di Giovanna Pavani

Ancora una volta la Corte di Cassazione sopperisce, con una sentenza, all'inettitudine della politica. E riaccende le polemiche su un tema, quello del testamento biologico, colpevolmente lasciato cadere nelle aule parlamentari per manifesta volontà di insabbiamento. Il caso di Eluana Englaro – la ragazza in coma vegetativo da 15 anni e il cui padre chiede inutilmente da anni di poter interrompere l'alimentazione forzata in modo legale – è riemerso dalle nebbie del Palazzaccio con una sentenza dura, che tuttavia è velata di un'attenzione all'umanità e alla dignità della persona. Tutti concetti assenti, invece, in quella classe politica che dovrebbe dare risposte sui grandi temi che interessano alle persone. Ma non lo fa. Per paura del Vaticano. Che ieri, con puntualità svizzera, ha voluto ribadire che l'Italia non è affatto uno Stato laico. E che, anzi, i giudici della Cassazione, si dovrebbero vergognare per aver emesso una “sentenza indegna, inaccettabile, che orienta il legislatore verso l'eutanasia” e che dimostra, se ce ne fosse bisogno, in quale “vuoto di valori” sia caduto il Paese. “Attribuire a ognuno una potestà indeterminata sulla propria esistenza – si legge nella nota dell' Osservatore Romano - avrebbe conseguenze inimmaginabili”. Su che cosa? Sulla perdita del loro potere temporale? Il problema, a ben guardare, sembra essere solo questo.

di Alessandro Iacuelli

Si riaccendono i riflettori, dopo oltre dieci anni, sull'inchiesta riguardante il nucleare in Basilicata. L'attuale titolare dell'inchiesta, il pm della DDA Francesco Basentini, ha fatto notificare dieci avvisi di garanzia. Rispettivamente a due esponenti della 'ndrangheta e ad altre 8 persone che, tra gli anni '80 e '90, hanno avuto incarichi dirigenziali presso il centro Enea di Rotondella, in provincia di Matera, dove ha operato in passato l’impianto Itrec per il ciclo nucleare uranio-torio. L'inchiesta ipotizza una produzione clandestina ed un traffico di plutonio, presumibilmente con Paesi esteri, ma anche la mancata custodia di materiali radioattivi. L'indagine sul nucleare in Lucania fu aperta a metà degli '90 dall'allora procuratore di Matera, Nicola Maria Pace, che dal 1999 è procuratore capo a Trieste. La titolarità dell'inchiesta fu assunta dal procuratore di Potenza, Giuseppe Galante, che nei mesi scorsi si è lasciato decadere per le note vicende dell'inchiesta "Toghe lucane". La vicenda presenta zone d'ombra mai chiarite, ad esempio, prima degli anni '80 si è spesso indagato sulla presunta presenza di tecnici iracheni al centro della Trisaia.

di Alessandro Iacuelli

Chi ha interesse ad uccidere gli orsi del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise? Cosa si cela dietro l'azione criminosa commessa da mani ignote? Interrogativi ai quali non si sa rispondere. O non si vuole. O magari si cerca di dare le risposte più evasive e fuorvianti possibili. Due cuccioli di orso marsicano trovati morti. Un primo esame dei corpi fatto dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato porta ad un'ipotesi agghiacciante: uccisi a bastonate. Il direttore del Parco Nazionale, che è lì per fare in modo che quotidianamente venga applicato lo slogan dell'Ente - "Qui la natura è protetta" - si affretta invece a dichiarare che le morti siano avvenute per cause naturali. La dichiarazione stride con la perizia autoptica sui corpicini martoriati. Ecco allora la correzione. I due cuccioli di orso sono stati uccisi da un orso maschio adulto. In modo da rendere la sua compagna disponibile per un ulteriore accoppiamento. Zoologicamente ed etologicamente falso.

di Sara Nicoli

Quanto ci costa questa nostra imbarazzante classe politica ormai è cosa nota. Ma c’è un’altra casta che ci costa davvero tanto. E non solo in termini economici ma anche – e soprattutto – per questioni legate alla sua costante ingerenza in un ambito (la politica) che mai dovrebbe appartenergli in una democrazia compiuta. E’ Santa Romana Chiesa. Da quando, nel ’90, è stato codificato, attraverso l’istituzione dell’otto per mille, il finanziamento palese ad alcune confessioni religiose, un fiume di denaro fresco ha cominciato a fluire nelle casse della Cei raggiungendo – secondo un’inchiesta recente di La Repubblica - il miliardo di euro l’anno. “Ruini è il dominus incontrastato di questo denaro - scrive Curzio Maltese, inviato del quotidiano diretto da Ezio Mauro - e tolte le spese automatiche come gli stipendi dei preti, è il presidente della conferenza episcopale, attraverso pochi fidati collaboratori, ad avere l'ultima parola su ogni singola spesa, dalla riparazione di una canonica alla costruzione di una missione in Africa agli investimenti immobiliari e finanziari”. E stiamo solo parlando di una delle tante voci a bilancio della Chiesa cattolica. Ma la domanda di fondo è più ampia, anche se più banale: quanto costa la Chiesa cattolica agli italiani?

di Elena G. Polidori

Quello che non riesce a fare il Parlamento poi, alla fine, lo fa un giudice. Che con grande intelligenza e profondo senso laico dello Stato, ha deciso di dare una prima, corretta interpretazione di una delle leggi italiane più odiose: la legge 40 sulla fecondazione assistita. Il Tribunale di Cagliari, infatti, ha riconosciuto ad una coppia sarda il diritto di fare esaminare il loro embrione congelato. I due genitori sono portatori sani di talassemia e rischiano di mettere al mondo un bambino con lo stesso difetto genetico, malato nel 50% dei casi. La diagnosi preimpianto è l'unica tecnica che consente di scoprirlo prima del trasferimento nel grembo materno. Ma in Italia è vietato. Perchè la legge 40 che è una legge “etica” su cui il niet del Vaticano a qualsivoglia miglioramento si è imposto con inusitata energia, è addirittura resa più restrittiva dalle linee guida applicative della legge stessa. Ma nonostante tutto c'è qualche giudice, come a Cagliari, che pensa che il diritto alla salute della futura madre (e quello dell'informazione per tutelarla) debbano prevalere sul divieto di diagnosi, imposto esplicitamente dalle linee guida, che sono, appunto, riuscite a peggiorare una legge già pessima.


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