di Sara Michelucci

Il dramma di Eluana Englaro e di suo padre Beppino. La spaccatura tra chi vuole tutelare la libertà di scelta (anche di morire) e chi, invece, difende la vita a tutti i costi, anche tenendola attaccata a un respiratore artificiale. È quello che racconta il nuovo film di Marco Bellocchio, Bella addormentata, presentato anche all’ultimo festival di Venezia, ma rimasto a bocca asciutta di premi importanti.

Tante storie si intrecciano tra loro, mettendo in evidenza differenti punti di vista sulla vita e sulla morte, sulla malattia e sul fine vita. Etica e libertà di scelta, si alternano a una morale che ha tutto il dramma dell’integralismo religioso e dell’opportunismo politico. Toni Servillo interpreta Uliano, un senatore, padre di una figlia cattolica e che va a manifestare davanti alla clinica La Quiete dove si trova Eluana.

Uliano, che fa parte del Popolo della Libertà, deve scegliere se votare per una legge che va contro la sua coscienza o se, invece, non votarla e dimettersi, disubbidendo così alla volontà del partito. Maria (Alba Rohrwacher), attivista del movimento per la vita, incontra Roberto (Michele Riondino), che con il fratello è schierato nell’opposto fronte laico. Ma tra i due scocca una scintilla e si innamorano. Una storia che, però, non potrà avere un futuro, perché le spaccature di pensiero e di vita sono troppo ampie.

In una casa che sembra una chiesa, c’è un’altra storia. Quella di una grande attrice (Isabelle Huppert) che cerca nella fede e nel miracolo la guarigione della figlia Rosa, da anni in coma irreversibile, sacrificando il rapporto con il figlio e con l’arte. La ricerca della fede a tutti i costi, quell’aggrapparsi a qualcosa che non possiamo vedere né sentire, ma che sembra dare un conforto, anche illusorio, è un tema che striscia per tutto il film, che fa pensare a quello che la religione è e a quello che non è.

L’ultima protagonista di questo film, che possiamo anche definire corale, è una tossicodipendente. Si chiama Rossa e vuole morire. Tenta il suicidio in tutti i modi, ma in suo aiuto accorre un giovane medico di nome Pallido, che riuscirà a salvarla e a ridarle una nuova speranza.

Il tema dell’eutanasia è affrontato in maniera trasversale da Bellocchio, anche se con meno forza di quella che ci si aspettava. Il rigore registico, soprattutto in alcune scene, resta alto e piace, ma il film non riesce a essere di ampio respiro. 

Bella addormentata (Italia 2012)

regia: Marco Bellocchio
sceneggiatura: Marco Bellocchio, Veronica Raimo, Stefano Rulli
attori: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Pier Giorgio Bellocchio, Maya Sansa, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Gian Marco Tognazzi, Roberto Herlitzka, Gigio Morra, Federica Fracassi
fotografia: Daniele Ciprì
montaggio: Francesca Calvelli
musiche: Carlo Crivelli
produzione: Cattleya; in collaborazione con Rai Cinema
distribuzione: 01 Distribution

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Napoli torna nuovamente a essere il palcoscenico degradato e difficile scelto per il film di Leonardo Di Costanzo, L’intervallo. Con essa, coprotagonista è la camorra, la piaga che lo stato non riesce a guarire. In un enorme edificio abbandonato, una ragazza e un ragazzo sono tenuti prigionieri, ma per ragioni differenti. La sedicenne Veronica ha fatto un torto al boss del suo quartiere, mentre Salvatore, che non c’entra niente con la malavita, è stato costretto a forza a fare da carceriere.

Veronica è sicura di sé, è bella e non ha paura di quello che può accadergli, tanto da risultare anche sfacciata agli occhi dei camorristi che la tengono in quel luogo deserto. Salvatore è completamente diverso da lei. Lui è timido e goffo e non ha saputo sottrarsi al volere dei malviventi che controllano la sua vita e quella dei suoi concittadini. Ma per lui questa è un’umiliazione. Non avrebbe mai voluto essere il carceriere di un’altra esistenza. Ma si trovano ora in questo luogo, che fa paura, ad attendere insieme la punizione che Veronica, secondo i camorristi, merita.

Quello di Di Costanzo è un cinema verità, che mostra i lati più brutali dell’Italia e di una regione in particolare, la Campania, che tra l’altro gli ha dato i natali. Ma lo fa senza essere banale, senza cavalcare luoghi comuni o cliché, ma cercando di narrare, ed entrare, nella mentalità della Camorra, in quella volontà tipica dei clan di tenere la popolazione schiacciata e senza occasioni.

Il film è piaciuto molto al Festival di Venezia, aggiudicandosi numerosi applausi. Il regista, che si divide tra Parigi e Napoli, è conosciuto in Francia per i diversi documentari che ha girato e che gli hanno regalato diverse soddisfazioni. Il tocco del documentario si evince anche in questa pellicola, ma non risulta essere pesante, né tanto meno predominante. La bravura registica sta proprio nel riuscire ad aprire un varco su questioni che sono sotto gli occhi di tutti, ma che spesso vengono celate, scegliendo il punto di vista di queste due giovani vite.

Di Costanzo entra così nel cerchio fatto da altri bravi registi come Paolo Sorrentino o Matteo Garrone che hanno saputo raccontare dinamiche e situazioni di un posto d’Italia tanto affascinante quanto brutalmente leso da un cancro, le cui metastasi continuano inevitabilmente a propagarsi.

L’intervallo (Italia 2012)

regia: Leonardo Di Costanzo
sceneggiatura: Maurizio Braucci, Mariangela Barbanente, Leonardo Di Costanzo
attori: Alessio Gallo, Francesca Riso, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster
produzione: Tempesta e ANKA Films in collaborazione con Rai Cinema
distribuzione: Cinecittà Luce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Aaron Cross è un nuovo agente segreto uscito da un programma di addestramento che lo ha reso una perfetta macchina da guerra: le sue azioni avranno delle conseguenze dirette su quanto mostrato nei capitoli precedenti. L'illegale programma medico e di addestramento che ha generato i superagenti, l'operazione Blackbriar, sta per essere rivelato all'opinione pubblica, dopo che l’ex agente Jason Bourne ha aperto il vaso di Pandora al termine di The Bourne Ultimatum.

I servizi segreti americani vogliono così fare pulizia e mirano ad eliminare gli agenti come Bourne e i laboratori in cui i farmaci necessari al programma sono stati prodotti. L’operazione condotta dal colonnello Eric Byer (Edward Norton) trova però uno freno davanti al ribelle Aaron Cross (Jeremy Renner), che non vuole essere fermato e che scappando coinvolge nella fuga la scienziata Marta Shearing (Rachel Weisz).

The Bourne Legacy
, per la regia di Tony Gilroy è il quarto film della serie cinematografica tratta dai romanzi di Robert Ludlum e Eric Van Lustbader. Gilroy dirige il film, dopo aver sceneggiato i primi tre film della serie. Jeremy Renner veste i panni del protagonista, affiancato da Rachel Weisz, Edward Norton, Joan Allen e Oscar Isaac.

Quest’ultimo capitolo è molto più “semplificato” a livello di trama rispetto ai precedenti, con una suspense che viene fuori non tanto dalla storia, quanto piuttosto dalle azioni altamente pericolose a cui sono sottoposti i protagonisti, che rischiano la vita affrontando di scena in scena diverse minacce. Nonostante ci si aspettasse uno sforzo maggiore a livello registico, nell’insieme il film funziona e sembra coinvolge lo spettatore. Inoltre crea una nuova tipologia di agente, molto diversa da quella a cui siamo stati abituati con film come James Bond o Mission impossible, dove la personalità del protagonista aveva un peso essenziale e decisivo. In questo caso, i protagonisti sono quasi dei “fantasmi” che hanno il solo scopo di mandare avanti l’azione.

Travagliate non solo le scene filmiche, ma anche la produzione della pellicola. Ricordiamo, infatti, che dopo la dichiarazione di Paul Greengrass di non voler dirigere un ulteriore capitolo della saga, c'è stato l’abbandono del protagonista Matt Damon. La regia è così stata data in mano a Tony Gilroy, già sceneggiatore degli episodi precedenti e quindi profondo conoscitore delle ambientazioni del film, e il ruolo principale è stato offerto a Jeremy Renner, che interpreta tuttavia un personaggio diverso da quello di Jason Bourne.


The Bourne Legacy (Usa 2012)

regia: Tony Gilroy
sceneggiatura: Tony Gilroy, Dan Gilroy
attori: Jeremy Renner, Rachel Weisz, Edward Norton, Joan Allen, Albert Finney, Oscar Isaac, Scott Glenn, Stacy Keach, Corey Stoll
fotografia: Robert Elswit
montaggio: John Gilroy
musiche: James Newton Howard
produzione: Captivate Entertainment, Universal Pictures
distribuzione: Universal Pictures
paese: USA 2012

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

La scelta di un nome può causare una serie di situazioni tragicomiche ed è il quid che dà inizio alla storia. È quello che accade nel film franco-belga, Cena tra amici, dei registi Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte. Vincent, un quarantenne agente immobiliare, è invitato a cena dalla sorella Elizabeth e dal cognato Pierre. In attesa dell’arrivo della moglie Anne, perennemente in ritardo, Vincent si trova al centro dell'attenzione poiché i due stanno per avere un bambino. La cena procede con tranquillità finché non si tocca l'argomento del nome del nascituro.

Durante la cena, a cui partecipa anche un vecchio amico d’infanzia, Claude, musicista classico che suona in un’orchestra, viene chiesto al neo papà quale sarà l'atteso nome e il ragionamento col quale Vincent risponde scatena una discussione, che inizialmente è garbata e convenzionale, ma che ben presto sfocerà in una serie di equivoci e rivelazioni inaspettate anche sul passato dei partecipanti alla cena, che di certo non dimenticheranno un incontro del genere.

Si rivela azzeccata la scelta di pensare l’intero film in un unico scenario: quello della cena, appunto. Tutto si svolge senza uscire di casa e si mette in evidenza come il confronto e il contatto diretto tra le persone possa poi portare a situazioni in cui si lasciano da parte le buone maniere e si rivelano le vere personalità dei convitati.

Come è successo con il bel film di Roman Polansky, Carnage, dove però l’incontro-scontro avviene tra persone che non si conoscono tra loro. Qui non è così. In questo caso ci sono legami di parentela e di amicizia, c’è una conoscenza pregressa che mette ulteriore “pepe” a tutto il contesto.

L'uso delle parole, i toni che si esasperano, i tempi ben articolati, non nascondono, ma anzi mettono in evidenza, come il film prenda spunto proprio da un testo teatrale. Non mancano poi ritmo e colpi di scena, che lo rendono un film piacevole e interessante. E il cinema francese, ancora una volta, centra il segno. 


Cena tra amici (Belgio, Francia 2012)

regia: Alexandre de la Patellière, Matthieu Delaporte
sceneggiatura: Matthieu Delaporte
attori: Patrick Bruel, Valerie Benguigui, Charles Berling, Guillaume De Tonquedec, Judith El Zein, Françoise Fabian, Miren Pradier
montaggio: Célia Lafitedupont
musiche: Jérôme Rebotier
produzione: Chapter 2, Pathé, TF1 Films Prod
distribuzione: Eagle Pictures

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Batman torna ancora una volta al cinema e lo fa attraverso il nuovo film di Christopher Nolan, Il cavaliere oscuro - Il ritorno (The Dark Knight Rises). L’eroe dei fumetti è di nuovo protagonista di una storia avvincente e i suoi panni sono ancora indossati da Christian Bale. L’equilibrio si rompe a Gotham City con l’arrivo di una astuta ladra, Selina Kyle, decisa a compiere uno strano piano, e con l’irruzione di Bane, un terrorista mascherato i cui spietati piani per demolire Gotham portano Bruce Wayne a uscire dall'esilio che si è imposto. Pur indossando nuovamente maschera e mantello, Batman potrebbe non essere abbastanza forte per fermare Bane.

La pellicola è stata prodotta da Legendary Pictures e Warner Bros e si tratta del capitolo conclusivo di una trilogia iniziata nel 2005 con Batman Begins e proseguita nel 2008 con Il cavaliere oscuro, entrambi diretti da Nolan. Sono trascorsi otto anni da quando Batman è svanito nella notte, ridotto ormai a fuorilegge per essersi preso la responsabilità della morte di Harvey Dent, sacrificando tutto per ciò che lui e James Gordon ritenevano un bene superiore.

Quello di Nolan è un Batman che si discosta molto dal fumetto. E' un eroe nero, cupo, impenetrabile, che lotta per degli ideali precisi, affrontando un'apocalisse che ha tutto il sapore della postmodernità. Ma le tematiche che si intrecciano in questo ultimo capitolo della saga firmata da Nolan, sono di grande attualità, tanto che in molti si sono chiesti se questo di un Batman di destra o di sinistra. Dalla speculazione dei grandi banchieri, alla minaccia terroristica, l'America di questo cavaliere oscuro è attraversata da violenza e ribellione sociale, ma anche dal cambiamento.

In effetti gli Usa post 11 settembre sono realmente mutati. L'ascesa di Obama, il ritorno di una politica democratica e la ricerca di un'uguaglianza sociale che passa in primis dalla riforma sanitaria, sono strumenti che servono a Nolan per la sua nuova storia. Il film è sicuramente ben articolato, forte nella sua capacità di creare un personaggio che resta prima di tutto un simbolo e conclude una saga in maniera esemplare. In alcuni passaggi, però, risulta un tantino “furbetto”, soprattutto perché non prende mai veramente parte e resta a metà strada tra due concezioni del mondo. Quello che di sicuro è certo, è la riuscita dell'operazione commerciale della Warner, con un incasso che ha già toccato i 900 milioni di dollari.

Il cavaliere oscuro - Il ritorno (Usa 2012)

Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Christopher Nolan, Jonathan Nolan
Attori: Christian Bale, Gary Oldman, Morgan Freeman, Michael Caine, Tom Hardy, Anne Hathaway, Juno Temple, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Matthew Modine, Tom Conti, Alon Aboutboul, Ben Mendelsohn, Burn Gorman, Daniel Sunjata, Aidan Gillen, Sam Kennard, Nestor Carbonell, Brett Cullen, Reggie Lee
Fotografia: Wally Pfister
Montaggio: Lee Smith
Musiche: Hans Zimmer
Produzione: DC Entertainment, Legendary Pictures, Syncopy, Warner Bros. Pictures
Distribuzione: Warner Bros
Paese: Usa 2012

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy