La presentazione del bilancio pubblico per l’anno 2026 del primo ministro, François Bayrou, ha dato un’anticipazione piuttosto chiara delle misure drastiche di riduzione della spesa sociale che attendono non solo la Francia, ma anche molti degli altri paesi europei che hanno abbracciato con entusiasmo insensato le politiche ultra-dispendiose di riarmo per far fronte alla minaccia-fantasma russa. La brutale intensificazione dell’austerity prevista dal governo del presidente Macron è anche la conseguenza di un debito pubblico esploso in seguito alle crisi economiche degli ultimi due decenni, che hanno richiesto pesanti interventi di salvataggio per banche e imprese, e alla costante riduzione della pressione fiscale per le grandi società transalpine. Il costo del crescente buco di bilancio venutosi così a creare, in Francia come altrove, verrà fatto pagare come sempre a lavoratori, pensionati e classe media.

L’aggressione di Stati Uniti e Israele dello scorso mese di giugno contro l’Iran e il sostanziale appoggio dato alla guerra dai governi europei hanno reso ancora più improbabile una già complicata soluzione diplomatica all’annosa questione del nucleare della Repubblica Islamica. Gli eventi delle ultime settimane e l’attitudine generale dell’Occidente hanno però dato anche un colpo forse letale al sistema internazionale di controllo e regolamentazione in ambito nucleare. Un ordine diventato più che precario e che potrebbe crollare definitivamente se i tre governi europei coinvolti nell’accordo di Vienna del 2015 (JCPOA) dovessero decidere di far scattare un meccanismo previsto da quest’ultimo per reintrodurre le sanzioni internazionali contro Teheran, sospese appunto un decennio fa.

La stampa ufficiale negli Stati Uniti e in Europa sta favorendo e preparando accuratamente il cambiamento di rotta forse definitivo di Donald Trump sull’approccio alla guerra in Ucraina e sulla natura dei rapporti tra Washington e Mosca. L’esaurimento della pazienza del presidente americano nei confronti di Putin sarebbe determinato, secondo questa versione, dall’ostinazione del capo del Cremlino nel respingere tutte le – ragionevoli – proposte della Casa Bianca per arrivare a una tregua temporanea. Vista l’intrattabilità del presidente russo, presumibilmente determinato a conquistare tutta l’Ucraina e l’intera Europa, a Trump non resterebbe che tornare all’unica opzione possibile, quella della guerra “fino all’ultimo ucraino” già perseguita dal suo predecessore. La metamorfosi di Trump è stata ratificata lunedì con un doppio annuncio dalla Casa Bianca, uno appunto sulla vendita di armi a Kiev e l’altro che consiste nell’immancabile “ultimatum”, indirizzato in questa occasione al Cremlino.

Durante il diciassettesimo incontro annuale dei BRICS, recentemente celebratosi a Rio de Janeiro, i leader del blocco hanno proposto di avanzare nella creazione di un nuovo sistema di transazioni finanziarie nell’ambito dell’Iniziativa dei Pagamenti Transfrontalieri dei BRICS, con l’obiettivo di facilitare transazioni più accessibili, rapide e sicure tra i Paesi membri.

La conferenza di giovedì a Roma sulla ricostruzione dell’Ucraina è a tutti gli effetti l’ennesimo tentativo degli alleati del regime di Zelensky di auto-illudersi di potere influire in qualche modo sulle sorti della guerra in corso dal febbraio 2022. Viste le premesse, dichiarazioni e avvertimenti lanciati durante il vertice appartengono a una realtà parallela, plasmata dal terrore dell’ex comico televisivo ucraino per la sorte personale che lo attende e dalle velleità dei leader europei di evitare una sconfitta epocale nella “guerra per procura” di cui essi stessi, assieme alla precedente amministrazione americana, sono interamente responsabili. In teoria, ciò che conta nel concreto viene deciso sull’asse Mosca-Washington, ma anche in questo caso la fermezza e la coerenza del Cremlino continuano a scontrarsi con la volubilità, il narcisismo e l’indecisione dell’inquilino della Casa Bianca.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy