Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli, Lichtsteiner e Marchisio. Questi sei calciatori sono entrati ieri nella storia del calcio italiano come i primi ad aver vinto per 6 volte consecutive la Serie A. Sono loro i superstiti di quella squadra targata Antonio Conte che, nel 2011-2012, ha iniziato la cavalcata conclusa ieri allo Juventus Stadium.

Doveva essere una passerella sul campo dei rivali, invece la Juventus esce sconfitta per 3-1 dalla sfida contro la Roma e deve rimandare la festa scudetto. I bianconeri, che ora hanno 4 punti di vantaggio sulla seconda, dovranno vincere una delle ultime due gare contro Crotone e Bologna per laurearsi Campioni d’Italia per la sesta volta consecutiva. I giallorossi invece operano il controsorpasso ai danni del Napoli e blindano il loro secondo posto.

di redazione

A guardare le maglie sembrano il Milan e l’Inter, ma in campo sono imitazioni. Come uno dei tanti prodotti Made in Italy che poi si scoprono essere Made in China. Questo finale di stagione sta assumendo i caratteri della via crucis per le due milanesi, in crisi psicologica, di gioco e di risultati.

La situazione peggiore è senz’altro quella dell’Inter, che dopo la sconfitta di ieri a Marassi contro il Genoa (1-0 con gol dell’ex Pandev e rigore sbagliato da Candreva a 10 dalla fine) peggiora ancora il proprio rullino degli ultimi mesi: 2 punti nelle ultime 7 partite, 1 punto nelle ultime 6. Il record storico di gare senza vittorie in Serie A per i nerazzurri è ormai a un passo, a quota otto.

In teoria, per gli uomini di Pioli la qualificazione in Europa League sarebbe ancora più che possibile, soprattutto perché la Fiorentina ha pareggiato contro il Sassuolo (con un 2-2 firmato da Bernardeschi al 94esimo), riuscendo solo a raggiungere l’Inter in classifica ma non a superarla. La sensazione, però, è che ai nerazzurri non interessi affatto l’Europa minore, e forse nemmeno alla società.

"Non credo che in questo momento sia importante pensare all'Europa – commenta Pioli – quanto finire il campionato dimostrando voglia e orgoglio. Oggi abbiamo rischiato poco, ma quando non fai gol diventa difficile. Alla fine, siamo stati condannati dagli episodi. Dovevamo andare in vantaggio quando abbiamo avuto le occasioni".

Cade anche il Milan, che nel posticipo a San Siro viene travolto 4-1 dalla Roma. Dopo la doppietta di Dzeko, Pasalic sembra riaprire i giochi per i giallorossi, ma alla fine una staffilata sotto il sette dell’ex El Shaarawy e un rigore trasformato da De Rossi chiudono il discorso senza appello. I rossoneri perdono così l’occasione di dare l’assalto al quinto posto dell’Atalanta. 

La squadra di Spalletti contro-sorpassa in classifica il Napoli (vittorioso per 3-1 sabato sul Cagliari) e si riprende il secondo posto. Al contempo, la Roma rosicchia anche due punti alla Juventus, rimandando i festeggiamenti per il sesto scudetto consecutivo dei bianconeri. Eppure, Allegri tira un sospiro di sollievo nel derby contro il Torino, riuscendo a evitare la sconfitta solo in pieno recupero con Higuaìn dopo un capolavoro su punizione di Ljajic. I granata protestano per un’espulsione troppo severa di Acquah all’inizio del secondo tempo.

Chi invece è ormai certo matematicamente della qualificazione in Europa League è la Lazio, che dopo la mattanza all’Olimpico contro la Sampdoria (surclassata 7-3) raggiunge quota 70 punti e sale a +5 sull’Atalanta, che nella partita delle 12 fi fa fermare sull’1-1 dall’Udinese (Perica risponde a Cristante). I biancazzurri arrivano così a 16 gol segnati nelle ultime 3 partite, di cui 6 firmati da Keità, che anche ieri ha aperto le marcature. 

Nelle retrovie continua la battaglia commovente del Crotone, che non si rassegna a una retrocessione sempre più vicina. I calabresi vincono anche a Pescara (1-0, gol di Tonev) e salgono a 28 punti, ma non riescono a ridurre la distanza di 4 punti dall’Empoli, vittorioso per 3-1 sul Bologna (a segno Croce, Pasqual e Costa per i toscani, Verdi con una perla inutile per gli emiliani).

Con il pareggio per 1-1 sul campo del Chievo invece (sul tabellino dei marcatori Goldaniga e Pellissier), per il Palermo arriva la condanna matematica alla serie B.

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La Lazio chiude festeggiando il terzo derby su quattro di questa stagione e cuce tre quarti di scudetto sul petto della Juventus. In un’insolita ambientazione pre-pomeridiana, i biancocelesti beffano ancora una volta la Roma nonostante alcuni clamorosi errori arbitrali a loro sfavore. L’eroe di giornata è Keità, autore di una doppietta. Chiamato a fare reparto da solo a causa del forfait di Immobile, che si è fermato in fase di riscaldamento, lo spagnolo apre le marcature dopo appena 12 minuti con un sinistro che passa sotto le gambe di Palmieri.

Il resto del primo tempo è uno show di Orsato, che prima nega alla Lazio un rigore solare per un calcio di Fazio su Lukaku, poi al 45esimo si fa raggirare da Strootman, colpevole di un tuffo davvero poco dignitoso, e concede un penalty alla Roma che De Rossi trasforma con qualche brivido. Nella ripresa i biancazzurri ritrovano il vantaggio con un sinistro di Basta che grazie a due rimpalli favorevoli su Manolas e Fazio disegna una traiettoria beffarda su cui Szczesny non riesce a intervenire. A chiudere la partita è ancora una volta Keità, ma il gol è merito di Lulic, che taglia sulla fascia, scatta, attira su di sé la difesa e offre allo spagnolo un pallone da spingere comodamente in porta.

Al di là dei tatticismi, che pure non sono mancati, la partita è stata decisa dalla diversa attitudine delle due squadre. La Roma, come spesso le accade nelle partite importanti, si è messa pressione da sola durante tutta la settimana ed è rimasta vittima delle proprie emozioni. Al di là di due occasioni per Dzeko, una all’inizio di ciascun tempo, i giallorossi hanno prodotto per lo più giocate confuse. Ed è difficile spiegare come un centrocampo imbottito di interditori (De Rossi, Nainggolan e Strootman) possa lasciare così tanto spazio agli incursori della Lazio.

Da parte loro, i biancocelesti hanno fatto esattamente la partita che volevano. Ben piantati in difesa, sono ripartiti in contropiede per tutta la gara, cogliendo spesso gli avversari impreparati e battendoli quasi sempre in velocità. Notevole l’intuizione di Inzaghi su Lukaku: schierato al posto dell’infortunato Immobile, il belga ha confermato di saper alzare il proprio livello (normalmente non eccelso) quando il gioco si fa duro. La superiorità numerica a centrocampo, la regia di Biglia, la visione di gioco di Lulic e la rapidità di Keità hanno fatto il resto.

A questo punto la Roma si ritrova a -9 dalla Juventus, che pure venerdì non è andata oltre il pareggio contro l’Atlanta (2-2 con reti di Conti, autogol di Spinazzola, Dani Alves e Freuler). Il vero problema per gli 11 di Spalletti è però il Napoli, ormai a un solo punto di distacco. Nel posticipo di giornata, infatti, gli azzurri hanno superato l'Inter di misura con un gol di Callejon su un grave errore di Nagatomo. Per Pioli è la seconda sconfitta di fila e la quarta nelle ultime sei gare.  

Il risultato più sorprendente della giornata è l’1-1 fra Crotone e Milan. I calabresi passano in vantaggio con Trotta e vengono poi raggiunti da Paletta. Per i rossoneri la rimonta sembrava servita , invece nemmeno stavolta la squadra di Montella riesce a portare a casa il successo. Dal giorno del tanto sospirato closing dei cinesi, la casella delle vittorie segna ancora zero.

Non ne approfitta la Fiorentina, che perde l’occasione di riavvicinarsi al treno europeo incassando un clamoroso 0-2 dal Palermo. La punizione-gioiello di Diamanti (ex Viola) e la rete del norvegese Aleesami rimandano la retrocessione matematica dei rosanero.

L’Empoli, invece, deve soffrire ancora per conquistarsi la salvezza: sconfitti per 3-1 dal Sassuolo, i toscani hanno ormai solo 4 punti di margine sulla zona retrocessione. Male anche il Genoa, che perdendo 2-1 contro il Chievo si ritrova ora a +5 sulla terzultima. Quanto al Pescara, ormai è scomparso dai radar: la formazione di Zeman perde anche a Cagliari, seppur di misura.

Negli scontri fra le squadre che ormai non hanno più alcun obiettivo da raggiungere, spicca il 4-0 rifilato dal Bologna all’Udinese. Chiude il quadro della giornata l’1-1 di sabato fra Torino e Sampdoria.

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Con un tuffo sincronizzato, Inter e Milan perdono tre punti su tutte le concorrenti per la corsa all’Europa. La grande sorpresa di questa 33esima giornata arriva da San Siro, dove i rossoneri riescono nell’impresa di farsi battere per 2-1 dall’Empoli. Gli eroi di giornata per i toscani sono Mchedlidze e Thiam, a segno con un gol per tempo. I padroni di casa riaprono la partita con Lapadula, ma non è destino: Skorupski para tutto, compreso un rigore di Suso. In questo modo il Milan scivola a -5 dall’Atalanta e a -6 dalla Lazio, ma grazie alla sconfitta dell’Inter conserva comunque il sesto posto, l’ultimo buono per il treno europeo.

Da parte sua, la squadra di Pioli può continuare a sperare. Dopo il tonfo dei cugini, i nerazzurri rimangono a -2 dalla sesta posizione malgrado la débacle di sabato sera al Franchi. Il 5-4 subito dalla Fiorentina, però, non è certo indolore: primo perché ora i viola sono a un solo punto di distanza, secondo perché questo risultato sancisce probabilmente il divorzio fra società e allenatore. Per non essere considerato un semplice traghettatore Pioli avrebbe avuto bisogno di un posizionamento di prestigio a fine anno, come un terzo o un quarto posto. E il sogno ormai sembra svanito.

Un altro passo falso di giornata è quello del Napoli, che sul campo del Sassuolo non riesce ad andare oltre il pareggio. Il 2-2 finale in realtà è addirittura un punto guadagnato dagli azzurri, che si salvano dalla sconfitta solo grazie a una zampata vincente del redivivo Milik. Ma il pari può significare l’addio definitivo al sogno di agguantare il sesto posto, che significa qualificazione in Champions diretta, senza preliminari.

La Roma, infatti, stasera gioca contro il debolissimo Pescara e ha l’occasione di scappare a +4 sui partenopei. In caso di mancato successo dei giallorossi, invece, lo scudetto aritmetico della Juventus sarebbe sempre più vicino, visto che nel posticipo di giornata i bianconeri hanno liquidato il Genoa con un poker in scioltezza (sul tabellino un autogol di Munoz, poi le reti di Dybala, Mandzukic e Bonucci).

Ai gradini successivi della classifica, Lazio e Atalanta consolidano rispettivamente il quarto e quinto posto sfruttando la caduta delle milansesi. La vittoria dei bergamaschi arriva nella partita delle 12 con un emozionante 3-2 in rimonta sul Bologna (gol di Conti, Freuler, Destro, Di Francesco e Caldara).

Con questo risultato la squadra di Gasperini scavalca per qualche ora in classifica la Lazio, che però alle 15 risponde disintegrando il Palermo. È vero, i biancocelesti attaccano con energia e velocità, ma la difesa dei siciliani non è proponibile a questi livelli. A metà del primo tempo il risultato è di 5-0 per i capitolini, a segno due volte con Immobile e tre volte con Keità. Prima di ieri, l’unica squadra che in A aveva segnato 5 gol nei primi 26 minuti era stata la Juventus (contro la Fiorentina) nel 1938. Alla fine il risultato è un set di tennis con doppio break: 6-2.

In zona retrocessione il Crotone non molla e trova i 3 punti sul campo della Sampdoria (le reti di Falcinelli e Simy rimontano il vantaggio iniziale dei blucerchiati con Schick, autore di un altro gioiello). I calabresi però sono davvero sfortunati, perché l’imprevedibile vittoria dell’Empoli a San siro li mantiene a -5 dalla salvezza.

In mezzo alla classifica, fra quelle squadre che ormai non hanno più nulla da chiedere a questo Campionato, completano il quadro della giornata il 3-1 del Torino sul campo del Chievo (gol di Ljajic, Zappacosta, Pellissier e Iago Falque) e il 2-1 interno dell’Udinese sul Cagliari (in rete Perica dalla panchina, poi Angella e Borriello).


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