di Rosa Ana De Santis

L’ultimo impeto giustizialista del ministro Maroni questa volta – forse - ha superato ogni pudore e ogni minima parvenza di buon senso. Va bene il coro sulla sicurezza, siamo abituati alla ingiusta e generalizzata condanna dell’immigrazione, ma ai bambini non eravamo ancora arrivati. Cosi lascia interdetti che mentre alla Camera dei Deputati la maggioranza propone – raccogliendo adesioni trasversali - una variazione del codice penale che introduce il reato di pedofilia culturale e, in primis, il termine stesso di pedofilia finora non presente nel codice, proprio perché all’infanzia si riconosce uno status speciale di attenzione e tutela, ci si dimentichi del tutto di questa specialità dei bambini quando si opera su altri fronti. Quelli di casa nostra. Si rischia di cadere nella tentazione di leggere oltre i fatti e di pensare che questa libertà di azione il Ministro possa prendersela senza nemmeno scomodare troppe giustificazioni, perché quei bambini sono rom o sinti. Non sarà per colpa dell’odore della povertà, dei panni sporchi, delle baracche in cui quei bambini vivono la loro piccola vita? Intanto però Maroni supera il suo camerata Borghezio, che per gli immigrati proponeva le impronte della pianta dei piedi. Sale il livello, insomma..

di Saverio Monno

Ci sono voluti tre anni per comprenderlo, ma adesso è tutto chiaro: La morte di Nicola Calipari è stato “solo” un drammatico incidente. E’ impossibile dissentire. Inammissibile cercare di far luce sui troppi interrogativi che aleggiano sulla vicenda. La giustizia italiana non ha il diritto di cercare la verità. Pertanto, non ci sarà alcun processo per Mario Lozano. Nessuna corte chiarirà in quali circostanze e con quali regole d’ingaggio il soldato americano, quella tragica sera del 4 Marzo 2005, ha esploso una raffica di colpi dalla sua mitragliatrice uccidendo l’alto funzionario del Sismi, ferendo il maggiore dei carabinieri Andrea Carpani e l’inviata de il Manifesto Giuliana Sgrena, appena liberata. Questo è quanto ha stabilito la Prima Sezione Penale della Cassazione, al termine di una camera di consiglio di circa tre ore. Il tribunale supremo dello stato italiano, rigetta dunque il ricorso presentato dalla Procura di Roma e dalle parti civili, e conferma la sentenza dei giudici di merito: “carenza di giurisdizione”.

di Mariavittoria Orsolato

Sapevamo che prima o poi sarebbe successo. Dopo averci terrorizzato per anni con immigrati scassinatori/rapinatori, pericolosi attacchi terroristici e - non da ultimo - con lo spauracchio del degrado urbano, adesso ci mandano l’esercito a casa “per far sentire che lo Stato c’è e che è difficile commettere reati”. Parola di Ignazio La Russa, neoministro degli Esteri e grande estimatore della divisa (nera). Nel decreto legge sulla sicurezza approvato in questi giorni dalle Camere, oltre al famoso emendamento scansa-processi, c’è infatti una postilla che in molti hanno già definito “colombiana” e che prevede l’invio di 3000 uomini dell’esercito italiano a pattugliare e vigilare le strade delle maggiori città per almeno sei mesi, rinnovabili una sola volta. Ma non chiamatele ronde. I soldati andranno “semplicemente” a rafforzare le fila dei tutori dell’ordine convenzionali - polizia, carabinieri, municipale - affiancandoli nelle routinarie operazioni di vigilanza e presidio di siti e obiettivi strategici. In questo modo i cittadini potranno riporre torce e forconi e abbandonare l’idea di scendere in strada per dare la caccia al criminale e all’abusivo. Grazie Ignazio.

di Mariavittoria Orsolato

Il karma del cavaliere deve essersi inceppato. Prima il mitra mimato alla povera giornalista russa, poi lo scivolone sul “salva-rete 4” e adesso questa sparata sulle intercettazioni. Da quando è tornato al Governo, Silvio Berlusconi non ne fa una giusta. Lo scorso sabato in occasione dell’Assemblea dei Giovani Industriali, tenutasi come tradizione (noblesse oblige) a Santa Margherita Ligure, il Presidente del Consiglio ha annunciato un nuovo disegno di legge anti-intercettazioni, con pene fino a 5 anni per i trasgressori, siano essi giornalisti, poliziotti o magistrati. Attenzione però, le intercettazioni non saranno del tutto abolite ( era troppo anche per lui ). Si potrà ricorrere alle registrazioni telefoniche solo ed esclusivamente nelle indagini che riguardano il terrorismo o la criminalità organizzata- leggi mafia, camorra e n’drangheta. L’annuncio ha fatto trasecolare i magistrati dell’Anm, da parte loro è impensabile ridurre le tipologie di reato perseguibili con lo strumento dell’intercettazione : “ Intercettare - ha sostenuto il presidente Luca Palamara - è fondamentale per le investigazioni non solo sui reati più gravi, ma anche per quelli più comuni come le estorsioni. Una selezione così drastica rischia di restringere la possibilità di indagare”. Pensiamo infatti all’usura, al riciclaggio di denaro sporco, ai sequestri, alla pedofilia; senza la possibilità di spiare i sospetti intere indagini sarebbero andate a monte.

di Mariavittoria Orsolato

La vecchia volpe non perde il vizio, ma assieme al pelo comincia a perdere anche colpi. Inserire il terzo “salva-Rete 4” in un emendamento riguardante la tutela della fauna selvatica - sebbene le due cose potessero sembrare attinenti - è stato un boomerang per il Governo Berlusconi IV° che, per soli due voti, mercoledì si è visto sconfitto alla Camera ed è tecnicamente caduto sulla sua stessa buccia di banana. “Colpa delle assenze” si giustifica il Premier; “grande successo politico” gongolano i dipietristi. Tutta l’opposizione, sia quella “ombra” del Pd che quella “muro” dell’Italia dei Valori, passando per un’insospettabile Udc, ha infatti votato contro il Decreto Legge sull’attuazione degli adempimenti europei, contenitore legislativo voluto dal Governo Prodi, in cui il team Berlusconi ha inserito un articolo sulla possibilità di “continuare a consentire le trasmissioni a chi ne ha diritto, fino al completamento del piano di assegnazione delle frequenze tv in digitale, nel 2012”. Il fatto che l’avente diritto sia il Presidente del Consiglio e non Francesco Di Stefano, patron di Europa 7 e legittimo assegnatario delle frequenze occupate da Rete 4, ha evidentemente ridestato dal torpore del fair play quel che resta dell’opposizione italiana dopo la Caporetto del 13 e del 14 aprile, e ha fatto arrovellare sui codici giuristi di mezza Europa.


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