di Rosa Ana de Santis

Si chiamava Giuseppe Turrisi: 58 anni, originario di Agrigento, ospite del dormitorio di viale Ortles. Andava spesso nello scalo ferroviario milanese. Una stazione che diventa un rifugio, lì dove siamo abituati a vederne tanti, tra una banchina e l’altra, rannicchiati sulle scale che portano ai sottopassaggi, confusi nel tappeto frettoloso di chi aspetta il treno per andare a lavoro o per rientrare a casa. Questa volta le cronache non raccontano di una morte per freddo sotto coperte rimediate di scatoloni, ma di un pestaggio mortale che sarebbe avvenuto il 6 settembre scorso negli uffici della Polizia. Una costola fratturata gli ha perforato la milza mortalmente. In carcere, per la sua tragica fine, sono agli arresti due agenti della Polizia Ferroviaria con l’accusa di omicidio. La loro versione dei fatti non ha convinto il gip Marina Zelante, l’autopsia li ha smentiti, così come in parte le telecamere della stazione.

di Ilvio Pannullo

Il nuovo testo sulla regolamentazione delle telecomunicazioni sta prendendo vita in questi giorni nelle stanze segrete di quelle che vengono definite, impropriamente, “istituzioni europee”. Tra emendamenti e votazioni, dibattiti ed aggiustamenti, diversi soggetti, tutti privi di una reale e diretta attribuzione di sovranità da parte dei popoli sovrani di Europa, si apprestano a ridefinire un nuovo concetto di rete. La rete dei padroni. Nonostante il testo non sia stato ancora votato dal Parlamento e non abbia ancora, quindi, forza vincolante nei confronti degli stati membri, è certo che quelli che ora sembrano punti fermi - osservano infatti già in molti - potrebbero irreggimentare la rete, trasformarla in un servizio controllato dall'industria dei contenuti, privandola così della sua neutralità. Dopo la radio e la televisione è ora la rete ad essere entrata nel mirino di quanti, in questo mondo globalizzato, sognano di governare i propri affari riempiendo dei giusti contenuti la vita della maggioranza più uno delle libere popolazioni europee.

di mazzetta

Il terremoto in Abruzzo è caduto come una tragica conferma della pochezza amministrativa della nostra classe dirigente. Gran parte degli edifici più recenti e in particolare quelli affidati alla gestione pubblica, hanno ceduto di schianto, tragica cartina al tornasole dell'ancora più modesta classe dirigente abruzzese, che negli ultimi anni è passata da uno scandalo all'altro senza colpo ferire e senza che le decine di gravi procedimenti a carico dei dirigenti pubblici abbia smosso nemmeno la parvenza del ricambio. A L'Aquila, capoluogo regionale, gli edifici pubblici hanno reso la misura precisa della corruzione che ha investito la loro costruzione, non uno ha resistito al sisma come avrebbe dovuto.

di Rosa Ana De Santis

Accadeva alla vigilia del battesimo del Popolo delle Libertà. Il testo Calabrò, frettoloso, carico di contraddizioni e in assoluto isolamento rispetto alla legislazione del resto d’Europa, veniva approvato. Affondando i principi fondativi della Costituzione, sfidando la volontà degli italiani. L’ultimo sondaggio riportato dal Corriere della Sera dice infatti che i cittadini vogliono decidere in autonomia sulla fine della propria esistenza, senza delegare ad alcuno - tantomeno allo Stato - un ruolo decisionale nel merito. La mobilitazione contro questa legge inutile e vessatoria, come ha più volte sottolineato il senatore del PD Ignazio Marino, sta prendendo forma. Il Comune di Milano ha accolto una mozione del PD, sottoscritta anche dalla Lega, per attivare un registro dei testamenti biologici dei cittadini milanesi.

di Rosa Ana De Santis

In Italia, tra una chiacchiera di gossip e le luci dell’Ariston, di omosessualità si parla. Ultimo, in ordine di tempo e di decenza, é stato Povia, il cantante delle buone intenzioni, che ha intonato l’ennesima strofetta sugli omosessuali. E’ così che mentre Grillini, presidente dell’Arcigay, dalle prime file del Festival scuoteva la testa in segno di disapprovazione, la storia di Luca, omosessuale convertito alle donne, recuperava Freud e alcune interpretazioni pittoresche del suo pensiero. E’ invece decisamente meno romantico il quadro presentato a Bruxelles dal direttore dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali, Morten Kjaerum, e da Giusto Catania, vice presidente della commissione Libertà civili del Parlamento europeo. L’Italia condivide con altri 13 Stati la vergogna di non riconoscere alcun diritto alle coppie omosessuali.


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