Seppure tutelati da normative e convenzioni internazionali e nazionali, i diritti dei minori stranieri non accompagnati – più di quindicimila in Italia e in aumento nell’ultimo triennio – si scontrano con una gestione emergenziale e che ha come priorità quella di trovare posti nei centri di accoglienza più che far fronte a situazioni individuali, fatte di casi critici e delicate vulnerabilità.

La difficoltà nella gestione dei flussi migratori, la questione della cittadinanza, casi criminali di spiccata efferatezza, sgomberi e disordini nei centri di accoglienza e l’accusa alle ONG, sono stati, stando a quanto si legge nel V Rapporto di Carta di Roma, Notizie da paura, i temi al centro dell’agenda mediatica migratoria del 2017.

Cronica mancanza di soluzioni per l’accoglienza dei migranti di passaggio nella Capitale d’Italia. E’ quanto emerge dal terzo Rapporto elaborato dalla Rete legale per i migranti in transito. “Dal primo luglio di quest’anno, i posti per i richiedenti asilo e rifugiati nel sistema SPRAR di Roma Capitale sono stati ridotti di 786 unità. Dei 2774 posti disponibili, la Giunta attuale è riuscita ad affidarne, attraverso procedura pubblica, soltanto 1988, quasi il 30 per cento in meno”, dicono i dati finali del report, tutt’altro che confortanti.

Sebbene gli sbarchi sulle coste italiane siano passati da 63mila del 2011 ai 117mila del 2017, non siamo di fronte a un’invasione. E sebbene gli sbarchi siano diventati l’emergenza dell’agenda politica italiana e abbiano caratterizzato il dibattito pubblico, a tranquillizzare gli animi degli italiani restii agli ingressi nel Belpaese, i dati dell’ultimo Rapporto ISMU sulle migrazioni, il XXIII, non sembrano svelare dinamiche e prospettive preoccupanti.

Un paese sfaldato, impaurito, impoverito, dagli aspetti contraddittori; da una parte la numerologia - forse addirittura concreta - che indica una crescita economica; dall’altra la percezione (e non solo la percezione) di non farcela, in un declino verticale che, come ripetono, sembra duro a morire. Scomponendo gli ultimi dati del rapporto Censis ci sarebbero in dicotomia, un sistema produttivo che si mostrerebbe in ripresa (ma solo grazie al manifatturiero) di pari passo a un senso generale di sfiducia nelle istituzioni, nei partiti politici (potrebbe essere altrimenti?).


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