di Rosa Ana De Santis

Accadeva alla vigilia del battesimo del Popolo delle Libertà. Il testo Calabrò, frettoloso, carico di contraddizioni e in assoluto isolamento rispetto alla legislazione del resto d’Europa, veniva approvato. Affondando i principi fondativi della Costituzione, sfidando la volontà degli italiani. L’ultimo sondaggio riportato dal Corriere della Sera dice infatti che i cittadini vogliono decidere in autonomia sulla fine della propria esistenza, senza delegare ad alcuno - tantomeno allo Stato - un ruolo decisionale nel merito. La mobilitazione contro questa legge inutile e vessatoria, come ha più volte sottolineato il senatore del PD Ignazio Marino, sta prendendo forma. Il Comune di Milano ha accolto una mozione del PD, sottoscritta anche dalla Lega, per attivare un registro dei testamenti biologici dei cittadini milanesi.

di Rosa Ana De Santis

In Italia, tra una chiacchiera di gossip e le luci dell’Ariston, di omosessualità si parla. Ultimo, in ordine di tempo e di decenza, é stato Povia, il cantante delle buone intenzioni, che ha intonato l’ennesima strofetta sugli omosessuali. E’ così che mentre Grillini, presidente dell’Arcigay, dalle prime file del Festival scuoteva la testa in segno di disapprovazione, la storia di Luca, omosessuale convertito alle donne, recuperava Freud e alcune interpretazioni pittoresche del suo pensiero. E’ invece decisamente meno romantico il quadro presentato a Bruxelles dal direttore dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali, Morten Kjaerum, e da Giusto Catania, vice presidente della commissione Libertà civili del Parlamento europeo. L’Italia condivide con altri 13 Stati la vergogna di non riconoscere alcun diritto alle coppie omosessuali.

di Mariavittoria Orsolato


Lo scorso giovedì il Senato italiano ha approvato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico. Con 150 voti favorevoli, 123 contrari e 3 astenuti, il discusso provvedimento di emergenza sulla questione di bioetica scatenata dal caso di Eluana Englaro e dalle bizze del nostro premier passa ora al vaglio della Camera, con una piccola modifica: il documento autografo del paziente non sarà più vincolante per il medico. Il testo, che nella sua genesi ha spaccato e diviso indistintamente le infinite coscienze politiche italiane, ha subìto una modifica decisiva in zona Cesarini con l’approvazione dell’emendamento del senatore Udc Antonio Fosson, che rende “non vincolanti” le dichiarazioni anticipate di trattamento. Il primo comma dell’articolo 4 del testo originale stabiliva infatti come le volontà sul trattamento sanitario da adottare non fossero obbligatorie ma fossero – nel caso in cui espresse dall’interessato –vincolanti per i medici. Quella del senatore Udc potrà anche sembrare una semplice cancellatura ma, grazie a questo fine espediente semantico, il senso di una legge che avrebbe dovuto riaffermare la laicità dello Stato di fronte all’arbitrio dei cittadini è stato completamente stravolto e depauperato, immaginiamo con gran soddisfazione dell’ostinata re-azione cattolica.

di Rosa Ana De Santis

L’annuncio arriva dall’Europa e dice chiaro che la crisi economica rischia di portarsi dentro, come acqua malsana, il virus della discriminazione e della xenofobia. L’invito rivolto ai politici e ai governi in carica è di arginare con ogni mezzo questi fisiologici reflussi di intolleranza e discriminazione e di governare le fasce sociali più deboli, le più esposte ai danni della crisi. Bruxelles ha lanciato l’allarme il 21 marzo, data in cui si celebra la Giornata mondiale per l"eliminazione della discriminazione razziale e lo ha fatto attraverso i numeri e le preoccupazioni espresse dalla Fra (Agenzia europea per i diritti fondamentali), l'Odihr (Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani, dell'Osce) e l’Ecri (Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza). Basta ripercorrere le cronache italiane degli ultimi mesi per prendere consapevolezza di quanto l’avvertimento non sia esagerato. Numerosi sono stati gli episodi di violenza e discriminazione, sempre abilmente celati nella categoria ora del bullismo, come quando venne appiccato il fuoco sul corpo del giovane indiano Sing Navte, o della presunta legittima difesa, come quando i due negozianti milanesi - padre e figlio - bastonarono a morte il giovane afro Abdul Salam Guibre.

di Mario Braconi

Nel giugno del 1998, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tenne una sessione speciale dedicata alla lotta contro la produzione illegale, la vendita, la domanda, il traffico e la distribuzione dei narcotici e delle sostanze psicotrope: in quell’occasione, i rappresentanti dei Paesi membri firmarono una dichiarazione con la quale impegnavano formalmente i rispettivi governi a conseguire l’ambizioso traguardo di un mondo “libero dalla droga” entro il 2008. L’11 marzo è stata convocata a Vienna la Commissione delle Nazioni Unite sui Narcotici (United Nations Commission on Narcotic Drugs), con l’obiettivo di valutare i risultati conseguiti in dieci anni di politiche anti-droga e per discutere gli obiettivi del prossimo decennio.


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