di Agnese Licata

Oltre l’ottanta per cento degli italiani è favorevole a usare l’arresto pur di arginare l’”enorme” pericolo dei lavavetri. Certo, a dirlo non sono sondaggi con validità demoscopica, basati su campioni rappresentativi della popolazione, ma libere opinioni raccolte da siti d’informazione. Eppure, paradossalmente, proprio questo elemento rende ancora più assurda la manìa forcaiola che non smette di diffondersi ed essere cavalcata da politici di ogni fazione. Se quasi 23mila persone su 26mila (ossia l’88 per cento), di fronte alla domanda posta dal Corriere.it - “Arresto fino a tre mesi per i lavavetri di Firenze: lo ha deciso il Comune di Firenze. Siete d’accordo con questo provvedimento?” – hanno deciso di cliccare sul “sì”; se l’83 per cento degli sms, delle opinioni on-line e via telecomando arrivati a Sky Tg24 si dice favorevole a sanzioni dure contro chi accosta le auto “armato” di spugna e spatola di gomma, beh, allora non sono pochi gli interrogativi da porsi. Uno su tutti: com’è possibile che anche gli italiani che s’informano, che hanno accesso alle tecnologie, che probabilmente possono vantare un livello medio-alto d’istruzione e che quindi dovrebbero avere una visione non semplicistica dei problemi, com’è possibile che anche loro si sentano così minacciati da lavavetri, parcheggiatori abusivi, mendicanti? E com’è possibile che in così tanti credano che basti la repressione per garantire la sicurezza nelle città?

di Alessandro Iacuelli

L'estate degli incendi, anche quest'anno, non si è fatta attendere. E’ la puntata 2007 dell’attacco criminale che da decenni aggredisce l'Italia durante il tempo delle ferie. La guerra contro le fiamme dall'inizio dell'anno ha già fatto otto morti, e sono andati in fumo 80mila ettari di bosco e sottobosco: 3 volte quelli che erano bruciati nello stesso periodo del 2006. Attacco criminale, non opera di piromani, come ogni anno si dice. Non si tratta infatti di incendi appiccati da persone con manie psichiche che vedono nel fuoco la propria soddisfazione. E’ opera di incendiari, piuttosto, manovalanza di organizzazioni mafiose che hanno bisogno dell'incendio per portare avanti i propri affari. Il caso più recente, di pochi giorni fa, nel napoletano: un elicottero del servizio antincendio boschivo della Regione è stato raggiunto da una serie di fucilate che ha prodotto diciotto fori nella benna, il sacco utilizzato per il trasporto di acqua. Secondo le prime ipotesi, il velivolo sarebbe stato colpito durante le fasi di raccolta nel Volturno. All'arrivo a Quindici, dove intanto divampava un incendio, la scoperta dell'accaduto che ha costretto l'elicottero a tornare alla base di San Martino Valle Caudina per le riparazioni.

di Cinzia Frassi

Se in questo caldo agosto volessimo dare un titolo a un libro sui costumi della politica all'italiana verrebbe subito da pensare a "l'Itala dei paradossi". Naturalmente sarebbe un bestseller destinato a finire sul grande schermo come esilarante commedia nostrana. Emblematica la vicenda, ancora tutta in divenire, di Don Pierino Gelmini e dell’inchiesta condotta dalla procura di Terni per abusi sessuali. Le denunce contro il sacerdote verrebbero da alcuni ex ospiti di Don Gelmini presso la comunità di Amelia, in Umbria. Così, mentre assistiamo all'ennesima fuga di notizie dagli uffici giudiziari, registriamo la solidarietà del mondo politico che si stringe con candida solidarietà attorno all'indagato. Rare le voci fuori dal coro, mentre al contrario qualcuno parla addirittura di “furore anticattolico”. Che il mondo politico si occupi sempre più di indagini, processi, procuratori e magistratura omettendo di astenersi dal prendere posizione a favore di indagati e accusati, è ormai innegabile. Si avverte un'ansia frettolosa quanto bipartisan di dichiararsi solidali che suona quasi come un mettere le mani avanti e che si contraddice solo per gravi motivi di opportunità politica.

di Bianca Cerri

Come tutte le aziende, anche le chiese e le organizzazioni religiose si assicurano contro eventuali querele o accuse di natura penale. Dopo lo scandalo dei preti pedofili, le compagnie d’assicurazioni si sono premurate di coprire anche questo rischio. Sono nate così polizze pensate espressamente per i religiosi che amano indugiare in pratiche sessuali con minori ma temono eventuali richieste di risarcimento. La GuideOne e la Catholic Mutual assicurano sia le diocesi che i singoli sacerdoti senza fare troppe domande. Ogni anno, entrambe le compagnie ricevono almeno cento richieste di risarcimento ciascuna per episodi di pedofilia di cui si sono resi responsabili altrettanti rappresentanti della Chiesa cattolica. Tom Farr, presidente della GuideOne, rivela che la maggior parte viene risolta in via stragiudiziale. Si calcola che fino a questo momento i risarcimenti pagati ammontino almeno a 50 milioni di dollari. Se le richieste di risarcimento aumenteranno, le compagnie di assicurazioni si vedranno costrette ad aumentare i costi delle polizze. Per i giudici invece, sarebbe opportuno confiscare i terreni appartenenti alle diocesi che nella sola Boston valgono almeno 250 milioni di dollari.

di Alessandro Iacuelli

Il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha sbloccato i fondi per le misure compensative per i comuni e le province che ospitano impianti nucleari ed impianti del ciclo del combustibile nucleare. "Con questo decreto", si legge in una nota del ministero, "queste risorse potranno essere finalmente attribuite agli enti locali che le attendevano dal 2003. Infatti, dall'approvazione della legge 368/2003, tali risorse non erano mai state assegnate ai comuni ed alle province interessate." Ora si attende a breve che il Comitato interministeriale per la programmazione economica riceverà la documentazione e si riunirà per dare il via libera alla distribuzione di alcuni milioni di euro, che saranno ripartiti tra le Province e i Comuni che hanno ospitato, o ospitano ancora oggi, impianti e depositi di materiale radioattivo. La ripartizione dei fondi, stabilita dall'Apat, è gia stata comunicata ai sindaci del Comuni nucleari italiani durante un incontro presso il ministero dell'Ambiente. La quota percentuale che spetta ad ogni sito è stata definita in base alla quantità e al grado di pericolosità del materiale radioattivo presente nei depositi o negli impianti italiani. La quota più grande, pari al 29% del totale, andrà alla provincia di Piacenza ed al comune di Caorso, che ospita la più grande centrale nucleare del Paese, custodisce 1.032 barre di uranio e una consistente quantità di scorie e rifiuti radioattivi.


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