di Sara Michelucci

Non delude il secondo capitolo della trilogia epica di Dragon Trainer, rivelando nuovamente elementi di originalità e divertimento non scontato. È da cinque anni che Hiccup e Sdentato hanno unito con successo i draghi e i vichinghi nell'isola di Berk. Mentre Astrid, Moccioso e il resto della gang si sfidano tra di loro a bordo dei draghi, che è il nuovo gioco preferito dagli isolani, il duo inseparabile esplora il cielo, traccia una mappa dei territori che ne erano sprovvisti e scopre nuovi mondi.

Quando una delle loro avventure li porta a scoprire una grotta di ghiaccio segreta, che è la casa di centinaia di nuovi draghi selvaggi e di un misterioso Dragon Rider, i due amici si trovano al centro di una battaglia per proteggere la pace. Ora Hiccup e Sdentato devono unire le forse per difendere quello in cui credono e riconoscono che solamente insieme avranno potere di cambiare il futuro di uomini e draghi.

Oltre al legame uomo-animale e al superamento delle differenze come tema centrale della storia, in questo nuovo capitolo si punta l’accento sui giovani, gli unici in grado di poter dare una nuova svolta al mondo. In un’epoca dove, al contrario, alle nuove generazione vengono date poche speranze e dove la popolazione è sempre più vecchia, il nuovo lavoro del regista Dean DeBlois sembra voler dare una lettura diversa del presente.

Sono i ragazzi con la loro disobbedienza e la voglia di fare e di scardinare regole conservatrici a poter salvare il mondo e dare una speranza di cambiamento, ma anche di conservazione dell’umanità.

Dragon Trainer 2
(Usa 2014)

Regia: Dean DeBlois
Sceneggiatura: Dean DeBlois
Attori: Gerard Butler, Jonah Hill, Jay Baruchel, Kristen Wiig, Christopher Mintz-Plasse, Kit Harington, America Ferrera, T.J. Miller, Craig Ferguson
Musiche: John Powell
Produzione: DreamWorks Animation, Mad Hatter Entertainment, Vertigo Entertainment
Distribuzione: 20th Century Fox

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

L'estate sta finendo. Riprende un famoso motivo dei Righeira, il titolo del nuovo film di Stefano Tummolini, co sceneggiatore de Il Bagno Turco di Ferzan Özpetek. Il lavoro mette al centro della storia un gruppo di giovani prossimo alla laurea. La bella stagione volge al termine e gli otto laureandi decidono di partire per passare il fine settimana in una villa sul mare. Un week end che inizia bene e si fa promettente se non fosse per Guido, un nuovo arrivato, che viene considerato da tutti inadeguato e piuttosto fastidioso. In spiaggia non sopporta il caldo, si veste in modo trasandato e soprattutto ha delle uscite poco felici, anche perché molto spesso coglie nel segno attraverso quello che dice.

Da qui l’epilogo negativo, quando avviene un incidente che trasformerà la gita al mare in un incubo. Il gruppo non è capace di gestire la situazione e i ragazzi si ritraggono ognuno nel proprio mondo, dove l’indifferenza regna sovrana. È la “peggio gioventù” quella descritta dal regista di Un altro pianeta, che si contrappone a quella “meglio gioventù” tanto decantata negli anni passati. Un mondo fatto di benessere, ma con poca considerazione dei valori, degli altri e anche di se stessi, dove l’unica condizione a cui si è spinti è quella verso un’esistenza fatta di egoismo e solitudine.

Il film inizia come una commedia, con momenti goliardici e divertenti, ma ben presto si trasforma in altro e questa commistione di generi è sicuramente interessante e rende alto il ritmo del film. La diversità è qualcosa che non viene accettato dal “branco” di ragazzi della società del benessere, che sono infastiditi da chi non si mimetizza col gruppo. I presupposti del film sono buoni, andando a indagare nel tessuto sociale contemporaneo, nonostante manchi una recitazione più corposa e consistente e soprattutto una sceneggiatura che non arrivi subito a rapida conclusione.

L’estate sta finendo (Italia 2014)
REGIA: Stefano Tummolini
SCENEGGIATURA: Michele Alberico, Mattia Betti, Stefano Tummolini
ATTORI: Andrea Miglio Risi, Marco Rossetti, Giuseppe Tantillo, Nina Torresi, Nathalie Rapti Gomez, Fabio Ghidoni, Ilaria Giachi, Lucia Mascino, Antonio Merone, Antonello Fassari
FOTOGRAFIA: Raoul Torresi
MONTAGGIO: Annalisa Schillaci
MUSICHE: Teho Teardo
PRODUZIONE: Film Kairòs, Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC)
DISTRIBUZIONE: Luce Cinecittà

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

La commedia sentimentale torna al cinema con il nuovo lavoro di Rob Reiner, Mai così vicini. Oren Little (un sempre bravo Michael Douglas) è un agente immobiliare che non spicca per simpatia. Intenzionalmente indisponente verso il genere umano, non desidera altro che vendere un’ultima casa, dopo la morte della moglie, e andare finalmente in pensione. Ben presto, però, i suoi puntali piani vengono scombussolati.

Il figlio, ex tossicodipendente, gli lascia la nipote di nove anni, Sarah, della cui esistenza non sapeva nulla. Incapace di prendersi cura della tenera bambina, la affida alla risoluta e sensibile vicina di casa, Leah (Diane Keaton). Ma pur cercando di tornare alla sua triste e piatta quotidianità, Oren imparerà ad aprire il cuore alla famiglia, a Leah e alla vita stessa.

L’interazione tra uomo e donna è ancora una volta protagonista del lavoro di Reiner. Dopo Harry ti presento Sally, del 1989, il regista statunitense torna ad affrontare la relazione tra i due sessi, questa volta in un periodo della vita decisamente differente rispetto al precedente film. Un cast di attori di mezza età sui cui il regista riesce a costruire una storia semplice, ma ben equilibrata, che non scade mai nel ridicolo o nel grottesco, ma punta sugli attori per offrire un quadro generazionale e umano divertente, ma allo stesso tempo dettagliato e puntuale.

La descrizione dei personaggi, infatti, non presenta sbavature e punta dritto ai sentimenti, per far emergere il lato positivo e negativo di ognuno di loro e ridare a ciascuno la possibilità di vivere di nuovo appieno la propria esistenza.

Mai così vicini (Usa 2014)

Regia: Rob Reiner
Sceneggiatura: Mark Andrus
Attori: Michael Douglas, Diane Keaton, Sterling Jerins, Annie Parisse, Paloma Guzmán, Austin Lysy
Fotografia: Reed Morano
Montaggio: Dorian Harris
Produzione: Castle Rock Entertainment, Envision Entertainment Corporation, Foresight Unlimited
Distribuzione: Videa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Quarto capitolo della saga cinematografica legata ai Transformers, il nuovo film di Michael Bay, Transformers 4 - L’era dell'estinzione, rimette in gioco il genere fantascientifico, ma senza riuscire a utilizzarne le sue peculiarità. Dopo la prima trilogia composta da Transformers, Transformers - La vendetta del caduto e Transformers 3, si torna a parlare delle vicende degli Autobot impegnati ad affrontare nuovi nemici. Per ogni singolo Transformers c’è stata una ridefinizione a livello grafico, con tanto di nuova forma veicolare, e per differenziarlo dai precedenti capitoli, i responsabili degli effetti speciali sono stati sostituiti.

La trama parte dalla distruzione di Chicago, fatto che scatena il bisogno degli uomini di ricomporsi. Ma un meccanico e sua figlia scoprono un camion che si rivelerà essere Optimus Prime. Gli Autobot si stanno nascondendo perché gli umani danno la caccia a tutti i Transformers senza distinzione.

Nel frattempo un gruppo di geni e scienziati si spingono troppo oltre i limiti della tecnologia umana ispirandosi dalle precedenti incursioni dei Transformers, tanto da riuscire a resuscitare e ricostruire Megatron, che prende il nuovo nome Galvatron.

In tutto questo, il cacciatore di taglie Lockdown raggiunge la Terra con la sua navetta-prigione, allo scopo di trovare e catturare i cybertroniani sulla Terra. Per contrastare queste minacce, Optimus deve costituire un nuovo esercito di Autobot, e avrà un aiuto insperato dalla scoperta di un gruppo di geologi che hanno trovato alcuni Transformers con forme di bestie estinte e/o sconosciute, i Dinobot.

Il problema di questo film sta certamente nella sua durata, che sfiora le tre ore. Troppe per un lavoro che non ha una grande trama e che poggia quasi esclusivamente sulle scene di azioni, sugli effetti speciali e sull’impatto visivo. I dialoghi lasciano decisamente a desiderare e, oltre a essere piuttosto banali, sono finanche noiosi e questo sicuramente penalizza ancora di più la pellicola che non ha nessuno sprint per riuscire ad innalzarsi dalla mera dicitura di blockbuster, nella sua più negativa delle accezioni.


Transformers 4 - L’era dell'estinzione
DATA USCITA: 16 luglio 2014
GENERE: Azione, Fantascienza
REGIA: Michael Bay
SCENEGGIATURA: Ehren Kruger
ATTORI: Mark Wahlberg, Stanley Tucci, Jack Reynor, Nicola Peltz, Sophia Myles, Kelsey Grammer, Titus Welliver, Bingbing Li, T.J. Miller, James Bachman, Thomas Lennon, Charles Parnell
FOTOGRAFIA: Amir M. Mokri
MONTAGGIO: Roger Barton, William Goldenberg, Paul Rubell
MUSICHE: Steve Jablonsky
PRODUZIONE: Paramount Pictures
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Il divorzio, visto attraverso gli occhi dei figli, torna nuovamente al cinema, tema centrale del film Quel che sapeva Maisie, diretto da Scott McGehee e David Siegel. Quasi quarant’anni dopo Kramer contro Kramer, che evidenziò in maniera diretta il dolore della separazione di due genitori, il nuovo lavoro di McGehee e Siegel ambienta nella moderna New York il romanzo del 1897 di Henry James, Ciò che sapeva Maisie.

Maisie ha solo sei anni, ma è dotata di uno spiccato spirito d’osservazione che la rende molto più matura della sua età. Quando i suoi genitori, una rockstar (la brava Julianne Moore) e un mercante d'arte, decidono di divorziare, la piccola si ritrova al centro della battaglia tra i due genitori.

Della loro storia non sappiamo molto, perché il tutto si concentra sulla figlia e sulla sua visione delle cose, su come la separazione incide sulla sua vita di bambina che vive l’amore dei genitori come una lotta continua. I due, infatti, vogliono a tutti i costi il suo affidamento e sono disposti a usare qualsiasi mezzo, pur di veder appagato il loro desiderio.

E a Maisie non resta che guarda silenziosa un mondo fatto da adulti capricciosi. Le passano davanti i nuovi matrimoni dei suoi genitori. Il padre sposa la giovane tata Margo, mentre la madre, per ripicca, un giovane barman, cercando così di ottenere la custodia della figlia.

La pellicola, però, non ha quella profondità e quel sapore di verità da pugno allo stomaco come lavori del passato. I luoghi sono piuttosto ingessati e più da cartolina di New York che non da vita vissuta.

Quel che sapeva Maisie (Usa 2012)
Regia: Scott McGehee, David Siegel
Sceneggiatura: Nancy Doyne, Carroll Cartwright
Distribuzione: Teodora Film
Fotografia: Giles Nuttgens
Montaggio: Madeleine Gavin
Musiche: Nick Urata
Scenografia: Kelly McGehee
Interpreti e personaggi: Julianne Moore, Alexander Skarsgård, Steve Coogan, Onata Aprile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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