di Michele Paris

Tra gli argomenti più interessanti che animeranno il dibattito estivo d’oltreoceano una volta stabilite ufficialmente le nomination in casa democratica e repubblicana, vi è quello della scelta del candidato alla vicepresidenza. Una decisione quella relativa al “running mate” spesso dettata da scelte di opportunità politica, altrettanto frequentemente disattese dall’esito delle presidenziali, che si presenta quest’anno particolarmente delicata alla luce sia dell’equilibrio che si preannuncia tra i due contendenti sia, soprattutto, delle debolezze alle quali John McCain e Barack Obama dovranno fare fronte nella battaglia a cui daranno vita da qui dall’Election Day. Se però il Senatore repubblicano ha già iniziato una serie di faccia a faccia con possibili candidati alla carica, lo staff di Obama dovrà necessariamente rinviare ogni mossa ufficiale in attesa della conclusione delle primarie che farà calare il sipario sulla estenuante sfida interna con Hillary Clinton per la nomination democratica.

di Elena Ferrara

Arriva nella città santa il diavolo iraniano. Perché a questa conferenza mondiale sulla “Sicurezza alimentare” - indetta dalla Fao a Roma dal 3 al 5 giugno - si presenta, con tutti gli onori del caso, un personaggio del calibro di Mahmud Ahmadinejad, leader di Teheran. Invitato al pari degli altri capi di Stato e di governo a discutere dell’attuale situazione alimentare, del rialzo dei prezzi delle derrate e di come il cambiamento climatico incida sull’agricoltura e di come essa, a sua volta, possa contribuire a ridurne gli effetti. Temi di stretta attualità e di importanza globale. Ma sull’ordine del giorno pesa già il fardello ingombrante di questo iraniano (che rappresenta un paese complesso, contraddittorio e sfaccettato) che non cede perchè si batte contro i diktat americani e contro gli embarghi politici ed economici di un occidente spesso nemico dell’Islam.

di Eugenio Roscini Vitali

La deposizione rilasciata a Gerusalemme dal finanziere statunitense Morris Talansky lo inchioda di fronte alle sue responsabilità: in 13 anni Ehud Olmert avrebbe ricevuto tangenti per circa 150 mila dollari. Malgrado l’assedio della stampa, gli attacchi del Parlamento e l’ultimatum lanciato dal ministro della Difesa e leader laburista Ehud Barak, che ne ha chiesto le dimissioni, il premier israeliano va avanti, resiste e dice no ad ogni ipotesi di dimissioni, vacanze forzate o auto-sospensione per inconciliabilità con le funzioni di capo del governo; in pratica Olmert non lascia. Anzi, il viaggio negli Stati Uniti previsto per i primi di giugno si farà; in agenda ci sono una serie di questioni strategiche che dovranno essere discusse con il presidente George W.Bush con il quale condivide il progetto anti-Iran.

di Bianca Cerri

Il 21 maggio è stato approvato in Minnesota il Reentry Omnibus Bill, una legge che tutela i reduci di guerra americani affetti da problemi mentali accusati di aver commesso reati penali. La stessa legge è già in vigore in California dal 2007 e forse verrà introdotta anche in altri stati. L’enorme numero di reduci finiti nei guai con la giustizia dopo il rientro in patria preoccupa molto le autorità delle zone dove il fenomeno è più consistente. Linda Higgins, co-firmataria dell’Omnibus Bill, teme che la situazione diventi addirittura peggiore rispetto agli anni ’70, quando molti soldati tornati dal fronte del Vietnam con la mente sconvolta iniziarono a delinquere. Forse Higgins non ha tutti i torti visto che sono già più di 300 i reduci di Iraq e Afghanistan condannati per omicidio. I più hanno un’età compresa tra 23 e 27 anni, maneggiavano armi pesanti e una volta tornati a casa non erano riusciti a trovare un’occupazione qualificata come speravano

di Rosa Ana De Santis

L’Inghilterra corre veloce e spavalda verso nuove frontiere della nascita. La legge sulla fecondazione supera l’aspetto che finora era stato elemento ostativo alla possibilità per donne single o coppie lesbiche di generare figli, viene meno la differenza sessuale come condizione imprescindibile della genitorialità. Se maschio e femmina non erano ragione sufficiente per esseri buoni genitori, ora non sono neppure ragione necessaria per essere semplicemente genitori. La rivoluzione non è solo e non è tanto quella dei laboratori e delle cliniche dove questo accadrà, il cambiamento autentico e profondo sta nella nascita di una nuova forma di consapevolezza dei corpi, del pensiero delle donne e persino degli uomini - che questa novità esclude - di un modo diverso di sentire e forse assolutizzare la maternità. La novità sta nell’epilogo nebbioso in cui va a finire il destino sociale dei padri mancati e inutili.


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