di Maura Cossutta

Formigoni ha detto no. E subito dopo si è accodato Totò Cuffaro, l’ex governatore della Sicilia, cogliendo al volo l’occasione per farsi ricordare per qualcos’altro oltre ai famosi cannoli. Non passa quindi l’accordo tra Stato e Regioni sulla legge 194, nonostante il parere favorevole di tutte le altre Regioni, compreso quello dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, ANCI. E nonostante le numerose riunioni tecniche per discutere il merito del provvedimento, nonostante soprattutto le rassicurazioni esplicitamente date al ministro Livia Turco da parte dell’assessore alla sanità della Lombardia. L’assessore è stato smentito e Formigoni è intervenuto personalmente per agire all’ultimo minuto il diritto di veto, bloccando così ogni ipotesi di accordo, essendo questa la condizione per essere emanato quella di raggiungere l’unanimità. Mentre Formigoni parlava, altri avevano intanto già dettato la linea, dalle pagine del quotidiano L’Avvenire e con le dichiarazioni del “Movimento per la vita”.

di Saverio Monno

Sin dagli esordi il Partito Democratico ha profondamente sconvolto il sistema politico italiano. Già solo l’annuncio dell’imminente confluenza dei più grandi partiti della maggioranza (DS e Margherita), in una nuova e “più coesa” forza politica, ingenerò i primi contraccolpi nei precari equilibri dell’Unione di Romano Prodi. Poi, la successiva realizzazione di quei progetti, finì per costringere la maggioranza ad un dualismo di vertice, sempre più ingombrante, tra lo stesso Prodi, presidente del PD, e Walter Veltroni che, nel frattempo, di quella nuova forza politica, era divenuto il segretario. Se però, la nascita del partito è ascrivibile al 14 ottobre del 2007, il vero terremoto sarebbe arrivato solo qualche tempo dopo. Nonostante le molteplici dichiarazioni di stima e di ammirazione per l’operato di Prodi, arrivava puntuale, infatti, la randellata. Il sindaco di Roma, pecca di protagonismo e, intervenuto ad Orvieto, bacchetta una maggioranza litigiosa e ballerina, annunciando della sua intenzione di correre da solo. “Quale che sia il sistema elettorale”, alla prossima chiamata alle urne, “il Pd si presenterà con le liste del Partito democratico. Spero che FI trovi il coraggio di fare altrettanto.” Con queste parole, lo scorso 19 Gennaio, il segretario del PD avviava al patibolo l’Unione, che di lì a poco sarebbe stata giustiziata in senato dalla sua corrente più conservatrice, e sfidava Berlusconi a singolar tenzone.

di Sara Nicoli

In un Paese che sta andando a rotoli e dove ogni ridicola sparata del re dei bauscia Berlusconi viene presa sul serio, l’assistere alla cannibalizzazione delle spoglie di Alitalia per puri fini elettoralistici dell’immediato rende la visione del futuro del Paese – e non solo quello dell’ex compagnia di bandiera – a tinte davvero fosche. Quello che sta accadendo ad Alitalia, a partire dall’ultima barzelletta della cordata italiana capitanata dai figli del Berlusca per far contento l’elettorato del “papino” nonchè gli azionisti di Sea-Malpensa a partire dalla Moratti e dal sempre più imbarazzante Formigoni, è la perfetta parabola del peggio dell’Italia di oggi. Gli ingredienti ci sono tutti, a partire dall’imprevidenza di una classe manageriale corrotta, il pressappochismo e gli scaricabarile degli ultimi governi, l’incoerenza e l’opportunismo dei partiti politici che l’hanno lottizzata forse più della Rai per finire con quella cretineria imprenditoriale (e soprattutto politica) che ha preteso la costruzione dell’hub di Malpensa solo per sentirsi padani potenti ad un passo dall’Europa.

di Cinzia Frassi

“Senza l'accordo con Air France esiste il rischio di commissariamento della compagnia”. E' il ministro dell'Economia Padoa-Schioppa a dirlo martedì nella sua relazione al Consiglio dei ministri su Alitalia in una discussione informale. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera il titolare dell'Economia sostiene che "la partita può avere soltanto tre conclusioni: l'esito positivo della trattativa, l'arrivo di un'offerta concorrente o l'amministrazione straordinaria con la probabile liquidazione della compagnia". Il caso Alitalia arriva al suo passo decisivo proprio in piena campagna elettorale, quando ogni parola, ogni intervento si gioca sull’effetto alle urne. Molte le opinioni, ricette, soluzioni più o meno interessate. Al suo debutto, la neo presidente di Confindustria Emma Marcegaglia taglia corto e prende posizione accanto ai suoi colleghi del nord dicendo chiaramente che "così com'è, questo piano dal primo di aprile introdurrà un calo dei due terzi dei voli da Malpensa, fatto che penalizza non solo l'aeroporto lombardo ma tutto il nord". Il piano di Air France prevede una riduzione drastica dei voli dall'aeroporto lombardo che ne sarebbe penalizzato, coinvolgendo naturalmente tutto l'indotto.

di Saverio Monno

E’ partita ufficialmente la “crociata elettorale” di Pierferdinando Casini, il candidato premier dell’Udc, che sabato 15 Marzo, ad Agrigento, ha tagliato il nastro inaugurale della sua corsa verso il 13 aprile. “Momento utile - ha commentato Saverio Romano, segretario Udc in Sicilia - per far conoscere i nostri candidati all'elettorato.” Già in settimana però, il tema delle candidature, nonostante “la grande soddisfazione” ostentata in Sicilia dallo stesso Romano, aveva tenuto banco in casa Udc con gli ex coinquilini di Berlusconi che si erano dovuti difendere da una lunga serie di critiche ed accuse piovute da destra e da sinistra. La prima legnata è arrivata dal settimanale cattolico Famiglia Cristiana, che aveva accusato “l’unica formazione dichiaratamente cattolica”, di“mancanza di coraggio”, per l’aver provveduto all’”assemblaggio politico di due simboli” (Rosa Bianca e vecchia Udc), tra l’altro già uniti in precedenza, sul solco di “un passato non sempre lineare” e di essersi abbarbicati ai “voti ed alle presenze di certi candidati, tipo Cuffaro”. Casini nicchia e, circoscrivendo la replica ad un giudizio politico sull’intesa con la Rosa Bianca, si dice d’accordo con il parere della rivista paolina. “Siamo consapevoli dei limiti di questo accordo - giustifica - ma la risposta arriverà con la costituente di centro che nascerà con le elezioni politiche”.


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