di Valerio Di Stefano

Il dibattito sollevato dalla circolare del Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni, che reca in oggetto “linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica”, somiglia più a un polverone sonnacchioso che a una presa di posizione efficace e soddisfacente su un problema che, bisogna convenirne, ha dimostrato tutta la sua gravità in un processo mediatico a catena di S.Antonio, e tutta la sua urgenza quando ormai era troppo tardi. Il cellulare, si sa, non è più un accessorio per i nostri adolescenti. E' molto di più, è una necessità, una pura ragione di vita, una protesi di loro stessi. E' un oggetto che ha superato ormai la sua funzione meramente comunicativa, per assumere il ruolo di libero passaporto nei confronti del branco e di veicolo a basso costo per essere protagonisti nell'effimero di un filmatino amatoriale da condividere tra amici, o da inserire in rete.

di Cinzia Frassi

Furono giorni terribili. Genova presa dalla follia, extraterritorialità della democrazia, della percezione del normale. Al di là dell'accettabile, una guerriglia urbana fatta di mezzi blindati, cariche, violenze sui manifestanti, la caserma di Bolzaneto, le incursioni alla Diaz e tutto il resto. Impresse nella mente le immagini di Carlo Giuliani, 23 anni, steso a terra e il Defender dal quale partì il colpo che lo uccise in Piazza Alimonda. Da Genova a Strasburgo, questo il viaggio dei famigliari per trovare giustizia per l’omicidio di Carlo.Perchè le accuse di omicidio volontario nei confronti del carabiniere Mario Placanica, con 6 mesi di servizio al suo attivo, e Filippo Cavataio alla guida del Defender, furono archiviate nel maggio 2003 per legittima difesa e per uso legittimo di armi in manifestazione.

di Maurizio Coletti

Il tentativo di costruire una nuova politica sulle droghe, meno inutilmente repressiva, più pragmatica ed efficace, rischia di arenarsi sulle secche dei moralismi, dei sacri principi, dei “non possumus”, delle timidezze. Del resto i segnali già c’erano, abbondanti. I caporioni di AN, con l’accompagnamento di Giovanardi, avevano iniziato a suonare grancasse e tromboni sul fatto che “sulla droga non si transige, è droga e basta”. Droghe e drogati visti come il grande pericolo per la società e, manco a dirlo, per la famiglia. I teo-dem si sono subito fatti vivi sui principi, più sacri che laici. Costoro sono certi che l’uso di droghe sia sempre e comunque moralmente riprovevole e si oppongono a qualsiasi approccio moderno, tollerante ed efficace verso usi ed abusi. L’arruolamento dei temi delle droghe in quelli “eticamente sensibili” è supportato da molti. Come già ricordato in altre occasioni, Fassino individua una connessione tra le droghe, i Dico, la procreazione assistita ed altre faccende; su questi, afferma, occorre agire con cautela e con grande delicatezza. Il che equivale alla paralisi completa, come è noto.

di Alessandro Iacuelli

La decisione dei leader dell'Unione Europea è di quelle che già stanno facendo discutere: con un accordo di principio, che spetterà ora alla Commissione europea precisare nelle sue concrete modalità attuative, entro il 2020, il 20% dell'energia consumata in Europa dovrà essere prodotta da fonti "pulite" (attualmente siamo al 7%), il 10% dovrà obbligatoriamente essere costituito da biocombustibili; inoltre, le emissioni di gas ad effetto serra dovranno essere ridotte del 20% rispetto ai livelli del 1990 ed i consumi energetici dovranno essere tagliati del 20%. Tutti i leader europei hanno salutato con entusiasmo l'accordo e qualche tono trionfalistico è stato assunto anche da alcune organizzazioni ecologiste, per quello che viene considerato un piccolo importante passo avanti nella giusta direzione. A prima vista.

di Alessandro Iacuelli

Non si salvano neanche le Marche dall'essere pattumiera dei rifiuti tossici industriali del Nord. Secondo quanto scoperto dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Ancona, ci sono rifiuti provenienti soprattutto da Veneto e Lombardia e smaltiti illegalmente al ritmo di sei o sette camion al giorno. Dopo Campania, Puglia, Basilicata, basso Lazio e Abruzzo, con l'operazione "Arcobaleno", coordinata dal sostituto procuratore di Pesaro Massimo Di Patria, viene alla luce anche lo scenario inquietante dell'Italia centrale. Secondo quanto emerso dalle indagini, fra il 2003 e il 2006, tonnellate di scarti di lavorazioni industriali, classificati come rifiuti speciali, tra i quali fanghi, bitume, amianto, vernici e altri materiali pericolosi per la salute, venivano avviati verso discariche o impianti non autorizzati dopo un semplice "lavaggio" con acqua. Con bolle di accompagnamento falsificate, relative a materiali di recupero industriale già trattati precedentemente.


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