individuali e la reazione di orgoglio degli ultimi 20 minuti, che ci ha consentito di agguantare un pareggio (sfiorando la vittoria) contro gli spagnoli e di completare una contro-rimonta al cardiopalma contro i macedoni.

Più degli svarioni difensivi - l’uscita bucata da Buffon nella prima partita e il retropassaggio sbagliato da Verratti nella seconda - a destare preoccupazione sono le letture tattiche di Ventura. In particolare, contro la velocissima Spagna è apparsa davvero incomprensibile la scelta di schierare un playmaker lento come Montolivo, che difatti non è riuscito a costruire nulla, rimediando anche uno sfortunato e gravissimo infortunio al crociato che lo terrà fuori almeno sei mesi. Dobbiamo ringraziare l’inconcludenza dell’attacco spagnolo e l’involuzione di Sergio Ramos, che ha atterrato ingenuamente Eder in area, se alla fine De Rossi è riuscito a pareggiare dal dischetto la rete iniziale di Vitolo.

Gli errori più gravi, però, il ct li ha commessi nella partita di domenica a Skopje. L’assenza contemporanea sia di De Rossi sia di Parolo ha consegnato il centrocampo nelle mani dei nostri avversari, lasciando senza copertura Verratti (peraltro ancora sofferente per gli strascichi di una pubalgia), che non aveva abbastanza spazio per impostare e finiva regolarmente sotto pressione in fase di disimpegno. Di qui è nato l’erroraccio che nella ripresa ha permesso a Nestorovski di pareggiare il vantaggio azzurro firmato nel primo tempo da Belotti.

Grazie alla mancanza di un interditore davanti difesa italiana, poi, i macedoni sono riusciti addirittura ad andare in vantaggio 2-1, sfruttando con un tiro da fuori di Hasani l’ennesima incertezza della retroguardia azzurra. A quel punto sembrava profilarsi una disfatta di coreana memoria, ma per fortuna Ventura ha avuto l’illuminazione d’inserire contemporaneamente Parolo e Sansone, che hanno completamente cambiato la partita permettendo agli azzurri di dominare il centrocampo.

L’altra intuizione è stata avvicinare Immobile alla porta. Il centravanti della Lazio è più una prima punta che un attaccante esterno: non ha la tecnica nei piedi per accentrarsi partendo da lontano, ma se riceve palla sotto porta è quasi sempre letale. E, per fortuna, a Skopje lo è stato due volte: prima con una zampata su cross di Candreva, poi con un colpo di testa in pieno recupero che ha consegnato il successo agli azzurri.

Da queste due partite, inoltre, Ventura dovrebbe trarre una lezione di carattere anagrafico: i migliori in campo, oltre a Immobile, sono stati Belotti, Sansone e Romagnoli. In vista del Mondiale fra due anni occorre puntare sui calciatori nati negli anni Novanta, per presentarci in Russia con una formazione competitiva dal punto di vista atletico. Proprio la fase delle qualificazione, oltre alle amichevoli, servirebbe ad ggiungere quel minimo di esperienza internazionale che consentirebbe ad una formazione giovane di giocare alla meglio un torneo fatto di partite ravvicinte in condizioni climatiche difficili.

Sarebbe perciò fondamentale inserire perlomeno anche Donnarumma e Rugani, chiedendo a una leggenda come Buffon e a un grande difensore come Barzagli di fare un passo indietro, limitandosi ad una presenza secondari nei 23 che disputeranno il Mondiale. Per operare una rivoluzione del genere, però, ci vorrebbe un commissario tecnico di grande carisma e autorevolezza. Con tutto il rispetto, ci vorrebbe qualcuno con una carriera alle spalle più prestigiosa di quella di Ventura.

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Con una buona dose di fortuna e tanta rabbia, Roma e Milan si rilanciano vincendo due gare a dir poco emozionanti. Nel posticipo della settima giornata, i giallorossi superano 2-1 l’Inter. I capitolini passano subito in vantaggio con Dzeko e nella ripresa vengono raggiunti dai nerazzurri con un gran gol di Banega, ma cinque minuti dopo ritrovano il vantaggio con un colpo di testa di Manolas che s’insacca dopo una deviazione.

Una bella partita giocata più nella metà campo della Roma che in quella nerazzurra. Ma il controllo palla dell’Inter non ha prodotto risultati adeguati causa lo spazio eccessivo tra difesa e centrocampo che favoriva i contropiede della Roma. La chiave della vittoria romanista è stata infatti il gran lavoro di sponda dell’attaccante bosniaco, il migliore in campo, che ha saputo innescare al meglio la velocità di Salah e Bruno Peres, imprendibili per i terzini nerazzurri.

L’Inter invece paga la solita svagatezza difensiva e un paio di sostituzioni poco comprensibili da parte di De Boer, che inserisce nel secondo tempo Nagatomo e Jovetic. Il giapponese spegne l’attacco interista sulla fascia sinistra, mentre il montenegrino commette un fallo senza senso al limite dell’area, concedendo la punizione da cui nasce il gol partita dei giallorossi. La Roma mantiene così il terzo posto salendo a 13 punti, mentre l’Inter rimane a quota 11.

Terzo posto anche per il Milan, che supera in casa il Sassuolo 4-3 dopo essere stato sotto 3-1. Ad aprire le danze sono due gol su azione personale: il primo di Bonaventura, che segna la sua prima rete in Campionato, il secondo di Politano. Acerbi e Pellegrini fanno sognare i neroverdi, ma ai rossoneri riesce il miracolo grazie a un rigore (dubbio) trasformato da Bacca, un tiro dalla distanza di Locatelli che s’infila sotto l’incrocio e un colpo di testa vincente di Paletta. Nel post-partita polemiche sull’arbitraggio da parte di Di Francesco: “Il Milan doveva vincere e ha vinto”.

Intanto, in testa alla classifica, la Juve dà il primo strappo al Campionato vincendo facilmente a Empoli. Il 3-0 finale porta le firme dei soliti Dybala e Higuain, il secondo autore di una doppietta. La Signora sale così a 18 punti e stacca di 4 lunghezze il Napoli, che torna incredibilmente sconfitto dalla trasferta di Bergamo, dove Petagna segna il gol partita per l’Atalanta dopo 9 minuti. Per gli azzurri è la prima sconfitta stagionale in campionato: “Queste partite sono il nostro limite”, commenta Sarri.

Un gradino più in basso, insieme a Roma e Milan ci sono anche Lazio e Chievo. Nell’anticipo di sabato sera i biancocelesti danno spettacolo e vincono 3-0 (doppietta di Immobile e gol di Keita) in trasferta contro un’Udinese a dir poco irriconoscibile rispetto alla squadra di qualche anno fa. I veronesi, invece, proseguono nel loro sorprendente inizio di stagione superando 2-0 il Pescara con le reti di Meggiorini e Inglese.

Continua a stupire anche il Torino, che dopo lo scalpo della Roma si prende anche quello della Fiorentina con un 2-1 firmato da Iago Falque e Benassi (inutile la rete nel finale di Babacar per i viola). I granata salgono così in quarta posizione a 11 punti, mentre i viola sono ormai molto staccati dalle zone alte della classifica, fermi a quota 8.

A pari punti con Torino e Inter c’è anche il Genoa, vittorioso sul campo del Bologna con un altro gol del Cholito Simeone. Una lunghezza più sotto si rifà vivo il Cagliari, che batte 2-1 in casa il Crotone grazie alle marcature di Di Gennaro e Padoin. Chiude il quadro della giornata il pareggio 1-1 fra Sampdoria e Palermo: a Nestorowsky (terzo gol per il macedone in questo campionato) risponde all’ultimo Bruno Fernandes con una bordata impressionante da fuori.

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Dopo sei giornate di Campionato, Juventus e Napoli scavano il primo solco nella classifica di Serie. I pareggi dell’Inter a Bologna e del Milan con la Fiorentina, insieme alla sconfitta della Roma contro il Torino, consento ai bianconeri e agli azzurri di capitalizzare al massimo le loro vittorie di sabato, rispettivamente contro Palermo e Chievo.

In Sicilia la squadra di Allegri - con Dybala in panchina - non brilla e riesce a vincere solo grazie a un autogol di Goldaniga su cross di Dani Alves. Poi Mandzukic fallisce un paio di occasioni, Rugani e Asamoah si infortunano, ma alla Juve basta per portare a casa i tre punti e mantenere il primato a quota 15.

Rimane a una sola lunghezza di distanza il Napoli, che vince senza problemi contro i veronesi malgrado il turnover operato da Sarri. Per l’allenatore dei partenopei la notizia migliore è il gol di Gabbiadini, che si sblocca con un bel sinistro da fuori. Il raddoppio porta la firma del sempreverde Hamsik, alla 100esima marcatura in maglia azzurra.

Tre punti sotto, a quota 11, l’Inter stacca di un punto la Roma e diventa terza in solitaria. Eppure, per i nerazzurri - reduci da tre vittorie - non è stata una giornata positiva. Allo svantaggio iniziale firmato Destro (grande assist di Verdi, pessimo Handanovic) risponde un gran tiro al volo di Perisic prima dell’intervallo. Nella ripresa, però, agli interisti non riesce di completare la rimonta, anche per il clamoroso errore di testa all’ultimo secondo di Ranocchia. Inutile l’esordio di Gabigol, punitiva ma giusta la sostituzione di Kondogbia da parte di De Boer prima della mezzora del primo tempo.

Va ancora peggio alla Roma, che nella partita di mezzogiorno si fa travolgere per 3-1 dal Torino. Nel primo tempo segna il solito Belotti (quinto gol, e con due rigori sbagliati), mentre nella ripresa va in scena la vendetta di Iago Falque, ex dell’incontro, a segno prima su rigore poi con un tiro deviato da Fazio. Inutile il 250esimo gol in maglia giallorossi di Totti, che sul 2-0 per i granata trasforma un rigore generoso.

I capitolini vengono così raggiunti a 10 punti dai cugini della Lazio, che all’Olimpico contro l’Empoli giocano male, ma riescono comunque a portare a casa la vittoria grazie alla rete nel primo tempo di Keita (alla prima da titolare quest’anno, non segnava da febbraio) e al raddoppio al 90esimo firmato da Lulic. In mezzo, tanta sofferenza, con i toscani che sfiorano più volte il pareggio.

Arriva a 10 anche il Milan, che al Franchi contro la Fiorentina non va oltre lo 0-0. Ilicic tira un rigore sul palo nel primo tempo, mentre nel finale Bacca sfiora il gol partita in acrobazia. Per la squadra di Montella, però, la terza vittoria consecutiva non arriva.

Un punto sotto le romane e i rossoneri si rifà vivo al Sassuolo, che torna alla vittoria contro l’Udinese grazie all’ennesimo gol di Defrel (il settimo stagionale, il quarto in Campionato).

I neroverdi di Di Francesco superano così il Genoa, che si ferma a 8 punti dopo il pareggio casalingo contro il Pescara. L’1-1 finale porta le firme di Simeone - el Cholito, figlio di Diego Pablo - e di Manaj (scuola inter), a segno nel finale. I rossoblù chiudono in nove per le espulsioni di Edenilson e Pandev, la prima per doppia ammonizione, la seconda per proteste. Chiudono oggi il calendario della giornata Crotone-Atalanta e Cagliari-Sampdoria. Non tira aria di particolari sorprese.

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Dura poco la permanenza al secondo posto della Juventus. Ad appena tre giorni dal sorpasso subito dal Napoli, la Signora si riprende la vetta della classifica a 12 punti e scaccia i fantasmi della sconfitta con l’Inter. Lo fa per la verità contro un avversario per lo più inerme, il Cagliari, che esce dalla Stadium come una vittima sacrificale, travolto 4-0.

I bianconeri chiudono la pratica già nel primo tempo con le reti di Rugani (primo gol juventino dopo 22 partite), Higuain (quarto centro in Campionato, come Milik, visto che la gara tra i due eccita molti) e Dani Alves (anche per lui prima rete con la nuova maglia). Nella ripresa chiude il discorso l’autogol di Ceppitelli, che devia nella propria porta un tiro di Lemina respinto da Storari (il migliore dei suoi).

Negli stessi minuti il Napoli non riesce ad assestare il colpo vincente contro il Genoa e deve accontentarsi di uno 0-0 che lo relega in seconda posizione, a 10 punti. La partita a Marassi è di quelle toste: il ritmo è alto, l’aggressività ancora di più e le emozioni non mancano, ma i due portieri sono in gran serata. L’occasione più ghiotta capita ad Hamsik, che però colpisce la traversa.

La squadra di Sarri si fa rosicchiare così due lunghezza anche da Inter e Roma, entrambe terze a 10 punti dopo le rispettive vittorie contro Empoli e Crotone. I nerazzurri danno continuità all’insperato successo di domenica contro la Juve e ci riescono ancora una volta grazie al loro uomo migliore, Mauro Icardi, autore di una doppietta che lo proietta in cima alla classifica dei marcatori con sei reti (di cui quattro di testa). Sempre più la squadra di Icardi ma anche di Joao Mario, che in assenza dello squalificato Banega si è incaricato di svolgere anche il suo compito. Il portoghese si è inserito perfettamente negli schemi di De Boer ed ha dato al centrocampo dell'Inter una nuova consistenza. Ieri poi, si è reso protagonista di un ottimo intervento difensivo con immediato lancio al millimetro che ha messo Iardi solo davanti al portiere per il raddoppio interista.

Più facile il compito dei giallorossi, che all’Olimpico si sbarazzano del Crotone con un netto 4-0. Va in gol tutto il tridente di Spalletti: apre le danze El Shaarawy, poi Salah chiude i giochi prima ancora dell’intervallo. Nella ripresa c’è spazio per la doppietta di Dzeko, che sul primo gol sfrutta con un bel pallonetto il solito assist al volo da centrocampo firmato Francesco Totti. Nel finale c’è tempo anche per vedere Szcezsny parare un rigore a Palladino. A 10 punti con Inter e Roma c’è anche il sorprendente Chievo, che vince ancora, stavolta contro il Sassuolo. Il 2-1 finale porta le firme di Rigoni e di Castro. In mezzo, il momentaneo pareggio del solito Defrel.

Al quarto posto si rivede il Milan, che si rilancia a 9 punti grazie alla vittoria di martedì contro la Lazio, facilitata dallo stato confusionale di Simone Inzaghi, che sbaglia formazione (con Keità e Anderson che iniziano la gara in panchina) e poi non è più in grado di rimediare. A decidere l’incontro sono una rete in contropiede di Bacca, propiziata da un errore di Parolo, e un rigore trasformato nella ripresa da Niang.

A pari punti con il Milan c’è il Bologna, che mercoledì pomeriggio batte 2-0 la Sampdoria. Apre le marcature un gol sensazionale di Verdi, che riesce a infilare sotto l’incrocio un tiro al volo, potente e da lontano. Nel secondo tempo ci pensa il redivivo Destro a mettere a segno il punto della sicurezza.

A quota sette punti, insieme alla Lazio, fi affacciano anche Udinese e Fiorentina, che al Friuli danno vita probabilmente alla gara più spettacolare della giornata. Al vantaggio iniziale dei padroni di casa firmato da Zapata risponde Babacar, che – preferito a Kalinic – segna di tacco sfruttando l’assist fornito da Tello al termine di una bella azione personale. Danilo riporta in vantaggio i friuliani (non segnava dal dicembre del 2014), ma poi i toscani pareggiano nuovamente con un rigore trasformato da Bernardeschi.

Chiudono il quadro della giornata la vittoria esterna del Palermo sull’Atalanta (ancora in gol il macedone Nestorovski) e lo 0-0 fra Pescara e Torino, con i granata che riescono a resistere anche in 9 uomini e alla fine hanno addirittura l’occasione di vincere con Belotti.


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