di Mario Braconi

Rama Yade, Segretario di Stato (Vice-ministro degli esteri) francese con delega per i Diritti Umani, l’ha detto chiaramente: il suo Paese, che dallo scorso Luglio è presidente di turno dell’Unione Europea, intende dare una più concreta attuazione ai diritti umani, in particolare combattendo l’omofobia. Va detto, a beneficio dei più distratti e tanto per sottolineare la peculiarità antropologica della destra nostrana, che la Yade, pur essendo socialista, rappresenta un governo conservatore. La ministra di origine senegalese, a margine di un incontro UNESCO - ONG tenutosi a settembre a Parigi, ha proposto di celebrare il sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo (10 dicembre 2008) presentando all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite una bozza di Dichiarazione Politica finalizzata alla depenalizzazione del reato di omosessualità; in quell’occasione la Ministra ha ricordato che in ben 90 paesi il sesso tra persone consenzienti dello stesso sesso è un reato punibile con multe, anni di reclusione in carcere, assoggettamento a punizioni corporali di vario genere e perfino con la morte - impiccagione, schiacciamento, lapidazione - ogni stato ha le sue sadiche preferenze.

di Mario Braconi

Vladimir Luxuria vince “L’Isola dei famosi” (poteva essere diversamente?) ed é subito bagarre. I primi a commentare sono ovviamente gli incrollabili tutori della morale pubblica, i democristiani di destra, quelli che, per intenderci, militano nelle file del partito dell’On. Cosimo Mele, beccato con cocaina e prostitute in un albergo romano. “Che la tv pubblica erga ad eroina un trans è scandaloso. Più che Isola dei famosi, l'Isola della vergogna”, così Maurizio Ronconi dell’UDC. Dichiarazione che risulterebbe insipida nel suo sdegno preconfezionato se non tradisse un lapsus che rivela il riflesso condizionato del politico italico: scopo di qualsiasi programma televisivo (non importa quanto sciocco, inutile, detestabile) dev’essere edificare il “popolo”. Pierferdinando Casini, gagliardo paladino dell’indissolubilità del matrimonio (degli altri) ha voluto così commentare la notizia: “Complimenti a Vladimir, è stata veramente simpatica ma la sua vittoria certifica la morte della sinistra comunista”, coniugando aristocratico fair play e irresistibile non sequitur politico: che la sinistra comunista sia scomparsa dal Parlamento è un fatto; più arduo è comprendere quale sia il nesso logico tra la “morte” della stessa e il fatto che Vladimir Luxuria si sia aggiudicata un trofeo trash.

di Rosa Ana De Santis

Tutti hanno scritto di te. Si è parlato così tanto della tua condizione, è stata analizzata nella più profonda intimità. A volte forse in modo morboso. Non puoi saperlo, ma le tue foto hanno fatto il giro dei siti internet e dei giornali. Sono entrate nelle case. Le hanno viste tanti genitori e tanti figli. Tutti abbiamo un po’ parlato di te. Chi da esperto, chi da genitore, chi in chiesa. Ognuno ha iniziato per forza a domandarsi cosa fare e cosa scegliere su quel confine estremo della vita. Sappiamo che dal giorno del tuo incidente non sei più tornata indietro. Che le speranze si sono affievolite ogni giorno un po’ e che, passato il primo periodo, niente è cambiato e, soprattutto, niente sarebbe potuto cambiare mai. Nessuno sa come sei oggi. In quella stanza entrano i tuoi affetti più cari. Le suore raccontano che tuo padre viene a trovarti, accarezza i capelli che ora sono corti e, come se tu fossi li, saluta la sua bambina. Così ti chiama. Anche se sei nata 37 anni fa.

di Mario Braconi

Nel giro di qualche settimana Caritas Italiana, Istat e OCSE hanno diffuso diverse statistiche in materia di povertà e distribuzione del reddito in Italia; il collage di questi dati ci fornisce l’immagine di un Paese con un problema di povertà e di sperequazione dei redditi e della ricchezza, aggravato da una scarsissima coscienza sociale e da un’inerzia dello stato spiegabile forse solo in termini di rimozione psicoanalitica di una scomoda realtà. E’ opportuno premettere che gli economisti distinguono due tipi di povertà: quella cosiddetta assoluta e quella relativa. Per misurare la povertà assoluta si fa riferimento al “valore monetario di un paniere di beni e servizi indispensabili affinché una famiglia possa raggiungere un livello di vita socialmente accettabile”; una famiglia o una persona viene invece definita “povera” in senso relativo se il suo reddito è inferiore al 50% del reddito individuale medio (o della mediana del reddito) registrato nella comunità di riferimento.

di Rosa Ana De Santis

Ieri mattina Beppino Englaro è arrivato presto con i suoi avvocati. Numero 37 nella lista del giorno: l’ultimo caso ad essere affrontato. In silenzio e in attesa, come tutta la vita da quando sua figlia è stata rubata da un sonno infinito. Una morte liquida che non è piombata in un colpo, ma si è frantumata in pezzetti di giorni tutti uguali e sospesi. Il Pg di Cassazione, Domenico Iannelli, ha chiesto l'inammissibilità del ricorso. Il Pm di Milano non era ''legittimato a muovere l'azione'', dal momento che non si tratta di ''un interesse generale e pubblico ma di una tutela soggettiva e individuale''. Nel corso dell’udienza il procuratore generale ha proposto “l’inammissibilità del ricorso per difetto di legittimazione all’impugnazione parte del pubblico ministero della Corte d’Appello di Milano”. Questo riporta una prima nota del presidente Vincenzo Carbone e la sentenza arriverà il più presto possibile. Il padre di Eluana ha assistito all'udienza in prima fila e non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Così le fronde politiche guidate dai presidenti di Camera e Senato, che soltanto a luglio si erano divise sul caso rivendicando ragioni di partito, dividendosi in gruppi d’opinione e denunciando l’invasione del potere giudiziario in quello legislativo, si chiuderanno in confessionale. In silenzio speriamo.


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