Il Milan cinese cade sotto la pioggia dell’Olimpico. Pioggia reale e di gol. Il 4-1 subìto per mano della Lazio dimostra che il progetto rossonero è ancora in fase di costruzione. Il mercato estivo – forse fin troppo esaltato – ha portato tanti giocatori che insieme ancora non formano una squadra. Montella ha molto da lavorare e, probabilmente, per farlo con serenità dovrebbe ridimensionare le aspettative create dalla nuova proprietà nella tifoseria.

Serviva un miracolo, non è arrivato. L’Italia torna con le ossa rotte dal Santiago Bernabeu e ora la strada verso il mondiale di Russia 2018 si complica. La netta sconfitta per 3-0 contro la Spagna condanna gli azzurri – nel migliore dei casi – al secondo posto nel girone e quindi ai playoff per conquistare un posto in tabellone alla fase finale della Coppa del Mondo.

Subissato da insulti vecchi e nuovi, Luciano Spalletti si è preso una rivincita che ha del romanzesco. Il 3-1 in rimonta che l’Inter ha rifilato sabato sera alla Roma porta la firma dell’allenatore toscano, che ha saputo trovare la chiave per smontare il gioco e la psicologia dei giallorossi. Dopo un primo tempo chiuso in vantaggio per 1-0 dai capitolini grazie a un gol di Dzeko, nella ripresa i nerazzurri ribaltano l’andamento della gara con l’ingresso in campo di Joao Mario.

Milano è tornata. Dopo l’estate milionaria del mercato cinese, Inter e Milan iniziano il Campionato con due vittorie convincenti, entrambe per 3-0. I nerazzurri, in casa, travolgono nel primo tempo quel che resta della Fiorentina dopo i saldi estivi. A portare il vessillo è capitan Icardi, che nel giro di un quarto d’ora prima trasforma un rigore, poi insacca di testa con un gran movimento sul primo palo. Nella ripresa Perisic cala il tris. Da segnalare il tributo a Stefano Pioli, ora sulla panchina viola, applaudito da tutto lo stadio al momento della lettura delle formazioni e destinatario di uno striscione della Nord che lo definisce “unico vero interista della scorsa stagione”.

Simone Inzaghi aveva le idee chiare: "Si dice che tutto può succedere - aveva affermato l'allenatore della Lazio in un'intervista alla Repubblica - non sempre si aggiunge che succede solo se gli sfavoriti giocano una grande partita". Così è stato. Dopo aver perso 13 delle ultime 14 sfide contro la Juventus, di cui le ultime 10 consecutive - comprese due delle ultime 3 finali di Coppa Italia e la Supercoppa di due anni fa - dopo aver subito un parziale di 31 gol a 3 ed essere rimasti per ben 746 minuti di fila senza segnare contro i campioni d'Italia, i biancocelesti ce l'hanno fatta. Domenica sera all'Olimpico hanno battuto la Juventus, conquistando la quarta Supercoppa Italiana della loro storia.


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