La sigla non lasciava dubbi, USAID è sempre stata sinonimo di aiuti umanitari statunitensi. Ma, come denunciato da decenni, la bugia cominciava proprio dalla sigla e si estendeva a opere e uomini della struttura USA, nata nel 1961, durante il governo John F. Kennedy nel bel mezzo della Guerra Fredda, e il cui compito era quello di contenere l’influenza sovietica nel mondo.

A Teheran si potrà anche continuare ad urlare “Morte all’America”, ma lo slogan dei fondamentalisti iraniani non cambia la realtà: gli Stati Uniti, nonostante la crisi, continuano a imporre la loro influenza globale. Con Trump di nuovo alla Casa Bianca, l'Iran deve scegliere tra resistenza e compromesso.

Le prime dichiarazioni del nuovo mandatario, rivolte a paesi come Canada, Messico, Danimarca e Panama, dimostrano che Washington si vede obbligata a un’espansione continua per mantenere il proprio dominio. Lo slogan "Make America Great Again" non è altro che un’ammissione del declino americano e l’illusione di poterlo invertire con nuove strategie di controllo e subordinazione degli alleati.

Il ritorno di Trump alla Casa Bianca e l’insostenibilità della posizione del Regno Unito di fronte al diritto internazionale stanno mettendo in seria crisi il governo laburista del primo ministro, Keir Starmer, sulla questione del ritorno delle isole Chagos sotto la sovranità delle Mauritius. Lo scorso ottobre, Londra aveva trovato un accordo per conformarsi, quanto meno parzialmente, a un parere della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) del 2019 e a una successiva risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma l’opposizione più o meno esplicita di Washington minaccia di sabotare quello che dovrebbe essere un passo dovuto, anche se tardivo, nel processo di decolonizzazione dell’ex impero britannico. Tutto ruota attorno al controllo della base militare congiunta britannico-americana sull’isola di Diego Garcia, parte appunto dell’arcipelago dell’oceano Indiano, considerata cruciale per la proiezione degli interessi strategici dei due alleati nel continente asiatico.

Il ritorno alle politiche di ostilità e alle sanzioni unilaterali contro l’Iran da parte della nuova amministrazione Trump a prima vista smentisce precocemente quegli osservatori che ipotizzavano un possibile allentamento delle tensioni tra Washington e Teheran alla luce della volontà del presidente repubblicano di evitare di imbrigliare gli Stati Uniti in un’altra guerra impossibile da vincere. Il decreto firmato da Trump martedì, che rispolvera le politiche di “massima pressione” nei confronti della Repubblica Islamica, se anche nella sostanza cambia di poco gli scenari visti durante il mandato di Joe Biden, sembra infatti contraddire una delle promesse centrali della sua campagna elettorale.

Nell’incontro tra Trump e Netanyahu di martedì a Washington, i temi al centro della discussione sono non soltanto la seconda fase della tregua a Gaza, la situazione in Siria, l’Iran o la normalizzazione dei rapporti tra lo stato ebraico e i regimi sunniti del Golfo, ma molto probabilmente anche la violenta operazione militare delle forze di occupazione in corso in Cisgiordania. I militari israeliani hanno da un paio di settimane sostituito l’Autorità Palestinese (AP) in una campagna di repressione contro i gruppi armati della resistenza, causando già decine di morti, inclusi molti civili. L’offensiva israeliana sta facendo registrare sempre più anche la demolizione di interi isolati in alcune città e campi profughi palestinesi, tanto da far pensare a una replica dei metodi impiegati a Gaza, probabilmente in base a un accordo proprio con la nuova amministrazione americana con l’obiettivo finale di annettere l’intera Cisgiordania.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy