di Mariavittoria Orsolato

Il serpentone arcobaleno del Gay Pride ha invaso sabato le strade di Bologna con i suoi 20.000 coloratissimi partecipanti - sei o settemila per la Questura. Tanti rappresentanti della comunità LGBT ma anche molti, moltissimi eterosessuali arrivati da tutta Italia per assistere, sì, al grande carnevale estivo ma anche per manifestare in nome della dignità, della parità e della laicità, le tre parole chiave del raduno nazionale, svoltosi in contemporanea anche a Berlino, Parigi, Sofia e Gerusalemme. L’Italia gay, lesbica, bi e trans scende quindi in piazza in tutto il suo splendore di trucco, paillettes e tacchi alti, rispondendo alle polemiche sollevate per l’omonimo romano cui il Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna aveva tolto il patrocinio affermando in un’intervista del Tg2 dello scorso 7 giugno che: " Va dato solo alle occasioni di studio e di riflessione, le provocazioni e gli esibizionismi non aiutano la discussione” e così dicendo si era augurata un pride meno appariscente e più morigerato, “in giacca e cravatta”.

di Bianca Cerri

Disaster Tourism: in breve, fare un viaggio verso i luoghi delle catastrofi e delle miseria per osservare il dolore (degli altri) senza esserne sfiorati. Ci sono agenzie di viaggio specializzate che organizzano tours all-inclusive per turisti desiderosi di vedere da vicino come sono fatti gli ultimi della terra. L’offerta è molto variegata: si va dalle favelas di Rio de Janeiro alle bidonville indiane ma c’è anche la possibilità di scalare le montagne del Tibet alla ricerca di tombe a cielo aperto o perlustrare i sacrari militari negli Stati Uniti. C’è chi ha dovuto attendere per anni per scalare il plateau tibetano alla ricerca di corpi in decomposizione. Negli anni ’80 infatti i monaci buddisti con carovane di turisti al seguito che s’inerpicavano fino alla cima dell’altopiano venivano presi a sassate dai parenti dei defunti che non volevano intrusi nel loro dolore. Alla fine il governo cinese era stato costretto a vietare le escursioni nelle zone delle tombe dove la situazione minacciava di degenerare.

di Mariavittoria Orsolato

Nove milioni di clienti al mese, l’80% dei quali sposati. Questo il giro d’affari che il mestiere più antico del mondo frutta a papponi e criminali nell’Italia della sacra famiglia. La legge 75 altresì chiamata legge Merlin, quella nel 1958 impose la chiusura delle case di case di tolleranza e decretò l’illegalità della prostituzione, ha compiuto mezzo secolo ma rimane imperterrita nell’agenda politica del dibattito pubblico. Riaprire o no le case chiuse? Un annoso problema su cui le Camere si sono interrogate già otto volte dall’inizio della sedicesima legislatura e che sembra dividere l’opinione pubblica quasi quanto le formazioni europee di Donadoni.

di Rosa Ana De Santis

Sotto le onde del Mediterraneo affonda l’ennesimo barcone disperato, carico di vite e di stracci, di sogni e deboli pensieri di speranza. Muoiono sotto i fondali, in un silenzio d’abisso, nero petrolio, le vite di tanti poveri. Qualche disperato si aggrappa alle gabbie di tonni, tanti bambini rimangono dispersi tra le onde e di loro non sentiremo nemmeno una lacrima, non il più esile dei pianti. Qualche giovane più forte sarà portato al centro di accoglienza di Lampedusa che collassa sotto il crescente numero di sbarchi. E’ continuo il movimento delle motovedette, si susseguono senza tregua gli avvistamenti, è instancabile il lavoro dei soccorsi. Gli immigrati arrivano, non si arresta questa processione di speranza e disperazione. Nessuno ferma la diaspora della povertà.

di Mario Braconi

“Il precetto d'amore di Cristo è per noi, sempre, norma di vita, nell'ordinario e nello straordinario. (…) Le inadeguate, presuntuose o falsificate interpretazioni ci dispiacciono. (…) ma l'amarezza non fa che aumentare la solidarietà affettuosa per chi è in sofferenza”. Con queste parole, arroganti e sussiegose, la Curia Vescovile di Viterbo ha creduto di rispondere all’indignazione generale causata dall’exploit del suo vescovo, Lorenzo Chiarinelli, che ha rifiutato di sposare una coppia di giovani, uno dei quali è costretto su una sedia a rotelle dagli esiti di un grave incidente. Secondo Chiarinelli, la possibile “impotentia coeundi” del ragazzo costituisce ragione sufficiente per impedire le nozze religiose. Si dirà: nonostante Ratzinger, in Italia non è obbligatorio essere cattolici, per cui tanto peggio per chi in questa chiesa ancora crede. Eppure vale la pena riflettere sul significato di quanto è accaduto a Viterbo, se non altro perché è paradigma della tracotanza con la quale il clero cattolico persegue il progetto di crocifiggere le donne e gli uomini italiani alle sue “verità” autoreferenziali.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy