di Rosa Ana de Santis

Ha 13 anni e ha il morbo di Hodgkin. I suoi genitori rifiutano per lui le cure chemioterapiche che potrebbero, con buone possibilità, farlo guarire. A guidarli in questa decisione è la fede religiosa. Una setta, quella cui appartengono, chiamata Nemenhah e guidata da Philip Landis, che consentirebbe la sola medicina naturale. A confermarli nelle loro posizioni è stata la reazione, non buona dicono loro, avuta dal figlio dopo il primo ciclo di chemio cui si è sottoposto. Al giudice John Rodenberg di Minneapolis è stato chiesto di intervenire per imporre ai familiari l’obbligo di cura richiesto dai medici del giovane paziente. Questa storia non sembra inscrivibile nella sola categoria della libertà di cura data l’età del giovane paziente, neppure nell’accanimento terapeutico, perché le cure sono tutt’altro che inutili e disperate e non è neppure riassumibile nell’analisi e nella difesa spassionata di un atto di libera volontà.

di Elena Ferrara

Negli anni della “cortina di ferro” era l’unica emittente straniera che si sentiva all’Est. Le centrali di disturbo del Cremlino e dei paesi satelliti non riuscivano a farla tacere. E così quel “Laudetur Jesus Christus” che apriva le trasmissioni in tutte le lingue, stava a significare che si era sintonizzati sull’onda del Vaticano. Era appunto la radio che parlava di religione e di politica. Goebbels aveva giurato di ridurla al silenzio; i membri della resistenza francese, invece, ne trascrivevano le sue trasmissioni e le distribuivano clandestinamente. Ne è passato del tempo e la storia ha riportato ogni cosa nel suo giusto binario. Ed eccola oggi questa radio che con il suo “Laudetur Jesus Christus” comincia a parlare anche il linguaggio della pubblicità: la modernità e la globalizzazione hanno vinto. E così, a 78 anni dalla prima trasmissione, voluta da Pio XI e realizzata da Guglielmo Marconi, si aggiustano i palinsesti per infilarci dentro la pubblicità.

di Mario Braconi

Non vi sono dubbi: la “digitalizzazione” della nostra vita è un fenomeno positivo, in quanto estende in modo esponenziale le nostre potenzialità di produrre e di divertirci. Computer, palmari, telefonini evoluti, lettori MP3 e i vari ibridi tra queste cose: saranno anche pezzi di ferro rame plastica e silicio, ma vi restano impigliate istantanee della nostra vita non solo professionale. Le fotografie dei nostri cari, i documenti che scriviamo (l’articolo buttato giù per divertimento, la lettera d’amore, l’avviso da appendere in ascensore, eventuali conati poetici o narrativi destinati a non vedere mai la luce), la lista dei siti internet con cui ci colleghiamo, la musica che sentiamo…

di Rosa Ana De Santis

Il genoma è servito. Sotto le lenti dei laboratori di biologia molecolare, nel prontuario delle cure oncologiche, nelle parole degli esperti. L’elica sinuosa del DNA si srotola come un ricamo, alleli e delezioni patologiche, basi di aminoacidi dai nomi impronunciabili si svelano. Una lettura contemporanea del classico conosci te stesso che si spinge oltre i limiti della psiche e del corpo, che scava dentro, fino a toccare lo scheletro invisibile della vita umana. Un’indagine che mentre diventa terribilmente scientifica si anima di un tormento e di un’analisi tutta intellettuale ed emotiva, scardinando assiomi finora incontrovertibili di coscienza e conoscenza.

di Rosa Ana De Santis

L’Imperatore e la Signora, alla vigilia delle elezioni europee e subito dopo i giorni del trionfo in terra abruzzese, sono finiti a rivendicare, a reti unificate, diatribe coniugali e beghe di eredità e patrimoni. La vicenda è privata, ripetono tutti, eppure va in onda in prima serata. Colpa di lei - dice lui - sobillata dai soliti noti. Fatto sta che AVVENIRE di fronte alle puntate della spiacevole telenovela che tartassa gli italiani, non troppo rammaricati - va detto - dell’ennesimo reality, riconosce al nostro premier la mancanza di uno stile sobrio, come si converrebbe alla carica istituzionale che riveste. E perché mai dovrebbe - direbbe forse lui - come é solito fare dopo i commenti ardenti di ogni sua malparata. Venditore nato, come lo descrive sapientemente Scalfari, sa rialzarsi sempre pulito dalla polvere.


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