di Carlo Benedetti

E’ sempre una brutta notizia quando un giornale va a picco. Perché ora, a Mosca, c’è un punto e a capo per una testata che ha segnato molte pagine della recente storia sovietica: scompare dalle edicole il settimanale Moskovskie Novisti (Notizie di Mosca) che era stato il portavoce di quella “trojka” sovietica (Michail Gorbaciov, Aleksandr Jakovlev e Edvard Scevardnadze) che aveva partorito la perestrojka. In quei tempi - quando l’Urss era ancora in piedi pur se traballante - Moskovskie Novisti scagliava le sue parole contro la nomenklatura e contro le strutture del Pcus. Non accettava minimamente le soluzioni “sovietiche” e si poneva in contrapposizione a tutta la stampa di quei tempi divenendo una sorta di vero e proprio partito di opposizione. Alla testa aveva un giornalista come Egor Jakovlev che si era conquistato una certa fama negli ambienti del Comitato Centrale del Pcus per alcuni libri apologetici su Lenin. Poi, sotto l’influenza del suo omonimo (Aleksandr) Jakovlev aveva invertito la rotta approdando nell’entourage di Gorbaciov-Scevardnadze. E di qui la scalata. Con tutti gli appoggi possibili e immaginabili che venivano da un Cremlino che si avviava verso il processo di ristrutturazione e distruzione dell’Urss.

di Bianca Cerri

Mentre l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite diceva basta con la pena capitale, negli Stati Uniti l’emittente RX annunciava che il procuratore generale del New Jersey intende ricorrere in appello contro la decisione di abolire le leggi capitali presa dal governatore solo 24 ore prima. Non è detto però che il ricorso sarà accolto: prima di tutto perché l’assemblea legislativa aveva già dato il suo assenso e in secondo luogo perché andrebbe provato che l’abolizione della pena capitale vìoli i diritti costituzionali dei cittadini del New Jersey. L’unico rischio è che venga messa in discussione la facoltà del governatore di commutare le condanne a morte già sancite in ergastoli senza condizionale, possibilità non ancora praticabile all’epoca in cui le condanne vennero inflitte. Intanto, gli avvocati del pubblico patrocinio attendono di sapere quale linea di difesa dovranno adottare per i diciannove imputati di reati capitali non ancora processati, ma sarebbe veramente un peccato se gli sforzi compiuti dal governatore per instaurare una giustizia più umana fossero vanificati da questioni burocratiche.

di Giuseppe Zaccagni

“Szabadsag ter”, la budapestina piazza della Libertà, negli anni della guerra fredda è stata il simbolo della contrapposizione tra Est ed Ovest. Dominata dal grigio edificio dell’ambasciata degli Usa che, dopo gli avvenimenti del tragico ottobre ’56, ospitò il cardinale Mindszentsky. Un prelato destinato a caratterizzare il confronto tra i due mondi contrapposti. Piazza della Libertà a parole, quindi, ma in realtà piazza dello scontro diretto. La Storia ha macinato molti eventi ma i problemi del rapporto Est-Ovest dominano ancora. Ora i tempi sono decisamente mutati. E oggi, proprio in “Szabadsag ter”, nel cuore della capitale magiara, americani e russi si incontrano tentando di allontanare i nuovi venti di guerra fredda. L’appuntamento è nella sede del Bank Center Building dove arrivano John Rood, inviato di Bush, sottosegretario responsabile per il settore del controllo degli armamenti e un esponente del Cremlino, Serghiei Kislyak, vice-ministro degli Esteri. Al seguito hanno due nutrite delegazioni che dovranno affrontare (forse con un’opera di revisione e di aggiornamento) l’esame di quel controverso progetto dello scudo spaziale americano. Che, come è noto, comprende un complesso anti-missilistico che Washington intende realizzare nel continente europeo con basi anche in Polonia e nella Repubblica Ceca. Ma Mosca ha subito annunciato la sua netta opposizione ritenendo la “mossa” americana come un vero e proprio atto di “intimidazione” nei confronti dell’Europa e, in particolare, del Cremlino.

di Daniele John Angrisani

Nel silenzio quasi assoluto dei mass media, occupati da questioni di ben altra importanza e respiro, ogni giorno che passa avviene un piccolo massacro sui mercati finanziari di tutti il mondo. La crisi cosiddetta dei mutui sub-prime, ben lungi dall'essere risolta, continua infatti a manifestarsi in tutta la sua gravità, a oltre sei mesi dalla sua comparsa, bruciando ogni settimana decine di miliardi di euro. Le banche centrali fanno a gara per sostenere il mercato immettendo quantità considerevoli di liquidità nel sistema per far fronte alla continua emergenza, ma ciò nonostante (e ben lo sa chi lavora nel settore) le strutture finanziarie continuano ad avere grossi problemi nel breve termine a concedere prestiti e finanziamenti. Anche per questo motivo la Banca Centrale Europea, per correre ai ripari, ha annunciato proprio ieri la sua intenzione di concedere un mega prestito di oltre 380 miliardi (!) di euro di finanziamenti interbancari a tasso agevolato (4,25%) per aiutare a risolvere i problemi di liquidità del sistema bancario. Mossa, bisogna dire, a sua volta ripresa dalla decisione della Federal Reserve americana che ha deciso di immettere sul mercato, in due tranche, altri 40 miliardi di dollari a tasso agevolato entro inizio 2008.

di Giovanni Gnazzi

Resiste alla rimozione. S’appella ai tribunali. Attacca i politici e il governo. Scrive a Napolitano invece che al Presidente del Consiglio. Si dimette mentre chiede il reintegro. Minaccia a blandisce. Appare in ogni televisione. Annuncia l’arrivo nell’agone politico, che proprio di lui c’era bisogno. Con la destra, s’intende; con chi sennò? L’ex comandante della Guardia di Finanza è Speciale, di nome e di fatto. Tu ti aspetti che faccia la guerra al contrabbando o agli evasori e lui la fa ai ministri e al governo. Tu ti aspetti che sia esempio di disciplina e lui disobbedisce. Tu credi che lui abbia letto la Costituzione, ma scopri che l’unica sua lettura sono le intercettazioni. Tu immagini che chiami i sessantamila uomini e donne del corpo al rispetto per le istituzioni, lui invece gli suggerisce sostanzialmente la rivolta, per protesta contro la sua rimozione. Tu pensi che renda più efficiente i conti, lui sperpera in volo come un Ricucci qualunque, circondato da signore impellicciate e adorate spigole che, come gli elicotteri, non dovevano mancare mai.


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