di Luca Mazzucato

Dopo settimane di trattative, giovedì scorso Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo per il cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza. L’esercito israeliano ha sospeso i raid nella Striscia e Hamas si é impegnato a fermare il lancio di razzi artigianali su Sderot; tutte le fazioni palestinesi hanno accettato la tregua, limitata a Gaza e non estesa alla West Bank. L’ala armata di Fatah rischia di rompere la tregua lanciando due Qassam e Hamas dichiara per la prima volta che “il lancio dei Qassam danneggia l’interesse nazionale palestinese.” Il negoziato tra Olmert e Hamas rappresenta il definitivo fallimento della linea dura della “dottrina Bush” in Medioriente, che predica l’isolamento dei movimenti “radicali” di resistenza quali Hizbullah in Libano e i sunniti in Iraq.

di Carlo Benedetti

All’inizio della storia c’è il periodo sovietico. Un matrimonio gestito tra Mirafiori e il Cremlino con uomini che si chiamavano Piero Savoretti (“senza di lui - disse una volta Agnelli - questo accordo con i sovietici non ci sarebbe stato”) e Aleksej Kossighin, benedetti anche da quel Pci delle Botteghe Oscure che aveva tutto da guadagnare dall’affare del secolo. Nasceva l’avventura dell’auto di massa in un paese immenso che conosceva solo pochissime automobili e tutte malmesse. Strade zero e benzina a 70 ottani. Eppure si stava per compiere il miracolo, una svolta storica. Tutto doveva avvenire sulle rive del Volga dove accanto all’azienda “made in Fiat” nasceva una città “made in Urss”. E per mettersi in buona luce con il Pci, il nome della città fu quello di “Togliatti”, “Gorod Togliatti”. La fabbrica si chiamò subito “Vaz” Volkskij avtomobilnij zavod. Era il 1967 e si muovevano già le prime utilitarie “Zhiguli” e “Lada” prodotte sul modello della Fiat 124. E il simbolo fu quello di una imbarcazione tipica del Volga dove, appunto, si snodava la città del futuro. Si puntava a conservare una propria riconoscibile identità.

di mazzetta

Era il 2003 quando Amnesty International fu accusata di fare “terrorismo” pronosticando cinquantamila morti in seguito all'invasione dell'Iraq. A quel tempo i fautori della guerra sostenevano che si sarebbe trattato di un'operazione relativamente semplice intitolata alla diffusione della democrazia in Medio Oriente. Un milione di morti, dieci milioni di feriti e mutilati e quattro milioni di profughi iracheni dopo, sull'invasione dell'Iraq cala una cappa di silenzio a favorire lo scontato epilogo della più grande operazione criminale del nuovo secolo. Tutto sembra dimenticato ed in Iraq sembra non accada più nulla. Difficile pensare che si tratti di un caso. Cinque anni dopo l'invasione il silenzio sull'Iraq serve alla consumazione del grande furto. Il motivo reale dell'invasione dell'Iraq è il controllo degli approvvigionamenti di idrocarburi nell'area mediorientale, chi ancora lo neghi non può che essere in malafede.

di Mariavittoria Orsolato

"Se lo fa la sorella di Britney Spears, perchè non posso farlo anch'io?". E' quello che avranno pensato le 18 adolescenti della Glouchester High School in Massachussets, rimaste incinte quasi simultaneamente grazie a padri di cui si tace il nome. Il caso è scoppiato a livello globale quando il settimanale americano Time ha dedicato un'inchiesta al caso di Glouchester, un paesino con poco meno di 30.000 abitanti nella cattolicissima provincia americana in cui il boom di puerpere poco più che bambine ha risollevato l'annoso problema delle gravidanze in età scolare, cui le statistiche assegnano un aumento di tre punti percentuali ogni anno solo negli States. Tutto è cominciato lo scorso ottobre quando all'infermeria della scuola sono stati richiesti più di 140 test di gravidanza, numero incredibilmente elevato per un istituto che ospita poco più di mille studenti, 600 dei quali sono femmine.

di Eugenio Roscini Vitali

Nel vicino Medio Oriente sembra che le cose stiano finalmente cambiando, ma quante sono le reali possibilità che questo avvenga veramente? Con la speranza di riguadagnare consensi e dare respiro ad un Paese che ormai è in guerra da più di 60 anni, il governo israeliano ha recentemente deciso di voltare pagina: mettere da parte l’uso delle armi ed imboccare la strada del dialogo e della diplomazia. Una scelta insolita, soprattutto se si pensa che a prenderla è stato il premier Ehud Olmert; lo stesso Olmert che ancora oggi appoggia la destra sionista nella spregiudicata espansione dei quartieri ebraici a Gerusalemme est, l’Olmert che una commissione pubblica d'inchiesta, quelle presieduta dal giudice Winograd, ha definito un utilizzatore spregiudicato dei media e un consapevole manipolatore di avvenimenti.


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