di Sara Michelucci

Il secondo episodio del prequel de Il Signore degli anelli arriva al cinema con Lo Hobbit - La desolazione di Smaug, scritto, diretto e prodotto da Peter Jackson. Il film è liberamente ispirato al romanzo Lo Hobbit di John Ronald Reuel Tolkien, e narra le avventure di Gandalf, Bilbo, Thorin e la piccola compagnia di nani, che dopo essere scampati a una serie di pericoli, si mettono in viaggio alla volta della Montagna Solitaria, un tempo sede della capitale del regno di Erebor, ora dimora del drago Smaug. Bilbo Baggins è lo gobbi che deve riconquistare Erebor.

Nonostante il suo essere poco aduso all’avventura, dimostrerà di essere all’altezza del suo compito, mostrando un coraggio che nessuno, eccetto lo stregone Gandalf, aveva mai immaginato. Voce narrante dell’intera storia, Bilbo menziona gli avvenimenti di oltre 60 anni prima. Gandalf il Grigio è lo stregone che ha organizzato la spedizione dei nani e di Bilbo verso Erebor e Thorin Scudodiquercia è l’erede del Popolo di Durin e il capo della spedizione per riconquistare Erebor. Al di la della storia, quello che sicuramente colpisce maggiormente sono le ambientazioni e i costumi, con l’utilizzo sapiente della grafica.

La costruzione dei personaggi, come la contrapposizione tra bene e male è ben organizzata e non lascia spazio a sbavature. Molto efficace la figura del drago Smaug che rappresenta la quintessenza del pericolo in tutta la sua fisicità. Quando lui e Bilbo si trovano di fronte, la potenza dei dialoghi e la maestosità della scena fanno il paio con un’atmosfera epica e che punta dritto alle emozioni dello spettatore. Le riprese del film sono state realizzate in Nuova Zelanda.

Regia: Peter Jackson
Sceneggiatura: Fran Walsh, Peter Jackson, Philippa Boyens, Guillermo del Toro
Attori: Martin Freeman, Benedict Cumberbatch, Ian McKellen, Evangeline Lilly, Luke Evans, Richard Armitage, Elijah Wood, Orlando Bloom, Cate Blanchett, Hugo Weaving, Christopher Lee, Andy Serkis, Ken Stott, Graham McTavish, Lee Pace, Stephen Fry, Billy Connolly, Dean O'Gorman, Mark Hadlow, Jed Brophy
Fotografia: Andrew Lesnie
Montaggio: Jabez Olssen
Musiche: Howard Shore
Produzione: Metro-Goldwyn-Mayer, New Line Cinema, WingNut Films
Distribuzione: Warner Bros.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Pierfrancesco Diliberto, più noto come Pif, sceglie di raccontare la mafia in maniera decisamente diversa dai film a cui siamo abituati. Lontano dai gangster movie e dal film che più di tutti ne ha raccontato le gesta, Il Padrino, il racconto di Pif ha una originalità tutta sua, giocata sul comico, ma con una valenza drammatica ed emotiva fortissima. Un doppio registro fatto di ironia e puntuale presentazione dei fatti, che alterna momenti comici a quelli drammatici.

La mafia uccide solo d’estate racconta la vicenda di Arturo, giovane palermitano impegnato in una doppia impresa che lo porterà a destreggiarsi tra l’amore per la bella e irraggiungibile Flora, di cui è perdutamente innamorato dai tempi delle elementari, e il racconto dei fatti di mafia che hanno punteggiato la sua vita fin dall’infanzia, esplosi nella sanguinosa stagione stragista degli anni novanta. È un monito a chi resta, alle giovani generazioni e ai genitori, affinché non si dimentichi quello che è accaduto e non si finga che la mafia non esiste.

Palermo è la location prediletta, la città natale di Pif, divisa tra normalità degli eventi quotidiani e la violenza dei fatti di mafia. Seguiamo Arturo fin da quando è bambino, sensibile ai fatti che accadono attorno a lui.

Interessante l’interpretazione dei fatti malavitosi che Pif affida al bambino, il quale inizialmente è un fan di Giulio Andreotti, ma ben presto cambierà idea sul suo beniamino.  Le vicende sono lette anche attraverso gli occhi di tutti quei giovani giornalisti e attivisti siciliani che hanno affrontato la verità senza nascondersi e diventando spesso vittime di mafia.

Ci si divide tra il focolare domestico, fatto di gente per bene, e i fatti di Mafia, quasi che ci fosse una doppia vita per tutti i personaggi, costretti alla fine, chi più e chi meno, a fare le loro scelte.

La Mafia uccide solo d’estate (Italia 2013)

REGIA: Pif
SCENEGGIATURA: Michele Astori, Pif, Marco Martani
ATTORI:Pif, Cristiana Capotondi, Ninni Bruschetta, Claudio Gioè
FOTOGRAFIA: Roberto Forza
MONTAGGIO: Cristiano Travaglioli
MUSICHE: Santi Pulvirenti
PRODUZIONE: Offside con Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Gli eroi Marvel tornano al cinema con il film Thor: The Dark World, diretto da Alan Taylor. Prodotto da Marvel Studios e Walt Disney Studios Motion Pictures, è il sequel di Thor, uscito nel 2011. Le gesta del super eroe sono al centro di una trama piuttosto divertente, per chi ama il genere, che non stanca e tiene alta l’attenzione. Buono anche il cast di attori, che vede come protagonisti Chris Hemsworth e Natalie Portman, oltre alla partecipazione di Rene Russo e Anthony Hopkins.

Come il primo film, anche questo è distribuito in 3d, tecnica ormai abusata per le opere di questo tipo. La storia è ambientato un anno dopo The Avengers e Thor sta combattendo per salvare tutti i Nove Regni da un misterioso nemico più antico dello stesso universo. Ma gli elfi oscuri, una razza malvagia proveniente da Svartafalheimr, uno dei nove regni e guidata da Malekith, cerca vendetta contro Asgard e vuole trascinare l’universo nell’oscurità.

Di fronte a un nemico ben più potente di Odino e di Asgard, Thor dovrà riunirsi a Jane Foster e poi liberare suo fratello Loki e prepararsi a un pericoloso viaggio che lo costringerà a un sacrificio estremo. Il regista riesce a trattare bene una materia tutt’altro che semplice, dando alla storia un sapore non scontato e soprattutto creando una commistione di generi interessante.

Un action fantasy che non risparmia colpi di scena e momenti divertenti, rendendo bene quel connubio tra cinema e fumetto che tanto piace e che non sempre, però, riesce a regalare prodotti stimolanti.

regia: Alan Taylor
sceneggiatura: Christopher Yost, Christopher Markus, Stephen McFeely
attori: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Natalie Portman, Stellan Skarsgård, Idris Elba, Anthony Hopkins, Christopher Eccleston, Ray Stevenson, Josh Dallas, Jaimie Alexander, Tadanobu Asano, Zachary Levi, Rene Russo, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Kat Dennings, Alice Krige, Clive Russell, Jonathan Howard
fotografia: Kramer Morgenthau
montaggio: Dan Lebental, Wyatt Smith
musiche: Brian Tyler
produzione: Marvel Studios
distribuzione: Walt Disney Pictures

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

È l’Italia, dagli anni Sessanta fino ai giorni nostri, la vera protagonista del nuovo film di Giovanni Veronesi, L’Ultima ruota del carro, che vede come protagonisti Elio Germano e Alessandra Mastronardi. Ernesto Marchetti fa il trasfocatore. La sua è una famiglia semplice, d’estrazione popolare. Suo padre gli aveva predetto un futuro da "ultima ruota del carro", ma Ernesto è uno che non si scoraggia. Ha sempre qualcosa da fare, alternando diversi lavori, come cuoco, tappezziere, autista alla comparsa cinematografica.

È un uomo comune, che si barcamena per sbarcare il lunario, mette su famiglia e non ha grandissime pretese. La sua è una vita semplice, e l’unico motivo di vedere un po’ cosa c’è al di fuori delle quattro mura domestiche è quello di girare l’Italia grazie al suo lavoro di traslocatore. Si muove sul suo camion e conosce così le vite degli altri, in un viaggio che dura quasi quarant’anni.

Il suo lavoro lo conduce nelle abitazioni delle persone e  attraverso i suoi occhi conosciamo l’Italia. Passano così, sotto il suo sguardo, speranze e delusioni, scandali e malaffare, burrasche e schiarite, ma Ernesto non andrà mai contro i suoi valori, semplici e buoni, legati alla famiglia, agli amici e all’essere onesti.

Il punto di vista dal basso riesce comunque a non rendere il racconto banale, ma lo innalza, fa scoprire quelle che sono le storture e le cose da migliorare e Veronesi riesce a regalare uno spaccato della società contemporanea meno banale dei film precedenti. Elisa, per la prima volta per un film nazionale, ha composto la colonna sonora.

L’ultima ruota del carro (Italia 2013)
Regia: Giovanni Veronesi
Sceneggiatura: Giovanni Veronesi, Ugo Chiti, Filippo Bologna, Ernesto Fioretti
Attori: Elio Germano, Alessandra Mastronardi, Ricky Memphis, Sergio Rubini, Virginia Raffaele, Alessandro Haber, Francesca Antonelli, Maurizio Battista, Francesca D'Aloja, Luis Molteni, Dalila Di Lazzaro, Ubaldo Pantani, Massimo Wertmüller, Elena Di Cioccio
Fotografia: Fabio Cianchetti
Montaggio: Patrizio Marone
Produzione: Fandango, Warner Bros. Italia
Distribuzione: Warner Bros Pictures Italia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Azione e una dose alta di adrenalina nel nuovo film diretto da Denis Villeneuve, Prisoners, che vede protagonisti Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal. È la tranquilla provincia americana, quella dove tutto sembra sereno e perfetto, ad essere nuovamente messa a nudo, scoprendone i numerosi scheletri nell’armadio. Due bambine scompaiono nella periferia di Boston, il giorno del Ringraziamento. Anna Dover e Joy Birch, di sei e sette anni, uscite alla ricerca del fischietto perduto di Anna, non fanno più ritorno a casa.

Il padre di Anna, Keller Dover, uomo umile ma risoluto, appena tornato da una battuta di caccia col figlio più grande, inizia infruttuosamente le ricerche delle due bambine. Le due famiglie si rivolgono alla polizia, senza però riuscire a fornire alcuna traccia utile. Keller inizia un percorso di giustizia personale, parallelo a quello delle forze dell'ordine, tutto incentrato su un uomo. Ne scaturisce una serie di violenze e reciproche vessazioni, dove la prigionia è uno degli elementi centrali.

Ma sono i personaggi stessi, ognuno a proprio modo, ad essere prigionieri di qualcosa. Un nemico invisibile, da combattere, metafora di un’America che fa della paura uno degli elementi fondanti del suo potere. Al centro della storia, anche l’elemento della tortura e dei metodi “poco ortodossi” usati spesso dalle forze dell’ordine, ma fatti propri anche dai privati cittadini. Ci si interroga, così, su cosa voglia di sentirsi sicuri, sull’inseguimento di una verità che è sempre più sfuggente.

Non ci sono eroi in questo film, ma si scardinano quei codici su cui si basa la cinematografia di genere, rappresentando molto di più una metafora della decadenza americana, dove ciò che è giusto e legale si confonde con la sete di vendetta e di giustizia personale, ma anche di una redenzione che si fa sempre più vana e lontana.

Prisoners
Regia : Denis Villeneuve
Sceneggiatura: Aaron Guzikowski
Attori: Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Paul Dano, Maria Bello, Viola Davis, Terrence Howard, Erin Gerasimovich, Melissa Leo, Jane McNeill
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Joel Cox, Gary Roach
Produzione: 8:38 Productions, Alcon Entertainment, Madhouse Entertainment
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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