di redazione

La tensione non è mancata, anche se è finita 0-0. Italia-Germania non è mai una partita normale, nemmeno quando è un’amichevole. Avremmo potuto vincerla, se a 9 minuti dalla fine il destro incrociato di Belotti, abilissimo a smarcarsi in area, non avesse incocciato il palo. Ma abbiamo anche rischiato di perderla, visto che al 62esimo il guardalinee ha annullato per fuorigioco un gol di Volland, che era di sicuro oltre la linea difensiva azzurra, ma probabilmente anche dietro la linea del pallone.

Nel primo tempo gli schemi di gioco delle squadre sono sostanzialmente speculari. L’Italia scambia il pallone fra difesa e centrocampo, per poi affidare ai piedi di Bonucci o di De Rossi il lancio lungo verso gli esterni d’attacco. La Germania, invece, riesce spesso ad arrivare con il fraseggio fino alla nostra trequarti, per poi tentare l’imbucata centrale sul taglio improvviso di un centrocampista (di attaccanti veri, per fortuna, non ne hanno).

Nella ripresa la musica cambia, complici anche le non poche sostituzioni. La tensione si allenta, le gambe si sciolgono e l’Italia gioca meno contratta, riuscendo ad affrontare a viso aperto i campioni del mondo. Sembra un paradosso, ma nel secondo tempo sono i tedeschi ad affidarsi maggiormente ai contropiede. Quasi una tattica inedita per la squadra di Loew, anche se va riconosciuto che oltre la metà dei giocatori che l’estate scorsa hanno trionfato in Brasile non è nemmeno scesa in campo.

Anche l’Italia però schierava una formazione insolitamente giovane, e di questo va reso merito a Ventura, dato che le risposte arrivate sono state quasi tutte positive. Rugani e Romagnoli, ai lati del pilastro Bonucci, non hanno fatto mai rimpiangere la vecchia guardia juventina composta da Barzagli e Chiellini. Ed è un segnale di cui il nostro commissario tecnico dovrà tenere conto, se fra due anni vorrà presentarsi ai Mondiali di Russia con dei calciatori all’apice della carriera, anziché con l’usato sicuro in fase calante.

Al contrario, nel reparto offensivo la gioventù degli anni Novanta non ha concorrenza. È ormai chiaro a tutti che la coppia Belotti-Immobile è certamente il meglio che il calcio italiano possa offrire in fatto di attaccanti. A distinguersi nelle ultime uscite è stata soprattutto la punta del Torino, che continua a crescere a vista d’occhio con il passare dei mesi. Tocca bene il pallone, ha senso del gol, corre e lotta furiosamente.

Il centravanti della Lazio, invece, ha avuto più difficoltà nella notte di San Siro. Immobile è un attaccante centrale, abile a insaccare i palloni che gli arrivano da dietro e dai lati. Partire dall’esterno non è il suo mestiere: i suoi piedi non sono fatti per controllare in velocità, correre palla al piede e dribblare. In teoria, queste sarebbero le specialità di Eder, che però anche ieri sera non è mai riuscito a incidere, probabilmente anche perché da tempo ormai non è più in fiducia.

Insomma, alla fine abbiamo portato a casa un pareggio meritato, riuscendo così a interrompere la mini-striscia negativa contro i tedeschi, che ci avevano battuto negli ultimi due scontri diretti: prima della sciagurata serie di rigori agli europei c’era stata un’altra amichevole terminata 4-1 per i nostri avversari. Infine, una gradevole nota di colore è che nemmeno ieri sera ha brillato la stella di Thomas Muller. Forse con la testa era ancora a San Marino.

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In una domenica ordinaria per le grandi del pallone, tutte vittoriose senza grossi problemi, lo straordinario si consuma in provincia. A Pescara, per la precisione, dove l’Empoli segna più gol nei primi 45 minuti dell’incontro che nelle prime 11 partite di Campionato. Fino a ieri i toscani avevano marcato appena due reti (e non erano comunque ultimi in classifica, il che la dice lunga sulla nostra Serie A), mentre ieri a fine primo tempo erano già sul 3-0.

Merito del redivivo Big Mac Maccarone, che dopo 6 mesi di digiuno mette a segno in pochi minuti una doppietta e un assist per Pucciarelli. Nella ripresa Saponara cala il poker. Calcolatrice alla mano, il bottino di gol empolesi aumenta del 200% nell’arco di una sola partita. Incredibile.

Ben più verosimile, invece, il passo di danza in cima alla classifica. La Juventus conferma il primato superando non senza difficoltà un Chievo sempre più da battaglia. Alla rete iniziale di Mandzukic risponde un rigore trasformato dall’eterno Pellissier. Alla fine, però, ci pensa una punizione di Pjanic a risolvere l’incontro nel modo più scontato.

Le inseguitrici non sono da meno. In un’altra partita delle 15 il Milan supera 2-1 in trasferta il Palermo. Apre le marcature Suso nel primo tempo, ma nella ripresa arriva il pareggio del macedone Nestorovski, al sesto gol in Campionato. Nel finale decide l’incontro il primo gol in rossonero di Lapadula, capace di sbloccarsi con uno spettacolare colpo di tacco indirizzato all’angolino.

Per qualche ora i ragazzini terribili di Montella si godono il secondo posto in solitaria a 25 punti (-5 dalla Juve). Ma la gioia dura poco, perché nel posticipo la Roma travolge 3-0 il Bologna e si riporta di una lunghezza sopra al Milan. All’Olimpico va in scena un assolo dell’egiziano Salah, autore di una tripletta che regala ai giallorossi la nona vittoria consecutiva in casa in Campionato (3 della scorsa stagione, 6 in questa).

Perdono contatto con il terzetto di testa la Lazio (22 pt) e il Napoli (21 pt), che nell’anticipo di sabato sera al San Paolo si fermano sull’1-1. Vanno in rete Hamsik, per distacco il migliore in campo, e Keita, con la gentile collaborazione di una papera di Reina.

Ad approfittare di questo risultato è l’Atalanta delle meraviglie, che supera gli azzurri e raggiunge in classifica i biancocelesti. A sorpresa, e non senza una buona dose di fortuna, i bergamaschi passano 3-0 sul campo del Sassuolo grazie alle reti di Gomez (in netto fuorigioco), Caldara e Conti. Per la squadra di Gasperini è la sesta vittoria nelle ultime sette partite.

In settima posizione, ormai a sole due lunghezze dal Napoli, si rivede il Torino, che nel primo degli anticipi di giornata finisce di smantellare quel che resta della difesa del Cagliari con un drammatico 5-1. A referto vanno due volte Belotti (8 gol in stagione), Ljajic, Benassi e Baselli. Di Melchiorri la rete della bandiera per i sardi, che in tre delle ultime quattro partite sono riusciti a incassare qualcosa come 14 gol.

A metà classifica l’Inter aggancia la Fiorentina a quota 17 punti. I nerazzurri si lasciano alle spalle la Caporetto di Southampton superando 3-0 in casa il modestissimo Crotone. Il risultato è netto e arriva dopo una partita a senso unico, eppure tutte le marcature (la rete di Perisic e la doppietta di Icardi) arrivano negli ultimi 7 minuti di gioco. Un segnale che il nuovo tecnico Stefano Pioli farà bene a non sottovalutare.

Quanto ai viola, a secco di vittorie casalinghe addirittura da metà settembre, non vanno oltre l’1-1 in casa contro la Sampdoria (Muriel risponde a Bernardeschi). Stesso risultato anche fra Genoa e Udinese, che si decide nella prima mezzora grazie alle reti di Théréau e Ocampos. Per il francese è quinto gol nelle ultime quattro partite. Una media da fare invidia a Ibrahimovic, e anche a Maccarone.

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Con la vittoria di sabato sul Napoli, la Juventus allunga a 27 punti e aumenta a 4 le lunghezze di vantaggio sulla Roma. Domenica, infatti, i giallorossi non vanno oltre lo 0-0 sul campo dell’Empoli, fermati dalle prodezze del portiere Skorupski, che peraltro è in prestito ai toscani proprio dai capitolini. Il 25enne polacco salva la porta con tre parate sensazionali su Dzeko, Salah ed El Shaarawy, l’ultima in pieno recupero.

Curiosamente, ora la classifica dietro alla capolista è una sorta di fila indiana: Roma 23, Milan 22, Lazio 21 e Napoli 20. La squadra di Sarri viene superata in un colpo solo da rossoneri e biancocelesti, che vincono le rispettive partite casalinghe contro Pescara e Sassuolo.

Gli 11 di Montella passano di misura grazie alla seconda rete in Campionato di Bonaventura, abile a insaccare una punizione facendo passare il pallone sotto la barriera. La Lazio invece trova il secondo successo consecutivo all’Olimpico con un 2-1 maturato interamente nella ripresa: in rete Lulic e il solito Immobile (al nono gol stagionale). Per gli ospiti va a segno Defrel.

Nel posticipo di Genova tra Sampdoria e Inter s’impongono i blucerchiati, che vincono la gara grazie ad una maggiore dinamicità in campo. L’Inter disputa una gara sufficiente ma resta una incompiuta cronica, che gioca larga ma non riesce ad penetrare verticalmente e a controllare il centrocampo come tecnica vorrebbe. Appare sbilanciata in avanti con 7 giocatori offensivi e, nonostante ciò, lascia comunque Icardi isolato in area. De Boer continua quindi a non trovare la quadra e, nonostante le rassicurazioni societarie, la sua posizione appare precaria tanto quanto quella della sua squadra in classifica che ormai l'Europa rischia di sognarla.

Iniziano invece a sentirne il profumo Atalanta e Fiorentina, in sesta e settima posizione con 19 e 16 punti. Gasperini batte il suo vecchio amore, portando i bergamaschi a travolgere con un secco 3-0 il Genoa (doppietta di Kurtic e gol del Papu Gomez). I viola, invece, superano 1-0 il Bologna in uno degli anticipi di giornata grazie a un calcio di rigore trasformato da Kalinic.

In attesa di Udinese-Torino e Cagliari-Palermo, che si giocano oggi (la prima alle 19, la seconda alle 20 e 45), chiude il quadro dell’11esima giornata lo storico successo del Crotone, che per la prima volta nella sua storia conquista una vittoria in Serie A. Ne fa le spese il Chievoverona, battuto 2-0 dalle reti di Trotta (su rigore) e Falcinelli.

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Il figliol prodigo Maurito salva papà Frank. Dopo tre sconfitte consecutive l’Inter rialza la testa battendo 2-1 il Torino con una doppietta di Icardi. Il capitano, tanto contestato per la sua discutibile autobiografia, salva la panchina di De Boer sfruttando nel primo tempo un’uscita maldestra di Hart, e scaricando in porta un destro da fuori nella ripresa. Una vera prodezza che vanifica il momentaneo pareggio di Belotti, propiziato da un errore di Ansaldi. Certo, la strada è ancora lunga: con questo successo l’Inter sale a 14 punti, collocandosi esattamente a metà classifica.

Ben diversa la posizione della Roma, che in trasferta contro il Sassuolo fornisce una vera prova di forza e si conferma da sola al secondo posto con 22 punti. I neroverdi passano in vantaggio nel primo tempo con un colpo di testa di Cannavaro, ma nella ripresa i giallorossi rimontano con una doppietta di Djeko (capocannoniere del Campionato con 10 gol in 10 partite) e con il primo gol stagionale di Nainggolan.

La Juventus risponde alla squadra di Spalletti superando 4-1 in casa la Sampdoria e conservando la prima posizione con un margine di due lunghezze sulla diretta inseguitrice. Allo Stadium è davvero tutto semplice per gli 11 di Allegri, che archiviano la pratica con due gol per tempo: Mandzukic e Chiellini nel primo, Pjanic e ancora Chiellini nel secondo.

Rimane agganciato al treno di testa anche il Napoli, che battendo 2-0 l’Empoli sale a 20 punti, supera di una lunghezza il Milan (travolto 3-0 martedì dal Genoa) e torna da solo al terzo posto. Contro la squadra che ha fatto la sua fortuna, Sarri si inventa Mertens falso nueve e la scelta paga, perché il belga segna il primo gol. A firmare il raddoppio è il centrale Chiriche?, che come da copione chiude sul secondo palo da calcio d’angolo.

Al quinto posto si conferma la Lazio (18 punti), che dopo due pareggi consecutivi torna al successo travolgendo 4-1 in casa il Cagliari. Il primo tempo si chiude 3-0 grazia al gol di Keita e alla doppietta di Immobile. Nella ripresa, Felipe Anderson torna alla rete con un’azione d’autore: stop e tre tocchi che mandano in bambola almeno 5-6 avversari, poi tocco facile davanti a Storari. In tre giorni i sardi hanno incassato 9 gol (domenica ne avevano presi 5 dalla Fiorentina).

Oltre alla sconfitta del Milan, l’altra grande sorpresa della giornata arriva dalla Fiorentina, che in casa contro il Crotone non riesce ad andare oltre l’1-1. Certo, la partita è anomala, perché sul Franchi si abbatte un nubifragio che costringe a una lunga interruzione. Ma sono i calabre a passare in vantaggio con Falcinelli, che sfrutta un erroraccio di Tatarusanu. Il gol del pareggio porta la firma di Astori. I viola arrivano così a 12 punti, ma rimangono nella parte medio-bassa della classifica.

Finisce 1-1 anche fra Chievo e Bologna, in una partita all’insegna degli autogol. Gli emiliani passano in vantaggio con un tiro di Pulgar deviato da Spolli, mentre nella ripresa è Mbaye a infilare il pallone nella propria porta. Perde ancora il Pescara, superato in casa dall’Atalanta con un gol di Caldara. Questa sera chiude il quadro della decima giornata la sfida fra Palermo e Udinese.

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L’Inter perde ancora, stavolta contro l’Atalanta, e De Boer ormai è più che in bilico. A Bergamo finisce 2-1 per i padroni di casa: apre le marcature Masiello, risponde Eder nella ripresa con una punizione nel secondo tempo, ma nel finale Santon commette un’ingenuità incredibile e stende Kessié in aerea. Pinilla dal dischetto non sbaglia e infligge ai nerazzurri il terzo ko di fila. Non manca il contributo dell'arbitro Doveri, che annulla un gol regolare ad Icardi.

"Abbiamo regalato il primo tempo, ma nella ripresa siamo migliorati - ha detto il tecnico olandese - ma é un momento difficile per tutti e specialmente per me, sento la fiducia ma non posso dire se la settimana prossima sarò in panchina”. Ma un’Inter con i reparti scollati tra loro e con Banega in panchina, difficilmente avrebbe potuto ambire alla conquista di Bergamo. Ormai l’Inter, ancora a 11 punti, scivola al 14esimo posto in classifica.

Nell’anticipo di ieri un Milan combattivo, che ha saputo pensare in grande e giocare come una provinciale, ha battuto per 1 a 0 la Juventus. Certo, l’errore di Rizzoli che ha annullato il gol del pareggio juventino per motivi difficili da comprendere ha contribuito seriamente la risultato finale, ma è pur vero che la squadra di Allegri è apparsa lenta e meno granitica di un tempo, certamente stanca. Dopo l’Inter ecco il Milan, la Juve lascia San Siro con due sconfitte e si vedono difficoltà a centrocampo. L’assenza di Marchisio certamente pesa ma, forse ancor più, quella di Pogba, che sapeva strappare e cambiare gli equilibri.

Si rilancia invece il Napoli dopo 3 sconfitte consecutive. Grazie alla vittoria in trasferta per 2-1 contro il Crotone, la squadra di Sarri arriva a 17 punti, a sole 4 lunghezze dalla Juve (sconfitta 1-0 sabato a San Siro dal Milan). I gol di Callejon e Maksimovic risolvono la pratica per gli azzurri nel primo tempo. Nella ripresa i calabresi vanno a segno con Rosi, ma non riescono a evitare la sconfitta nonostante la superiorità numerica dopo l’espulsione di Gabbiadini al 32esimo per un fallo di reazione su Ferrari.

La partita più spettacolare della giornata è però sicuramente Cagliari-Fiorentina. Dopo poco più di un minuto Di Gennaro porta in vantaggio i sardi, ma prima dell’intervallo i viola vanno a segno ben 4 volte con le doppiette di Kalinic e Bernardeschi. Nella ripresa il croato firma la tripletta, poi però i toscani si addormentano e prendono due gol fotocopia da calcio d’angolo (a segno Capuano e Borriello). Alla fine è 3-5. La Fiorentina sale così a 12 punti, in 11esima posizione.

Situazione migliore per Torino e Lazio, che pareggiano 2-2 e si portano appaiate in quinta posizione con 15 punti. I granata passano nel primo tempo con un colpo di testa di Iago Falque. Nella ripresa i biancocelesti ribaltano il risultato prima con una semirovesciata di Immobile, poi il colpo di testa del giovane Murgia. Al 91esimo Ljajic trasforma un rigore concesso per un ingenuo fallo di mano di Parolo in area.

Il Chievo (14 punti) perde l’occasione di superare in un sol colpo sia il Torino sia la Lazio, non riuscendo ad andare oltre lo 0-0 in casa dell’Empoli. Pareggio indolore anche fra Bologna e Sassuolo. La squadra di Donadoni crea tanto, passa in vantaggio al decimo con una punizione di Verdi, poi però spreca troppo e viene ripresa all'86esimo da Matri.

Oltre al 2-1 con cui la Sampdoria si è aggiudicata sabato il derby della Lanterna contro il Genoa, chiude il quadro della nona giornata il 3-1 dell’Udinese contro il Pescara. Théréau va segno nel primo tempo con un cucchiaio su rigore nel primo tempo e poi si ripete con un gol anche nella ripresa. Il secondo rigore per i friulani viene trasformato da Zapata. Inutile il lampo di Aquilani per gli abruzzesi.

Nel posticipo, la Roma con un sonoro 4 a 1 si mangia in un solo boccone un Palermo che appare davvero poca cosa, comunque non in grado di opporsi con efficacia alla squadra di Spalletti, che si conferma al secondo posto dietro una Juventus che, forse, per ammazzare il campionato dovrà sudare più di quanto in molti avevano previsto.



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